giovedì 3 ottobre 2013

Chi come Pini specula su questi morti per qualche voto in più alle prossime elezioni merita proprio di essere cacciato dal nostro paese.


IMMIGRAZIONE

Lampedusa, barcone naufragato: ci sono morti

In mare 133 cadaveri, 200 dispersi (fotovideo). La notizia su tutti i media stranieriLe nuove rotte della disperazione.

Mediterraneo mare di sangue e di disperazione. All'alba del 3 ottobre al largo di Lampedusa nei pressi dell'isola dei Conigli, un barcone con a bordo 500 migranti ha preso fuoco e si è rovesciato seminando ancora morte (foto). «Un orrore. Basta! Ma che cosa aspettiamo? Cosa aspettiamo oltre tutto questo?», ha sbottato il sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini (leggi l'intervista rilasciata a Lettera43.it), davanti ai corpi adagiati sulla battigia della sua isola, incredula e in lacrime per la rabbia dettata dall'impotenza.
PARTITI DALLA LIBIA. Questa volta il viaggio della speranza era partito 12 ore prima, dalla Libia. L'inquietante escalation sul numero dei cadaveri recuperati ha fatto schizzare il bilancio a quota 133. Tra i quali molte donne (una incinta) e bambini (video). Numerose vittime sono state trovate anche all'interno del barcone affondato.
In banchina, data per morta, era stata portata in mezzo alle salme anche una donna viva. «Solo dopo ci siamo accorti che era viva e aveva ingerito nafta», ha detto Giuseppe Noto, direttore sanitario dell'Asp 6. «È stata rianimata e trasportata in ospedale». Nell'elicottero che ha trasportato i feriti c'era anche una donna incinta al settimo mese. Insieme a loro una bimba siriana arrivata la notte precedente alla tragedia.
«Non finiscono mai di portare e scaricare morti», ha detto tra i singhiozzi il sindaco, che si aggirava smarrita tra la fila di corpi sul molo. Con un filo di voce ha aggiunto: «Venite a vedere. È una scena impressionante».
FUOCO PER FARSI NOTARE. Il drammatico e beffardo epilogo sarebbe scaturito da fiamme auto-prodotte a bordo dell'imbarcazione: per farsi notare da un peschereccio poco distante gli extracomunitari hanno dato fuoco a una coperta. Secondo quanto riferito dai carabinieri, sarebbe stata la miccia che ha trasformato il mezzo in un rogo infernale. Il fuoco si sarebbe propagato al barcone, incendiandolo, a causa di una perdita di carburante.
La conta è tuttavia destinata ad aumentare. Altri uomini sono stati avvistati in mare.
CENTINAIA IN ACQUA. Le prime testimonianze di alcuni soccorritori hanno parlato di centinaia di migranti ancora in difficoltà in acqua.
L'allarme del naufragio è stato dato dall'equipaggio di due pescherecci che transitavano nella zona.
Sul luogo due motovedette, una della guardia costiera e una della guardia di finanza. Elicotteri e mezzi aerei stanno sorvolando sulla zona del naufragio.
NE TRASPORTAVA 500. Secondo le prime informazioni raccolte sulla banchina del porto, il mezzo trasportava circa 500 migranti. Lo ha detto all'Ansa il commissario straordinario dell'Asp di Palermo, Antonio Candela, che sta coordinando le operazioni di assistenza ai feriti.
Finora sono giunti in porto circa 155 naufraghi tratti in salvo dalle motovedette e da alcune barche di diporto che stanno partecipando ai soccorsi.
«Siamo partiti due giorni fa dal porto libico di Misurata. Su quel barcone eravamo in 500. Non riuscivamo nemmeno a muoverci. Durante la traversata tre pescherecci ci hanno visto ma non ci hanno soccorso», hanno raccontato alcuni superstiti.
FERMATO UNO SCAFISTA. Uno dei presunti scafisti è stato fermato dalla polizia. È un giovane tunisino che era stato raccolto tra i superstiti. Sarebbe stato riconosciuto da un gruppo di migranti.
  • Il 3 ottobre è naufragato un barcone al largo di Lampedusa nei pressi dell'isola dei Conigli.

La Lega Nord: «Tutta colpa del duo buonista Boldrini-Kyenge»

