giovedì 29 ottobre 2015

Trovo veramente straordinario che anche i politici spariscono ogni tanto ma i super burocrati corrotti e appoggiati dai sindacati sono sempre al loro posto.

La “black-list” che ha portato all'arresto del presidente di Ferrovie

Il ritrovamento del “libro mastro” delle mazzette dell'imprenditore Campione al centro dell'inchiesta. Il procuratore Lo Voi: «Obiettivo dell'attività corruttiva sono gli alti dirigenti della burocrazia, che sorvegliano l'avanzamento dei lavori e tutte le pratiche»

Palermo, Stazione Centrale/Luca Savettiere/Flickr (CC)

29 Ottobre 2015 - 15:25
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26 milioni di euro per l’ammodernamento della rete di comunicazione della Forestale, la “dorsale digitale”. Questo appalto è la chiave di volta che ha portato gli investigatori della Mobile e i pm di Palermo a mettere nel mirino Dario Lo Bosco, presidente di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi). Nomi e vicende apparentemente slegati, ma accomunate dalla presenza nella “black list” (che da anche il nome all’operazione) delle presunte mazzette dell’imprenditore agrigentino Massimo Campione. L’inchiesta ha portato a tre arresti (domiciliari) nei confronti di altrettanti indagati, tra cui lo stesso Lo Bosco. gli altri due sono i funzionari del Corpo forestale Salvatore Marranca e Giuseppe Quattrocchi.
Rfi entra nel libro per alcune mazzette elargite per piazzare sensori in grado di seguire la corsa dei treni. Da qui l’arresto di Lo Bosco, docente universitario, presidente di Rfi e di Ast, l’Azienda siciliana trasporti della Regione, e tra i rappresentanti di una antimafia“industriale” che negli ultimi tempi è finita più di una volta sotto la lente d’ingrandimento della magistratura. La procura gli contesta il reato di concussione e di aver intascato una mazzetta da 58 mila euro legata ai sensori.
Nell’inchiesta coordinata dal capo della procura palermitana Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Dino Petralia il proprietario del cosiddetto “libro mastro”, l’imprenditore agrigentino Mario Campione è personaggio centrale. Campione è titolare della Sistet, azienda che fa parte dell’universo fondato dal padre, Giuseppe Campione, nel 1947 e poi lasciato in eredità ai cinque figli.
La Sistet non è una azienda banale: è attiva nel campo delle energie rinnovabili, nelle telecomunicazioni, nel telecontrollo, nella sorveglianza e sicurezza. Una gamma di servizi che la Sister fornisce oltre che a Rete Ferroviaria Italiana anche a enti come Banca d’ItaliaAutostrade Spa, lo stesso Ministero dell’Interno, oltre a una serie di istituzioni locali siciliane come i comuni di Agrigento, Palermo e Messina e Regione Sicilia.
La “black list” delle tangenti in cui sono finiti anche due agenti del Corpo Forestale, oggi agli arresti dopo aver ricevuto mazzette per un totale di circa 250 mila euro nell’ambito dell’appalto per l’ammodernamento delle torrette di radiocomunicazione del Corpo stesso, è stata sequestrata una decina di giorni fa: Campione era stato fermato all’aeroporto “Falcone e Borsellino” di Palermo e lì, trovato in possesso proprio della “black list” con cifre, nomi e date delle mazzette. Campione ha accettato di collaborare con gli inquirenti e l’inchiesta è dunque arrivata a una svolta.
«Non è un'indagine lampo, abbiamo iniziato circa tre mesi fa. E andiamo avanti»
Rodolfo Ruperti, capo della Squadra Mobile di Palermo
«Noi - ha detto questa mattina il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi - eravamo abituati a sequestrare i cosiddetti libri mastri degli estorsori, ora ci siamo trovati davanti a un diverso libro mastro, a metà tra libro mastro e la lista della spesa con nomi e cifre. Tutto questo - chiosa il capo della procura di Palermo - è deprimente perché c'è quasi l'utilizzazione di quei metodi con riferimento non al pizzo ma alla corruzione che diventa sempre più pervasiva e che costituisce un fenomeno vero e proprio».
Al momento le indagini proseguono: questa mattina il capo della Squadra Mobile di Palermo Rodolfo Ruperti è stato chiaro, «Non è un'indagine lampo, abbiamo iniziato circa tre mesi fa. E andiamo avanti». Vista l’entità dei clienti che si avvalgono delle società di Campione non è escluso che nelle prossime settimane altri funzionari pubblici possano entrare nelle indagini. Nel frattempo sono in corso perquisizioni anche nella sede romana di Rfi.
Dunque l’inchiesta prosegue e tra Palermo e Roma qualcuno si preoccupa. Oltre ai tre finiti oggi ai domiciliari sono stati iscritti nel registro degli indagati l’ex dirigente generale della Forestale Pietro Tolomeo, Giovanni tesoriere, preside della facoltà di ingegneria all’Università di Enna, l’ingegnere della Forestale Libero Cannarozzi e la compagna di Campione, Maria Grazie Butticè.
«Politici al momento non sembrano coinvolti» ha fatto sapere Lo Voi in mattinata. «Oggi - ha concluso - l'obiettivo dell'attività corruttiva sembrano più gli alti dirigenti della burocrazia, che sorvegliano l'avanzamento dei lavori e tutte le pratiche».
«Oggi l'obiettivo dell'attività corruttiva non sembrano tanto i politici quanto gli alti dirigenti della burocrazia, che sorvegliano l'avanzamento dei lavori e tutte le pratiche»
Francesco Lo Voi, procuratore capo di Palermo

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