Giulia Di Vita, la deputata grillina contro i check up
di Redazione - 29/10/2013 - La cittadina del Movimento 5 Stelle scrive una bestialità e scatena il pandemonio su Twitter
La deputata pentastellata la spara grossa, poi come spesso accade ai politici sui social network, per giustificarsi comincia a scavare.
L’HA DETTA GROSSA - Ieri Giulia di Vita ha consegnato a Twitter una frase che le è valsa accuse d’irresponsabilità: «I check up non riducono la mortalità, malattia, disabilità” slow medicine #decrescitafelice». Oggi, a distanza di tempo è possibile finalmente capire da dove le sia scaturita l’idea per un messaggio del genere, più precisamente dalla lettura di un’Ansa che la stessa deputata ha poi linkato di seguito per “dimostrare” la fondatezza della sua opinione.
CITARE A CASO - Lo studio, definito “ampio” e pubblicato sul British Medical Journal, non dice comunque che i check up siano inutili, ma soprattutto andrà compreso e analizzato prima di lanciarsi in stentoree dichiarazioni del genere, che rischiano di risolversi in un danno gravissimo per chi dovesse crederle vere, remando contro il lavoro di medici e istituzioni che hanno lavorato e speso per fare avanzare la cultura della prevenzione. Non c’è dubbio, e decenni di letteratura scientifica lo dimostrano, che la prevenzione abbia avuto un impatto notevole nella riduzione delle patologie e dei malati, non ci vuole uno scienziato per comprendere che tanti malanni che evolvono lentamente e silenziosamente, possono essere curati meglio se contrastati quanto prima. E a quello servono i check up, da lì la gravità d’affermazioni del genere in bocca a un parlamentare, che per di più molla lì la “slow medicine” e la decrescita felice a mo’ d’alternativa, ma forse erano proprio gli slogan il centro del suo interesse e al resto ha fatto poca attenzione.
IN ARRAMPICATA SUGLI SPECCHI - L’impreparazione della deputata è risultata poi evidente quando ha negato di aver detto che la prevenzione non serve, ci ha messo un po’ a collegare i check up con la prevenzione, ma alla fine grazie a qualche dritta preziosa deve averlo capito. Così come forse ha capito che non è il caso di citare a caso “studi internazionali” (l’Ansa non dice sia internazionale) senza avere la minima idea di cosa ci sia scritto veramente. Di certo si è risentità per le durezze e gli insulti che ha raccolto, ma è bene che si renda conto che le sue sono dichiarazioni irresponsabili, ma ce la farà, su Twitter ha trovato un sacco di volontari che la stanno correggendo senza farsi impressionare dai suoi tentativi d’evasione.
1 commento:
Ignorante 2.0
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