Davigo: "Politici perbene non siedano vicino ai corrotti"
Il presidente dell'Anm propone incentivi per chi denuncia la corruzione e invita la politica a fare valutazioni autonome rispetto ai procedimenti giudiziari: "Vorrei vivere in un Paese dove ci vuole coraggio a fare il delinquente, non a essere onesto"

Nessuna vergogna. Ma il presidente dell'Associazione nazionale megistrati lancia anche un appello: "I politici perbene non dovrebbero stare seduti vicino ai corrotti", ha detto. "Nel 1992 erano molti i politici che si vergognavano di essere stati sorpresi a rubare. Ho detto, ricevendo molte critiche, che oggi in molti continuano a rubare, ma non si vergognano più. Ribadisco che molti lo fanno, che non vuol dire tutti: per distinguere le pecore bianche da quelle nere, bisogna fare i processi".
E continua: "A qualche politico ho chiesto se si rendeva conto che se continuava a sedersi vicino a un corrotto, i cittadini fossero autorizzati a pensare che siete uguali. Sarebbe meglio dire 'finché c'è lui, io qui non mi siedo'. E forse allora - ha concluso Davigo - anche chi commette reati tornerebbe a vergognarsene".
Corruzione come pizzo. Per Davigo, secondo cui "la corruzione della classe dirigente fa più danni della microcriminalità", "siamo in presenza di un sistema criminale, del tutto simile a quello di Cosa Nostra per la riscossione del pizzo. Per la corruzione in Italia, non si tratta di devianze individuali, si tratta di un sistema seriale, perché tende a ripetere il reato, e diffusivo, in quanto cerca di tirare dentro più soggetti possibile".
Il ruolo della politica. Il presidente ritiene che "il potere politico compie un errore gravissimo quando, di fronte a episodi di corruzione che riguardano esponenti politici, si limita a dire che occorre attendere che la giustizia faccia il suo corso". Per Davigo questo tipo di atteggiamento "è una sorta di delega della politica alla magistratura a compiere una selezione della classe dirigente. Ma la politica dovrebbe invece - secondo il presidente dell'Anm - dimostrare una propria, autonoma capacità di valutazione rispetto ai procedimenti giudiziari. Se la politica si avvalesse su questo tema di una sua autonomia
Nessun commento:
Posta un commento