«Qui comando io», Berlusconi e Grillo alla prova della tv
Interessante rassegna (ieri pomeriggio al Grande Talk di Raitre) di interviste televisive. Si è riparlato ancora una volta del «caso Maradona» di cui si era già detto tutto, su tutti i mezzi (e i fini antiFazio), ma soprattutto ci è stata data l’opportunità di vedere una cosa che ci era sfuggita. E cioè una dichiarazione di Beppe Grillo rilasciata dalla sua macchina a una giornalista di Agorà. L’ex comico, invitato dal programma mattutino a partecipare alla discussione in studio, poneva le sue modeste condizioni: nessun altro politico presente e nessun giornalista conduttore, ma solo un capostruttura Rai. Praticamente un monologo assistito, alla maniera di Berlusconi, come ha subito chiarito l’ex presidente della Regione Lazio, Badaloni, che di politica e di televisione se ne intende.
Grillo vuole usare la Rai per la sua propaganda, ma sottraendosi a ogni limitazione, a ogni domanda e a ogni confronto con altre voci. Trattasi della riedizione della famigerata «calza» berlusconiana, cioè della video cassetta registrata e truccata, di cui abbiamo visto la versione aggiornata con la lettura del comunicato di un «ufficio di presidenza» che ha informato il segretario del Pdl Alfano della sua decadenza, insieme a quella dell’intero partito. Ora, va notato il fatto che Berlusconi, per dare un carattere ufficiale alle sue volontà, ha letto per la prima volta un testo scritto, nel quale cita se stesso in terza persona come Giulio Cesare nella guerra civile. Poi, naturalmente, va notato che Alfano era stato scelto direttamente da Berlusconi, come tutte le cariche dell’ex Pdl e della passata, presente e futura Forza Italia. Insomma, un decadente ha decretato decaduto un intero staff politico da lui stesso decretato. Come disse Fini una volta: «Siamo alle comiche finali». E quello che distingue Berlusconi da Grillo, che pure considera decaduto chiunque non gli garbi, a questo punto sono solo i capelli.
Grillo vuole usare la Rai per la sua propaganda, ma sottraendosi a ogni limitazione, a ogni domanda e a ogni confronto con altre voci. Trattasi della riedizione della famigerata «calza» berlusconiana, cioè della video cassetta registrata e truccata, di cui abbiamo visto la versione aggiornata con la lettura del comunicato di un «ufficio di presidenza» che ha informato il segretario del Pdl Alfano della sua decadenza, insieme a quella dell’intero partito. Ora, va notato il fatto che Berlusconi, per dare un carattere ufficiale alle sue volontà, ha letto per la prima volta un testo scritto, nel quale cita se stesso in terza persona come Giulio Cesare nella guerra civile. Poi, naturalmente, va notato che Alfano era stato scelto direttamente da Berlusconi, come tutte le cariche dell’ex Pdl e della passata, presente e futura Forza Italia. Insomma, un decadente ha decretato decaduto un intero staff politico da lui stesso decretato. Come disse Fini una volta: «Siamo alle comiche finali». E quello che distingue Berlusconi da Grillo, che pure considera decaduto chiunque non gli garbi, a questo punto sono solo i capelli.
1 commento:
Perfettamente uguali
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