martedì 1 ottobre 2013

Somiglianze? Si assomigliano? Sono simili? E no. Sono perfetttamente uguali. Una fotocopia. L'uno la scannerizzazionedell'altro. Solo per Travaglio, Gomez, Scanzi e la Provincia Pavese sono diversi. Quelli che non sanno leggere il futuro poichè hanno troppi interessi nel presente da garantirsi.


ANALISI

Grillo e Berlusconi: leader allo specchio

Avversi a Napolitano. Accentratori. Pronti al voto. Pure col Porcellum. Le somiglianze tra Beppe e Silvio.

di Francesco Curridori
Grillusconismo. È questo il fenomeno nuovo della politica italiana? Tra attacchi a Giorgio Napolitano, richiesta di voto anticipato e possibili scissioni, in questi giorni convulsi sembrano non esser poche le convergenze tra Beppe Grillo e Silvio Berlusconi.
ANTISISTEMA E AUTORITARI.  «Il grillusconismo non è soltanto fantapolitica ma sta diventando una categoria anche della politica reale», spiega a Lettera43.it il sondaggista Alessandro Amadori, direttore di Coesis Research. «Sia Grillo sia Berlusconi sono leader carismatici, mediatici, autoritari e antisistema che vanno contro i corpi intermedi come i sindacati e i partiti tradizionali».
PER IL PORCELLUM. Una visione condivisa anche dal politologo Gianfranco Pasquino secondo cui i due leader «al momento hanno l’interesse convergente di andare alle urne col Porcellum perché è l’unica legge elettorale che al momento permette loro di controllare i propri parlamentari e che consentirebbe loro di raggiungere la maggioranza alla Camera».

M5s e Pdl: la mancanza di democrazia interna

Ma i parallelismi non sono finiti qui. Sia nel Movimento 5 stelle sia nel campo del centrodestra vi è da sempre un problema di democrazia interna che nei prossimi giorni potrebbe dare vita a scissioni - tra l'altro Carlo Giovanardi in queste ore uscito allo scoperto dichiarando di avere i numeri per un gruppo parlamentare autonomo - che a loro volta favorirebbero la nascita di un Letta bis.
Tra gli esponenti pentastellati, invece, si mormora di una quindicina di fuoriusciti che non disdegnerebbero un «governo di scopo». «In questo contesto, però, al Movimento 5 stelle conviene chiedere il voto. Per questo Grillo attacca Napolitano», spiega Amadori.
IL NODO DELLA COSTITUZIONE. Secondo Pasquino, invece, «Berlusconi e Grillo puntano il dito contro il presidente della Repubblica perché lo considerano il punto di equilibrio di un sistema da scardinare, il custode di una Costituzione che il Cavaliere ha cercato di cambiare, mentre Grillo nemmeno conosce».

B e il rischio di attaccare il Colle

Il politologo Alessandro Campi, invece, è più scettico sul fenomeno del grillusconismo: «Indubbiamente vi sono delle convergenze oggettive tra i due leader ma è solo una questione di tattica politica di breve durata perché Berlusconi ha dimostrato di poter cambiare idea nel giro di tre giorni».
Più che di convergenze, sarebbe meglio parlare di «divergenze», gli fa eco Maurizio Pessato, presidente di Swg, secondo cui Berlusconi e Grillo non sono paragonabili. «Il primo rappresenta la gestione di un potere economico mentre il secondo punta alla distruzione del sistema».
VOTI A RISCHIO PER IL CAV. Secondo Pessato «non v’è dubbio però che entrambi vedano in Napolitano il perno di una stabilità da scardinare. Ma, dal punto di vista elettorale, a Berlusconi può nuocere attaccarlo perché rischia di perdere i voti di parte dell’elettorato moderato che non ama certe estremizzazioni».
Pericolo quest’ultimo che sottolinea anche Amadori: «I flussi elettorali delle scorse Politiche ci dicono che Berlusconi ha perso voti a favore di Grillo e quindi il bacino elettorale a cui attingono è simile, ma uno scontro con il Quirinale potrebbe far perdere all'ex premier consenso. Gli italiani nutrono ancora grande fiducia verso la figura del presidente della Repubblica».
Martedì, 01 Ottobre 2013

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