giovedì 14 luglio 2016

Un eletto di qualsiasi partito che accetti di essere un servo non merita di essere eletto dal popolo. E se il popolo lo elegge, non è un popolo serio.

Casaleggio jr riunisce i sindaci e spiega come devono parlare

E Grillo torna “leader culturale”: non dimenticate chi siamo
ANSA
Grillo è tornato a farsi sentire come «leader culturale», dice qualcuno nel Movimento cinque stelle. E ha ridato la linea a Di Maio e al direttorio

14/07/2016
ROMA
Beppe Grillo è tornato. Come un padre che non riesce ad abbandonare la sua creatura. Non è semplice nostalgia, ma garanzia. Se oggi chiedi a un 5 Stelle chi è Grillo per loro, ti risponde: «E’ un leader culturale». O, scherzando: «L’Eletto che non è mai stato eletto».  

Ma che significa se Virginia Raggi fa due nomine poco gradite e Grillo, pungolato da Roma, alza il telefono e le dice «quei due nomi non vanno bene»? Cosa vuol dire questo blitz improvviso nella Capitale durante una seduta congiunta tra deputati e senatori (quasi un inedito), seguito da visita ufficiale in Campidoglio da Raggi e poi riunione in gran segreto con il direttorio nel suo hotel? Rassicura, incoraggia, ma soprattutto ricorda a tutti da dove vengono. Ieri sera si è goduto l’invito vip all’inaugurazione privata del mercato Terrazza Termini (dove si è intrattenuto con Bruno Vespa). Martedì ha incontrato Luigi Di Maio per un faccia a faccia, dopo le voci che li davano quasi in rotta. Prima, era stato alla riunione con i parlamentari per spronarli: «Ora che governiamo, dobbiamo portare avanti le nostre battaglie, realizzare quello per cui siamo nati». Questo fa di lui il «leader culturale». Colui che riporta al verbo originale, allo spirito del 2005 all’embrione di quello che sarebbe diventato il M5S. Gianroberto Casaleggio non c’è più, e il peso dell’ortodossia ricade tutto sulle spalle di Grillo che prima di partire per le vacanze in Sardegna ha avviato l’organizzazione di Italia a 5 Stelle. Il ritrovo annuale si terrà il 24-25 settembre a Palermo, città non scelta a caso. Il prossimo obiettivo dei pentastellati è la Sicilia: sarebbe la prima Regione. Grillo ci crede e per questo ieri con il direttorio all’Hotel Forum ha cominciato ad affinare il programma, che punterà molto sulla scena internazionale, ospitando network americani tipo Occupy, aprendosi alle grandi sfide globali (terrorismo, Unione Europea, banche).  
Il M5S deve crearsi una credibilità fuori dall’Italia, ma nello stesso tempo la linea va seguita senza sbandamenti, o eresie. Ecco perché il comico genovese, tornato sulla scena politica come non mai da quando aveva scelto il «passo di lato», si è raccomandato soprattutto del coordinamento: «Sindaci, consiglieri e parlamentari si devono parlare tra di loro».  

In quest’ottica va letto il summit con Davide Casaleggio che oggi riunirà una quarantina tra sindaci neo-eletti, portavoce locali, consiglieri regionali, eurodeputati. L’incontro non si terrà nella sede della Casaleggio, anche un po’ per smarcarsi dalle accuse di un partito gestito da un’azienda privata. Come aveva già annunciato il padre Gianroberto, l’intero asset della comunicazione a tutti i livelli amministrativi finirà sotto il coordinamento di Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi, che non avranno più il semplice ruolo di responsabili di Camera e Senato. Saranno loro gli artefici di una centralizzazione che servirà a prevenire e coprire tutte le falle. In poche parole, si vuole evitare «l’effetto-Pizzarotti», il sindaco di Parma neanche invitato: «Schegge impazzite che fanno di testa loro» spiegano dallo staff. Ora che il M5S non è più solo opposizione, ma governa in importanti città come Roma e Torino, si deve attrezzare per spiegare quanto viene fatto. La riunione, a cui Raggi e Chiara Appendino dovrebbero inviare due delegati, sarà anche un vero e proprio corso di formazione per i sindaci: si parlerà del sistema Rousseau, la piattaforma per le proposte di legge condivise con i cittadini, e di come comunicare sui social, le tv e i mai amati giornali. Sempre sotto l’occhio attento dei capi comunicatori di Roma. Un esempio: un giornale chiama il sindaco di Ragusa su un argomento potenzialmente problematico? Il cronista riceve a sua volta una telefonata, non dagli assistenti del sindaco siciliano ma dalla Camera per sapere di che si tratta. 

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