Immediate le reazioni dal mondo della politica. Spicca la nota provocatoria della Lega Nord.
«La responsabilità morale della strage che nelle acque di Lampedusa è tutta della coppia Boldrini-Kyenge. La loro scuola di pensiero ipocrita, che preferisce politiche buoniste alle azioni di supporto nei Paesi del terzo mondo, ha portato a risultati drammatici come questi. Continuando a diffondere senza filtri messaggi di accoglienza si otterrà la sola conseguenza di mietere più vittime di una guerra. Tanto la Boldrini quanto la Kyenge hanno sulla coscienza tutti i clandestini morti in questi ultimi mesi», ha dichiarato Gianluca Pini, vice presidente del Carroccio a Montecitorio.
ALFANO SULL'ISOLA. Appreso della tragedia, il premier Enrico Letta si è incontrato con il vice premier e ministro dell'Interno Angelino Alfano, hanno riferito fonti di Palazzo Chigi.
Alfano si è quindi recato sull'isola per verificare la situazione in rappresentanza del governo e per rendere omaggio alle vittime.
«SCENE CHE OFFENDONO L'EUROPA». Proprio per questo motivo è stata annullata la conferenza stampa che dovevano tenere i ministri del Popolo della libertà alle 11.30.
«Speriamo che l'Unione europea si renda conto che non è un dramma italiano ma europeo», ha detto il ministro dell'Interno che ha anche telefonato al commissario Ue Cecilia Malmstrom. «Ho visto i corpi, una scena raccapricciante, una scena che offende l'Occidente e l'Europa».
TELEFONATA CON BARROSO. Nel pomeriggio Alfano ha avuto anche un appuntamento telefonico con il presidente della Commissione europea Josè Barroso: «Abbiamo fatto sentire la nostra voce», ha detto.
Secondo quanto riferito dal vicepremier, i pescherecci passati nelle vicinanze del barcone naufragato nella notte vicino a Lampedusa «non lo hanno visto, altrimenti sarebbero intervenuti. Gli italiani sono di grande cuore, abbiamo soccorso 16 mila naufraghi».
LETTA CHIAMA IL SINDACO. Il premier Enrico Letta ha telefonato al sindaco di Lampedusa, ringraziando il primo cittadino e gli abitanti dell'isola. Quindi ha promesso di recarsi di persona sul luogo della tragedia non appena le condizioni lo consentiranno.
BOLDRINI: «BASTA INDIFFERENZA». Il presidente della Camera, Laura Boldrini, ha sottolineato la perdurante mancanza di soluzioni a questi drammi e annunciato che ha intenzione di raggiungere l'isola: «Siamo tutti vittime consapevoli o no, di quella 'globalizzazione dell'indifferenza' che proprio a Lampedusa papa Francesco ha denunciato in modo sferzante».
IL PAPA: «È UNA VERGOGNA!». «Viene la parola vergogna, è una vergogna!», ha esclamato 'a braccio' papa Francesco riferendosi al naufragio.

La condanna dell'Europa: «La politica italiana è sbagliata»

Il naufragio è arrivato a solo un giorno dalla grave condanna del Consiglio d'Europa sulle politiche immigratorie dell'Italia.
Il 2 ottobre Strasburgo, ancora una volta, aveva giudicato «sbagliate o controproducenti» le misure prese in questi ultimi anni dall'Italia per gestire i flussi migratori.
In un rapporto approvato all'unanimità dalla commissione migrazioni dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa è stato sottolineato che quanto fatto sinora non ha messo «l'Italia in grado di gestire un flusso che è e resterà continuo».
NO AI RITORNI FORZATI. Il rapporto ha criticato in particolare i ritorni forzati di immigrati in Paesi, come la Libia, dove rischiano la tortura, se non la vita, la gestione dei Cpt, la decisione di dichiarare continuamente lo stato d'emergenza per «adottare misure straordinarie al di là dei limiti fissati dalle leggi nazionali e internazionali».
ITALIA CALAMITA PER MIGRANTI. Nel testo viene spiegato poi che «a causa di sistemi di intercettazione e di dissuasione inadeguati», l'Italia si è di fatto trasformata in una calamita per l'immigrazione, in particolare per gli immigrati che cercano una vita migliore all'interno dell'area Schengen.
E come se non bastasse il documento ha affermato che alcune delle scelte fatte dalle autorità italiane «rischiano di minare la fiducia nell'ordine legale europeo e nella Convenzione di Dublino».
RESPONSABILITÀ NON CONDIVISE. Infine, è stato evidenziato che la strada sinora seguita dall'Italia «non ha aiutato a convincere gli altri Paesi membri della Ue a condividere la responsabilità» per i flussi in arrivo sulle coste italiane.
Nel testo, che l'assemblea deve discutere e votare in plenaria nei prossimi mesi, si chiede all'Italia di adottare una politica corrente che permetta al Paese di gestire in modo efficiente immigrati, richiedenti asilo e rifugiati.
Secondo l'autore del rapporto, il britannico Christopher Chope, «l'Italia ha le risorse per farlo e solo facendolo potrà assicurarsi il sostegno e la solidarietà dei Paesi europei».
L'UE: «VEDIAMO CHE FARE PER AIUTARE». Il commissario Ue Johannes Hahn questa volta ha commentato così: «Le istituzioni Ue esprimono la loro tristezza per quanto avvenuto a Lampedusa. È una vera tragedia che ha coinvolto anche bambini. L'Ue deve vedere cosa fare per aiutare».
IL CONSIGLIO D'EUROPA: «PIÙ SOLIDALI CON L'ITALIA». Il Consiglio d'Europa ha sottolineato che «i Paesi del Consiglio d'Europa e dell'Ue devono mostrare maggiore solidarietà con l'Italia e gli altri», in prima linea sul fronte degli arrivi degli immigrati irregolari. Lo sottolineain una nota sull'approvazione del rapporto che boccia la politica migratoria dell'Italia già anticipato ieri dall'Ansa.
BAN KI-MOON ESORTA AD AGIRE. La morte dei migranti africani a Lampedusa «deve spingere all'azione» per il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. «Dobbiamo fare di più per proteggere i diritti umani di tutti i migranti», ha aggiunto lanciando un piano in otto punti sul tema dell'immigrazione.

