lunedì 11 luglio 2016

Parlare di correnti del M5S è una parola grossa. Il partito delle correnti era la DC. Quando parliamo di grillini dobbiamo introdurre il concetto di famiglie.

Raggi, mani legate dalle correnti

M5S
Roberta Lombardi durante la "Notte dell'Onestà" del M5s a piazza del Popolo, Roma, 24 gennaio 2015. ANSA/ ANGELO CARCONI
Anche i 5 Stelle premiano i parenti: la moglie di De Vito assessora al III municipio
 
La salita del Campidoglio è sempre più dura per Virginia Raggi, sindaca di Roma che, come si era capito già durante la campagna elettorale, non riesce a muoversi autonomamente ma deve rispondere al “Codice di comportamento” del buon grillino.
Per ogni gesto, scelta e soprattutto per ogni nomina, deve passare per lo “staff” per giunta litigoso, a partire da Roberta Lombardi e Paola Taverna, al “portavoce” M5S a Strasburgo (che non si capisce cosa c’entri con Roma), Fabio Massimo Castaldo a quello, già più attinente, del Consiglio regionale del Lazio, Gianluca Perilli. E, nella domocrazia diretta ma assolutamente piramidale, a controllare il tutto è il “direttorio” e, al vertice, Grillo e la Casaleggio associati.
Come si diceva, le scelte di Roma rischiano di essere prese a Milano. E anche i primi passi sono resi difficili dalla guerra all’interno dei 5 Stelle, movimento nel quale, contrariamente alle dichiarazioni, si sono create delle correnti. E ancora non è stata occupata la casella del Capo di Gabinetto, dopo la decisione di Daniela Morgante di non lasciarsi massacrare dal «tritacarne» grillino: proposta prima come assessore in pectore al Bilancio e poi capo di Gabinetto, poi non ha saputo più nulla, racconta lei stessa e si è ritrovata attribuita a lei l’intenzione di essere favorevole alla richiesta di pre-dissesto finanziario, cosa che la magistrata della Corte dei Conti ha smentito.
Anche dietro a questo caso sembra che ci sia la guerra delle correnti pentastellate, perché Morgante (che è stata assessore al Bilancio della Giunta Marino), sembra fosse sponsorizzata da Roberta Lombardi, che fa “asse”con Marcello De Vito, soprannominato “Mr Preferenze” e limitato al ruolo, istituzionalmente importante, di presidente dell’Assemblea capitolina.
Ma a premere per cambiare nome, quindi per escludere la magistrata della Corte dei Conti, potrebbe essere stato anche l’assessore al Bilancio, Marcello Minenna, che proporrebbe Carla Raineri, anche lei magistrato che era stata chiamata dall’ex commissiario Tronca a capo dell’anticorruzione del Comune di Roma, con la quale l’assessore ha già lavorato. Per ora comunque Raggi affida una sorta di “interim” alla vice capo Gabinetto, Virginia Proverbio.
Minenna, dirigente Consob, deve rispondere a una interrogazione Pd se intende o no mantenere il doppio stipendio. Nel frattempo un miniparentopoli a 5 Stelle: la moglie di De Vito, Giovanna Tadonio, avvocata, è diventata assessore alla Sicurezza e alla Polizia Municipale nel III municipio presieduto dalla pentastellata Roberta Capoccioni, nei quartieri (Nomentano-Montesacro) in cui è forte la coppia-corrente Lombardi-De Vito.
Oggi Raggi sembra essersi affezionata alla fascia tricolore, ma oggi non la indosserà, infatti non sarà presente all’inaugurazione della pista di atletica ad Ostia insieme al sottosegretario Luca Lotti e il presidente del Coni Giovanni Malagò. Forse troppo in odore di Olimpiadi? Meglio evitare l’imbarazzo, per Virginia Raggi, soprattutto dopo che ad annunciare la sua presenza era stato il premier Matteo Renzi.
Così andrà il vicesindaco di Roma, nonché assessore allo Sport, Daniele Frongia. Sicuramente la sindaca non potrebbe attribuirsi alcun risultato, visto che la pista di atletica ad Ostia è uno dei primi interventi realizzati con i 100 milioni messi a disposizione del Coni da Palazzo Chigi per progetti di impianti sportivi nelle periferie. Chi si sta dando da fare è l’assessora alla Sostenibilità ambientale, ovvero ai rifiuti, Paola Muraro, che ha cercato di sollecitare la pulizia nei municipi e che ora deve cercare di scongiurare lo sciopero dell’Ama previsto (anzi spostato) al 13 e 14 luglio, le cui conseguenze saranno pesanti sulle condizioni di sporcizia della capitale.
Il Codacons reclama che lo sciopero dovrebbe essere «vietato in considerazione degli evidenti pericoli igienico-sanitari per la popolazione che lo stesso comporta», e il presidente dell’associazione dei Consumatori si appella al sindaco e al Prefetto di Roma. Tra i problemi urgenti anche la ricerca di una collocazione di migranti ormai ammassati in via Cupa, dopo la affrettata chiusura del Baobab mesi fa, senza che venisse trovata una alternativa.
Per non parlare dell’Estate romana, ormai aperta con pochi eventi, lungi dalle stagioni di gloria. Non è facile anche la scelta dei presidenti delle commissioni in Campidoglio, un puzzle che l’M5S vorrebbe risolvere entro giovedì. Le commissioni restano 12, la fetta principale sarà presieduta dai consiglieri grillini che hanno avuto esperienza nei vari consigli municipali, i cosiddetti “portavoce”dei municipi. La commissione Trasparenza sarà affidata all’opposizione e dovrebbe andare a Marco Palumbo del Pd; la vicepresidenza, invece alla consigliera grillina Monica Montella.
Da decidere anche gli staff del sindaco e degli assessori, mentre nell’opposizione scoppiano, a destra, le prime magagne e le prime defezioni: nasce già il Gruppo Misto dove si rifugerà Ignazio Cozzoli, che lascia lascia la Lista Marchini. Coordinatore romano dei fittiani Conservatori e Riformisti, nella scorsa legislatura sostenne Alemanno e fu uno dei 26 consiglieri comunali che firmarono davanti al notaio le dimissioni per far cadere Marino

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