CENTRODESTRA
Pdl, Berlusconi rompe: lealisti e governativi preparano la separazione
Con la nascita di Forza Italia tira aria di scissione. Al via la conta tra falchi e colombe. Che cercano il divorzio consensuale. Ma B. vuole punire i traditori. L'Anm sul Cav: «L'incandibilità? Questione etica».
Il day after del Popolo della libertà, o meglio di quel che ne resta, è all'insegna della conta tra lealisti e governativi.
Dopo la decisione unilaterale di Silvio Berlusconi di resettare il partito e riesumare Forza Italia, accompagnata dai toni trionfalistici dei falchi, le colombe, al di là dei toni distensivi di facciata, si preparano al rompete le righe.
Lungi dall'ottenere il ricompattamento dei suoi mettendo il silenziatore ai governativi, il Cavaliere ha, infatti, dovuto incassare un inasprimento dei toni degli «ammutinati» (come li ha definiti Alessandra Mussolini), che, non avendo digerito lo schiaffo del 26 ottobre, sono partiti al contrattacco.
Cercando pure di uscire dall'angolo nel quale si sono cacciati dopo il fallimento della 'strategia della diserzione'.
IL CAV TIRA DRITTO CON FORZA ITALIA. Ma Berlusconi è pronto a combattere e non si è fatto alcuna illusione sull'azione di disturbo praticata da quelli che considera dei traditori dopo l'affronto della fiducia al governo. Ecco perché - hanno fatto sapere i lealisti - l'ex premier sarebbe intenzionato a tirare dritto e andare avanti senza indugi con la nuova Forza Italia, pronto a lasciare indietro (quasi auspicandolo) la zavorra dei traditori.
I MINISTERIALI UN CORPO ESTRANEO. Per il Cavaliere, infatti, la scissione è ormai cosa fatta e il gruppo dei ministeriali è già un corpo estraneo. Quello che gli sta più a cuore ora è avere un partito solido da utilizzare come testa d'ariete contro la macchina giudiziaria e che gli faccia scudo nella battaglia contro la decadenza da senatore.
DECADENZA SNODO CRUCIALE PER LETTA. La resa dei conti è, quindi, già in corso e non bisognerà attendere il Consiglio nazionale dell'8 dicembre, politicamente lontano anni luce rispetto agli sviluppi di queste ore. Il vero punto di rottura è destinato a essere infatti il passaggio sulla decadenza che, come confermato dallo stesso Cav, è legata a doppio filo alla vita del governo.
Dopo la decisione unilaterale di Silvio Berlusconi di resettare il partito e riesumare Forza Italia, accompagnata dai toni trionfalistici dei falchi, le colombe, al di là dei toni distensivi di facciata, si preparano al rompete le righe.
Lungi dall'ottenere il ricompattamento dei suoi mettendo il silenziatore ai governativi, il Cavaliere ha, infatti, dovuto incassare un inasprimento dei toni degli «ammutinati» (come li ha definiti Alessandra Mussolini), che, non avendo digerito lo schiaffo del 26 ottobre, sono partiti al contrattacco.
Cercando pure di uscire dall'angolo nel quale si sono cacciati dopo il fallimento della 'strategia della diserzione'.
IL CAV TIRA DRITTO CON FORZA ITALIA. Ma Berlusconi è pronto a combattere e non si è fatto alcuna illusione sull'azione di disturbo praticata da quelli che considera dei traditori dopo l'affronto della fiducia al governo. Ecco perché - hanno fatto sapere i lealisti - l'ex premier sarebbe intenzionato a tirare dritto e andare avanti senza indugi con la nuova Forza Italia, pronto a lasciare indietro (quasi auspicandolo) la zavorra dei traditori.
I MINISTERIALI UN CORPO ESTRANEO. Per il Cavaliere, infatti, la scissione è ormai cosa fatta e il gruppo dei ministeriali è già un corpo estraneo. Quello che gli sta più a cuore ora è avere un partito solido da utilizzare come testa d'ariete contro la macchina giudiziaria e che gli faccia scudo nella battaglia contro la decadenza da senatore.
DECADENZA SNODO CRUCIALE PER LETTA. La resa dei conti è, quindi, già in corso e non bisognerà attendere il Consiglio nazionale dell'8 dicembre, politicamente lontano anni luce rispetto agli sviluppi di queste ore. Il vero punto di rottura è destinato a essere infatti il passaggio sulla decadenza che, come confermato dallo stesso Cav, è legata a doppio filo alla vita del governo.
Alfaniani ancora scettici sui numeri
Tutti, lealisti e governativi, si stanno contando e, pallottoliere alla mano, pesano le rispettive forze. Con Berlusconi che ha già comunicato (compiaciuto) i sondaggi sul peso elettorale degli alfaniani (3-4%).
Ma è proprio questa prospettiva che spingerebbe gli alfaniani a non tagliare ancora il cordone ombelicale. L'ideale per loro sarebbe una separazione consensuale tra Pdl e Fi, che permetta la sopravvivenza di entrambe le anime e le rispettive cariche.
Altrimenti, per il gruppo di Alfano diventerebbe d'obbligo volgere lo sguardo verso la galassia centrista in fase di riassestamento dopo il terremoto montiano.
QUAGLIARIELLO PRO LETTA. D'altra parte i toni, come si diceva, sono tutt'altro che concilianti: Gaetano Quagliariello ha detto chiaro e tondo che la battaglia giudiziaria di Berlusconi «non deve essere scaricata sul governo» e che il documento dell'ufficio di presidenza è «contraddittorio» proprio sul destino dell'esecutivo.
Maurizio Lupi ha fatto sapere che la sua componente porterà un documento politico su governo e partito al Consiglio nazionale. Tranchant Fabrizio Cicchitto: «Il partito non è sciolto, deciderà il Cn e non è detto che ci siano i due terzi». Con una velata minaccia su possibili gruppi autonomi: «Nessuna decisione ancora, ma stiamo valutando». Sulla stessa linea anche Roberto Formigoni, che ha definito «provocatoria» la mossa di Berlusconi.
Ma è proprio questa prospettiva che spingerebbe gli alfaniani a non tagliare ancora il cordone ombelicale. L'ideale per loro sarebbe una separazione consensuale tra Pdl e Fi, che permetta la sopravvivenza di entrambe le anime e le rispettive cariche.
Altrimenti, per il gruppo di Alfano diventerebbe d'obbligo volgere lo sguardo verso la galassia centrista in fase di riassestamento dopo il terremoto montiano.
QUAGLIARIELLO PRO LETTA. D'altra parte i toni, come si diceva, sono tutt'altro che concilianti: Gaetano Quagliariello ha detto chiaro e tondo che la battaglia giudiziaria di Berlusconi «non deve essere scaricata sul governo» e che il documento dell'ufficio di presidenza è «contraddittorio» proprio sul destino dell'esecutivo.
Maurizio Lupi ha fatto sapere che la sua componente porterà un documento politico su governo e partito al Consiglio nazionale. Tranchant Fabrizio Cicchitto: «Il partito non è sciolto, deciderà il Cn e non è detto che ci siano i due terzi». Con una velata minaccia su possibili gruppi autonomi: «Nessuna decisione ancora, ma stiamo valutando». Sulla stessa linea anche Roberto Formigoni, che ha definito «provocatoria» la mossa di Berlusconi.
Sabato, 26 Ottobre 2013
1 commento:
Ma si uno in più uno in meno......
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