giovedì 14 luglio 2016

Il caso del senatore Vacciano: la Casaleggio non può privatizzare il Parlamento

M5S
Una veduta dell'Aula di Palazzo Madama durante le dichiarazioni di voto al ddl sull'equilibrio di bilancio di Regioni ed Enti locali, Roma, 13 luglio 2016.
ANSA/GIUSEPPE LAMI
Ieri gli interventi degli ex M5S sulla richiesta di dimissioni del senatore Vacciano hanno messo in evidenza le pressioni che l’azienda privata sta esercitando sulla vita del Parlamento
 
Ieri abbiamo votato, per la seconda volta, nell’aula del Senato, le dimissioni, respinte, del senatore ‪Vacciano‬, ex M5S. Nel suo intervento il senatore ha sostenuto che non crede più nel Movimento che lo ha eletto e che per questo i senatori avrebbero dovuto lasciare, votando le sue dimissioni, che venisse sostituito da un altro. Mi sembra un caso interessante per riflettere su cosa sia il vincolo di mandato, proibito dalla Costituzione, e l’impegno di un parlamentare quando ritenga che il gruppo con cui è stato eletto abbia tradito le attese sue e, di conseguenza, presumibilmente, degli elettori che la pensavano come lui.
Ma ancor di più mi è sembrato interessante il dibattito che ne è scaturito: alcuni senatori esuli dal M5s, la senatrice Serenella Fucsia, il senatore Lorenzo Battista e il senatore Fabrizio Bocchino, anche loro contrari alle dimissioni di Vacciano, hanno denunciato in Aula i metodi verticistici e coercitivi in uso nel gruppo parlamentare pentastellato:

“I rimborsi vengono fuori dappertutto e sono male amministrati, a beneficio di fedelissimi che continuano ad attingere senza rispetatre le esigenze di tutti, Sono quindi venute meno quella coralità e quell’alta politica che volevamo cambiare” (senatrice Fucsia);
“…come spesso è successo in altri episodi, compreso quello che ha riguardato il sottoscritto, quando ci si trova a parlare di espulsioni c’è il capogruppo di turno che si trova a fare il portavoce della Casaleggio Associati: all’epoca c’era lo stesso Gianroberto Casaleggio, che telefonò al capogruppo e decise l’espulsione dal gruppo del senatore Vacciano, e così avvenne” (senatore Battista);
“Ebbene noi non possiamo che prendere atto di quanto accaduto e constatare che, nella sventurata circostanza che le sue dimissioni dovessero essere accolte si produrrebbe il gravissimo precedente di un’azienda privata che è riuscita, tramite pressioni, dirette e indirette, a far dimettere un parlamentare della Repubblica” (senatore Bocchino).
Mi sembra evidente come tutti questi interventi mettano in evidenza le pressioni che una azienda privata esercita sulla vita del Parlamento. Mi chiedo se questo non prefiguri una palese violazione dell’articolo 67 della Costituzione («Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato») e del regolamento del Senato.

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