venerdì 1 novembre 2013

Più che uno sguardo. Grillo è proprio di destra.

E Grillo disse ai suoi:
dobbiamo guardare a destra

Beppe Grillo occhi pallati LP 640
Di Toni Jop
1 novembre 2013
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Cronaca e teoria, teoria e cronaca. Gli orizzonti di Grillo - se saranno anche del M5S lo vedremo - si chiariscono in un dato di cronaca, segno dei tempi. Usciamo da un'era geopolitica in cui la disposizione sul campo di partiti e movimenti era legata ad una massa di saperi vecchi e nuovi, ad una elaborazione collettiva intellettualmente faticosa, ad una o più analisi della realtà. Grillo, con Berlusconi, crea invece sul campo e passo dopo passo i propri orizzonti: con lui non decade banalmente la modellistica (l'idea di una società organizzata in questo o in quel modo), decade il pensiero, decade la proiezione del pensiero, e non è poco, per far posto alla pulsionalità della «pancia», alla soggettività della «pancia del popolo» che il Movimento deve rappresentare, interpretare, anticipare in uno slancio iper-romantico che abbassa il centro di gravità delle cose dal vecchio «cuore» all'intestino, vissuto con passione militante, decisamente anti-illuminista.

LA VIA TELEVISIVA
È la via televisiva della politica, lo si ammetterà senza cedere le armi, e Grillo la rilancia in quell'ampia trascrizione della seduta che un paio di giorni fa ha messo assieme il Megafono e i suoi parlamentari e di cui ha riferito “Il Fatto”. Nel corso di questo meeting, Grillo ha - o avrebbe detto - «Se andiamo a sinistra siamo rovinati»...


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