Il grande “Boh” di Sergio Cofferati
Oggi l’ex segretario della Cgil annuncia sul Fatto di aver abbandonato anche la nuova sigla della sinistra radicale, e adesso?
Forse non lo sapevate, ma Sergio Cofferati ha di nuovo cambiato partito. Dopo aver lasciato il Pd perché non era riuscito a vincere le primarie in Liguria, dopo aver flirtato con Possibile (il gruppo underground di Pippo Civati), dopo aver co-fondato qualche mese fa Sinistra italiana, oggi l’ex segretario della Cgil annuncia di aver abbandonato anche la nuova sigla della sinistra radicale. Il ferale annuncio è contenuto in un’intervista al Fatto che è già entrata nella storia gloriosa e complessa del movimento operaio italiano.
Non è chiaro se Cofferati abbia lasciato il partitino di Fratoianni e Fassina perché, come sostiene, “erano stati assunti impegni che poi sono stati disattesi” (quali impegni? chi li ha disattesi?), oppure, più banalmente, perché non è riuscito a diventarne il leader. E quando si ha una certa età, capite bene che non si può sempre ricominciare da zero.
Le speranze e le ambizioni deluse di Cofferati non gli impediscono tuttavia di continuare a recitare la favoletta stucchevole sulla sinistra che c’è, non c’è, è in crisi ma ha ragione, combatte ma perde, perde ma ha ragione… “Se la sinistra non è riuscita a raccogliere 500mila firme [per il referendum costituzionale, ndr], vuole dire che non ha un’identità con cui proporsi alla gente”, sentenzia severo il leader mancato. “Il problema – aggiunge con la consumata saggezza di chi la sa lunga – è chiarire cosa sei e cosa vuoi”.
E Cofferati cos’è, cosa vuole? Boh. “C’è un grande spazio libero in quell’area”, insiste il nostro topografo indicando la sinistra a sinistra del Pd – anzi, l’unica sinistra possibile, perché “non si può stare a sinistra se si vota Sì”, mentre invece se si vota No si è sicuramente di sinistra: i dubbiosi possono chiedere conferma a Brunetta o a Salvini.
Certo, concede preoccupato l’aspirante Corbyn, “quell’area” è insidiata dai grillini, ma la soluzione è semplice: sarà sufficiente “costruire un partito con idee chiare”. D’accordo, questa l’hai già detta. Quali idee? Boh. Però, aggiunge il mancato Sanders, “poi bisognerà trovare dei leader”. Ora sì che si capisce: prima le idee chiare, poi i leader. Perfetto.
E nel frattempo? “Continuerò il lavoro nel Parlamento europeo”, annuncia solenne Cofferati. Quale lavoro, per conto di chi? Boh.
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