Isis, follia senza fine. Chiuso in gabbia e arso vivo il pilota giordano. L’ultimo orrore in un video choc
Amman ha cercato di trattare con i terroristi. Ma, alla fine, non c’è riuscita. Quindi, a pagarne le conseguenze, è stato l’ostaggio giordano in mano ai jihadisti dell’Isis. Tutto questo è dimostrato in un video diffuso online che mostra l’uccisione del pilota Muath al Kasasbeh, catturato lo scorso 24 dicembre dall’Isis a Raqqa, in Siria. L’esecuzione del 26enne è raccapricciante. Nel filmato intitolato, nella versione inglese, “HealingOfTheBelieversChests” e diffuso sul canale di informazione jihadista sul Web al Furqan, l’ostaggio è chiuso in una gabbia di ferro, cosparso di una sostanza infiammabile, forse olio. Un striscia conduce le fiamme fino alla gabbia e l’uomo è bruciato vivo. Le ultimi immagini mostrano il corpo carbonizzato.
LE CONSEGUENZE
La reazione del governo di Amman è stata immediata: ora la Giordania si prepara a giustiziare Sajida Rishawi, Ziad al-Karbouli e altri terroristi di Al Qaeda già condannati a morte, “entro poche ore”. Erano loro i prigionieri che lo Stato Islamico chiedeva fossero rilasciati in cambio del pilota. Lo stesso che era stato catturato lo scorso 24 dicembre a Raqqa. Il suo F-16 impegnato a bassa quota contro le postazioni anti-aeree era precipitato, forse colpito da un missile. Poco dopo la cattura sui siti jihadisti si era tenuto un sondaggio per decidere il tipo di esecuzione. I risultati non erano mai stati resi noti ma evidentemente i militanti avevano scelto di ardere vivo l’ostaggio. Ai primi di gennaio alcune fonti vicine all’Isis e anche dell’opposizione presenti nella capitale dello Stato islamico aveva annunciato la sua uccisione, dopo un blitz fallito da parte delle forze speciali della coalizioni anti-Isis per liberarlo. La morte non era mai stata però confermata dall’Isis.
La sua sorte si era intrecciata con quella di due ostaggi giapponesi in una trattativa con il governo giordano. L’Isis chiedeva il rilascio di due terroristi detenuti e condannati a morte in Giordania. Amman aveva richiesto più volte prove che il pilota fosse ancora in vita. Senza ottenere nulla. I due giapponesi sono stati uccisi nei giorni scorsi con il procedimento solito del boia dell’Isis, Jihadi John, di origine britannica, sgozzati e decapitati. Per al Kassasbeh lo Stato islamico ha scelto un fine ancora più dolorosa, bruciato vivo. Ma non è chiaro quando è avvenuta l’uccisione. Alcuni analisti pensano possa risalire a un mese fa e quindi anche la trattativa con la Giordania fosse una sadica farsa. Fonti giordane, dopo la pubblicazione del video, hanno confermato che era stato ucciso il 3 gennaio.
La reazione del governo di Amman è stata immediata: ora la Giordania si prepara a giustiziare Sajida Rishawi, Ziad al-Karbouli e altri terroristi di Al Qaeda già condannati a morte, “entro poche ore”. Erano loro i prigionieri che lo Stato Islamico chiedeva fossero rilasciati in cambio del pilota. Lo stesso che era stato catturato lo scorso 24 dicembre a Raqqa. Il suo F-16 impegnato a bassa quota contro le postazioni anti-aeree era precipitato, forse colpito da un missile. Poco dopo la cattura sui siti jihadisti si era tenuto un sondaggio per decidere il tipo di esecuzione. I risultati non erano mai stati resi noti ma evidentemente i militanti avevano scelto di ardere vivo l’ostaggio. Ai primi di gennaio alcune fonti vicine all’Isis e anche dell’opposizione presenti nella capitale dello Stato islamico aveva annunciato la sua uccisione, dopo un blitz fallito da parte delle forze speciali della coalizioni anti-Isis per liberarlo. La morte non era mai stata però confermata dall’Isis.
La sua sorte si era intrecciata con quella di due ostaggi giapponesi in una trattativa con il governo giordano. L’Isis chiedeva il rilascio di due terroristi detenuti e condannati a morte in Giordania. Amman aveva richiesto più volte prove che il pilota fosse ancora in vita. Senza ottenere nulla. I due giapponesi sono stati uccisi nei giorni scorsi con il procedimento solito del boia dell’Isis, Jihadi John, di origine britannica, sgozzati e decapitati. Per al Kassasbeh lo Stato islamico ha scelto un fine ancora più dolorosa, bruciato vivo. Ma non è chiaro quando è avvenuta l’uccisione. Alcuni analisti pensano possa risalire a un mese fa e quindi anche la trattativa con la Giordania fosse una sadica farsa. Fonti giordane, dopo la pubblicazione del video, hanno confermato che era stato ucciso il 3 gennaio.
LA COALIZIONE
La Giordania fa parte della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti che da diversi mesi ha cominciato una campagna militare aerea contro lo Stato Islamico in Iraq e in Siria. Ha partecipato direttamente ad alcune operazioni militari in Siria contro postazioni dell’Isis e in passato ha contribuito agli sforzi per interrompere le linee di finanziamento alle organizzazioni terroristiche ed estremiste.
La Giordania fa parte della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti che da diversi mesi ha cominciato una campagna militare aerea contro lo Stato Islamico in Iraq e in Siria. Ha partecipato direttamente ad alcune operazioni militari in Siria contro postazioni dell’Isis e in passato ha contribuito agli sforzi per interrompere le linee di finanziamento alle organizzazioni terroristiche ed estremiste.
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