venerdì 15 luglio 2016

Consulenze Asl, M5S fa scudo attorno a Raggi. Iscrizione nel registro degli indagati? "Accuse ridicole". Niente sondaggio sul blog

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Il Movimento 5 Stelle si prepara a fare scudo attorno a Virginia Raggi: “Le accuse? Sono ridicole, montate ad arte”. Se il neo sindaco di Roma dovesse essere iscritto nel registro degli indagati a causa delle consulenze alla Asl di Civitavecchia non dichiarate, i grillini sono pronti ad alzare le barricate in difesa del primo cittadino. È una questione non degna di molta attenzione, spiegano dallo staff del sindaco. Si tende così a sminuire: “L’iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto poiché è stato presentato un esposto, peraltro dal Pd. Nulla di più”, spiegano i 5 Stelle. La difesa quindi è totale. Lo stesso Beppe Grillo è arrivato a Roma e per due ore si è intrattenuto in Campidoglio per far vedere che da parte sua c’è il “massimo sostegno” senza se e senza ma. “Virginia adesso deve solo pensare a lavorare”, dicono le persone a lei più vicine.
Quindi per il sindaco di Roma, da cui passa il futuro del Movimento sul piano nazionale in vista delle elezioni politiche, si farebbe un’eccezione anche alla regola del sondaggio online. Un mese fa, in piena campagna elettorale, era stata la stessa Raggi a dire che “se un sindaco riceve un avviso di garanzia deve sentire i cittadini che si potranno esprimere creando un accesso al sito del Comune o sul blog di Grillo”. In realtà nulla di tutto questo è in programma. In caso di iscrizione nel registro degli indagati, che la Procura di Roma secondo il quotidiano La Stampa sarebbe a un passo dal mettere nero su bianco, alcun sondaggio verrà fatto. Neanche in caso di avviso di garanzia. Ciò dimostra come la figura della Raggi, al momento, non deve essere scalfita in alcun modo: uno stop a Roma sarebbe un pessimo biglietto da visita per le prossime elezione in cui Luigi Di Maio si gioca la premiership contro Matteo Renzi.
I vertici del Movimento 5 Stelle considerano quella della Raggi una semplice “dimenticanza” dovuta al fatto che nel 2014 non aveva percepito alcun compenso dalla Asl di Civitavecchia. Per tale ragione non avrebbe dichiarato la consulenza nell’autocertificazione del 2014. Alcuni nel mondo pentastellato romano avevano storto il naso poiché per legge chi riveste incarichi politici e amministrativi, come la Raggi che nel 2013 era consigliere comunale, ha l’obbligo di dichiarare tutti i dati relativi all’assunzione di altre cariche presso enti pubblici e privati, e relativi compensi. Raggi si è difesa spiegando che quell’incarico di recupero credito era stato regolarmente comunicato al Comune di Roma e alla Asl. Quanto all’incarico di circa 8 mila euro, ha sottolineato il suo legale, “Raggi ha emesso fattura nel 2014 per euro 1.878,00 a titolo di acconto, fattura pagata solo nel 2015, ragione per cui la somma entra nella dichiarazione dei redditi del 2016” e nell’autocertificazione del 2015. Se sia o meno tutto regolare saranno, a questo punto, i magistrati a deciderlo. I 5Stelle però hanno già emesso sentenza. E la sentenza è che non sarà ascoltata la Rete e che la Raggi andrà avanti. 

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