Piattaforma web e comizio show. Grillo si riprende l’M5s
I parlamentari rilanciano: «Adesso venga Casaleggio per risolvere i problemi tecnici»
Beppe Grillo con Maurizio Buccarella e Andrea Cioffi, estensori dell’emendamento per l’abolizione del reato di clandestinità
«Ci ha spiazzato», sorride al telefono un senatore Cinque Stelle. Il blitz di Grillo a Palazzo coglie di sorpresa pure i cronisti che in pochi minuti si apparecchiano per la diretta. Eppure la discesa a Roma era attesa, se non invocata, con i parlamentari che da settimane chiedevano un incontro per ristabilire un confronto fisico con la guida politica e morale del Movimento. Per capirci qualcosa in più sulla strategia politica, su quali temi siano autorizzati a trattare oltre i venti punti programmatici. Eccoli accontentati. Nonostante l’assenza di Casaleggio (c’è chi parla di appendicite), Grillo esibisce una cravatta dal nodo capriccioso e non disdegna il ruolo di megafono.
Lunedì al Senato, martedì alla Camera. Dopo il weekend della Leopolda e il flop elettorale in Trentino Alto Adige, la notizia è il lancio della piattaforma web che permette agli attivisti Cinque Stelle di emendare le proposte di legge parlamentari. Archiviati in pochi minuti i mesi di attesa e proteste, finalmente Grillo può presentarsi a mani piene con lo strumento-chiave per la democrazia diretta, emblema della vita stellata. Il test di prova spetta alla proposta di legge per l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria. Il nuovo portale è accessibile agli attivisti certificati entro giugno scorso e, spiegano dal Movimento, «in futuro la base avrà la possibilità di suggerire progetti di legge che, se accolti, dovranno essere portati avanti da deputati e senatori».
Il format della conferenza stampa è il solito. Toni da comizio, risposte lunghe ed evasive: alla prima domanda sulla piattaforma web Grillo risponde con venticinque minuti di monologo che includono il reato di clandestinità, i partiti neofascisti, Napolitano, l’Europa, Fabio Fazio e gli F-35. Praticamente un excursus dei primi otto mesi in Parlamento. Poi una domanda su Napolitano che Grillo interpreta mixando olio d’oliva, petrolio e made in Italy. C’è spazio anche per gli sberleffi ai cronisti che gli hanno «complicato la vita». E non appena arriva il turno dell’inviato di Porta a Porta, l’ex comico si contorce stizzito: «Non voglio neanche guardarlo». I contenuti del blitz romano sono per la maggior parte mutuati dai comizi in Trentino Alto Adige: l’agenda stellata prevede accuse al capo dello Stato («anziano furbo»), al governo e alle larghe intese con la richiesta di tornare alle urne quanto prima.
Eppure, tra ritornelli e leitmotiv, Grillo infila una serie di ammissioni ad imperitura memoria: «Non siamo riusciti a fare niente, ci hanno messo all’angolo, facciamo decine di proposte ma non arrivano nemmeno in commissione». E ancora: «Abbiamo avuto qualche defaillance nella comunicazione ma poi abbiamo organizzato dei corsi per i parlamentari con dei professionisti». Infine scaraventa tutte le fiches sul tavolo: «Se perdiamo le prossime elezioni vuol dire che non siamo adatti a questo paese e allora io non ho più voglia di continuare». I giornalisti prendono nota, ma la promessa rimbalza già da qualche mese.
La gita romana va oltre lo show. Con il blitz capitolino l’ex comico riprende in mano le redini mediatiche del Movimento, porta «conforto» (come dice lui) ai suoi parlamentari provando a ricompattare anche quelli che yes men non sono mai stati. «Con i dissidenti ci siamo rivisti, ci siamo riconosciuti, ho visto persone intelligenti che dicono cose sensate». Abbracci per i dialoganti Francesco Campanella e Luis Orellana ma anche per Andrea Cioffi, uno dei due estensori dell’emendamento per l’abolizione del reato di clandestinità che fece infuriare i diarchi. A Palazzo Madama Grillo porge il ramoscello d’ulivo ma non rinuncia al bastone sulle iniziative legislative, come in tema immigrazione: «Serve ampia condivisione, magari un referendum».
Di novità sulla linea politica non se ne vedono. La gita fa morale, riaccende gli entusiasmi, avverte i disattenti. Pazienza se restano inevase le questioni di strategia parlamentare e i nodi programmatici, così come il fermento dei Meetup su democrazia interna e potere decisionale. «Grillo ha posto la questione della nostra irrilevanza politica solo dopo che glielo abbiamo fatto notare noi con forza», chiosano dai corridoi Cinque Stelle di Palazzo Madama. Il comizio stampa passa oltre e apre la strada al V-Day, il vero trampolino verso l’Europa dove i pentastellati tenteranno il colpaccio (Di Battista parla già di sfondare quota 30%). «Grillo ha fatto benissimo a venire - spiega a Linkiesta un senatore M5s - è mediatico in quel che fa e in quel che dice. Noi però, per problemi tecnici, aspettiamo la visita di Casaleggio che deve fornirci altri strumenti tecnologici per votare e condividere con la Rete gli emendamenti che presentiamo, altrimenti il percorso è impossibile». Quando sarà il turno del guru? «Dovrebbe arrivare a Roma la prossima settimana». Chissà che nel frattempo non cambi idea.
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/grillo-senato#ixzz2j8orfUNm
1 commento:
Povera Italia in che mani siamo!
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