Vaprio, autopsia sul ladro ucciso dal pensionato: «Un solo colpo fatale»
Vaprio d'Adda, 27 ottobre 2015 - Un unico colpo al torace, vicinissimo al cuore, ha provocato lamorte del giovane ladro albanese Gjergi Gjonj,ucciso dal pensionato Francesco Sicignano una settimana fa nella villetta di via Cagnola a Vaprio d’Adda. È il dato, già emerso dai primi accertamenti, confermato dall’autopsia sul cadavere, eseguita ieri all’Istituto di medicina legale di Milano. Gli inquirenti attendono ora la relazione completa del patologo. Quasi fulminato, questo emergerebbe da una prima analisi, un’evidenza scientifica che potrebbe incrinare la versione dell’ex commerciante che ha raccontato ai magistrati di aver freddato il ragazzo in cucina e non sulle scale esterne come sembrano invece suggerire gli elementi raccolti sinora dagli investigatori. C’è la traiettoria della pallottola dall’alto verso il basso e non c’è sangue in casa, altro dato che getta un’ombra sulla dinamica della sparatoria. Per fare luce sul delitto avranno un ruolo determinante gli esami balistici del Ris di Parma sulla pistola di Sicignano, in programma il 30 ottobre. Mentre la famiglia di Gjergi Gjonj, assistita dall’avvocato Francesco Mongiu che ha nominato un consulente per l’autopsia, aspetta il nulla osta della Procura per celebrare i funerali del 22enne, il clamore suscitato dal caso non si placa. Dopo l’intervento del pensionato a Canale 5, ieri, nella villetta, a sorpresa, è arrivata Giorgia Meloni. Il presidente di Fratelli d’Italia, accompagnata da Riccardo De Corato, Carlo Fidanza e Paola Frassinetti, ha regalato all’ex commerciante copia della proposta di legge di cui è prima firmataria per la modifica della legittima difesa.
«Ho voluto esprimere la mia solidarietà a Sicignano. La mia e quella di Fratelli d’Italia e ribadire che per noi la difesa è sempre legittima», ha raccontato il deputato dopo l’incontro. Il suo partito la sera dell’omicidio aveva organizzato una fiaccolata a sostegno di Sicignano. Il colloquio fra i due si è tenuto proprio nella cucina in cui il pensionato dice di essere stato minacciato dall’albanese e di aver fatto fuoco. «Ero terrorizzato, ho visto un’ombra nera e ho premuto il grilletto». Bianca e rosa, la cucina al centro dell’inchiesta è stata immortalata per la prima volta dopo la tragedia e postata su Facebook. Se Sicignano avesse ragione, Gjergi Gjonj con la pallottola in petto sarebbe uscito dalla finestra, avrebbe percorso un cornicione per almeno un metro fino a stramazzare sulle scale. barbara.calderola@ilgiorno.net
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