In 10 anni oltre 6.200 morti nel canale di Sicilia

L'ennesimo naufragio nel canale di Sicilia ha allungato l'elenco di vittime senza nome ingoiate dal Mediterraneo: migliaia di uomini, donne e bambini morti nella ricerca di un futuro migliore.
Secondo Fortress Europe, dal 1994 nel solo canale di Sicilia sono morte oltre 6.200 persone, più della metà (4.790) disperse.
Il 2011 è stato l'anno peggiore: tra morti e dispersi, sono scomparse almeno 1.800 persone, 150 al mese, cinque al giorno.
Ecco un elenco dei principali naufragi avvenuti nel canale di Sicilia:
25 DICEMBRE 1996. Notte di Natale, 300 annegarono tra Malta e Sicilia, dopo lo scontro tra un cargo libanese e una motonave.
20 GIUGNO 2003. Una barca con 250 immigrati naufragò al largo della Tunisia: 50 i corpi ritrovati, 160 i dispersi, 41 sopravvissuti.
20 OTTOBRE 2003. Soccorso barcone di immigrati disperso nel canale di Sicilia: almeno 70 i morti, gettati in mare.
4 OTTOBRE 2004. Un'imbarcazione con 75 clandestini si inabissò davanti alle coste della Tunisia: 17 morti, 47 dispersi
19 AGOSTO 2006. Un barcone con 120 clandestini venne soccorso, ma gli immigrati si accalcarono e la barca si rovesciò: 10 corpi recuperati, 40 dispersi.
12 MAGGIO 2008. Un mezzo con 66 immigrati andò alla deriva per giorni. A bordo, 47 persone morirono di fame e freddo e furono gettate in mare dai compagni. Altri tre furono ritrovati morti.
24 SETTEMBRE 2008. Una decina di extracomunitari mor nel naufragio dell'imbarcazione al largo di Malta.
31 MARZO 2009. Quattro barconi con oltre 500 migranti affondarono tra Africa e Italia. Più di 100 i dispersi.
11 FEBRAIO 2011. Naufragò un motopesca partito dalla Tunisia: 40 immigrati dispersi.
14 MARZO 2011. Barcone diretto in Italia naufragò non lontano dalle coste tunisine: almeno 60 immigrati a bordo.
30 MARZO 2011. Naufragio nel Canale di Sicilia: sette morti, tra cui una donna incinta e un bambino.
22-25 MARZO 2011. Si persero le tracce di due barconi, uno con 335, l'altro con 68 migranti a bordo, partiti dalla Libia.
PRIMO APRILE 2011. I corpi di 27 tunisini morti nel naufragio di due barche dirette in Italia scoperti sulle coste di Kerkennah.
3 APRILE 2011. 70 corpi recuperati dopo un naufragio davanti alle coste di Tripoli.
6 APRILE 2011. Barcone si rovesciò in acque maltesi: salvi 51, ma a bordo erano 300. Decine i cadaveri avvistati.
6 MAGGIO 2011. Barcone con oltre 600 migranti naufragò davanti alle coste libiche. Centinaia i dispersi.
2 GIUGNO 2011. Nave con 700 a bordo in avaria al largo della Tunisia: almeno 270 dispersi.
16 GENNAIO 2012. Gommone con 55 somali disperso a largo Libia.
17 MARZO 2012. Gommone soccorso a sud Lampedusa, cinque morti.
3 APRILE 2012. 10 morti durante la traversata Libia-Lampedusa.
10 LUGLIO 2012. 54 morti nella traversata Libia-Lampedusa: il gommone si sgonfiò e andò alla deriva.
3 NOVEMBRE 2012. Un gommone si ribaltò a 35 miglia dalle coste libiche: la guardia costiera e la marina militare salvarono 70 migranti e recuperarono i cadaveri di tre naufraghi
30 MARZO 2013. La guardia costiera intercettò un gommone con 88 migranti: a bordo c'erano due morti, uccisi da fame e freddo.
16 GIUGNO 2013. I soccorritori salvarono decine di naufraghi aggrappati alle gabbie per l'allevamento dei tonni nel canale di Sicilia: almeno sette migranti morirono annegati
26 LUGLIO 2013. Si ribaltò un gommone a 29 miglia dalla Libia: i soccorsi recuperarono 22 migranti mentre altri 31, secondo il loro racconto, finirono in fondo al mare.
30 SET 2013. Un barcone si arenò a meno di 100 metri dalla costa di Scicli: 13 migranti morirono nel tentativo di raggiungere a nuoto la terraferma.
Giovedì, 03 Ottobre 2013

1 commento:

Unknown ha detto...

Povera Italia che ha perduto la sua umanità

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...