Una manovra da 27 miliardi organizzata intorno a quattro assi, per un’Italia «forte, semplice, giusta e orgogliosa». Il Consiglio dei ministri, cominciato intorno all’una e concluso un’ora e mezza dopo, ha varato la legge di stabilità 2016. «Lo slogan di questa manovra è “l’Italia col segno più”», ha chiarito subito il premier Matteo Renzi. 
Renzi: «È legge di fiducia»
Basta con il vittimismo rassegnato, che «è ostacolo alla crescita», ha sottolineato il premier. Perché invece «il nostro destino è nelle nostre mani». E allora, «si legge legge di stabilità ma si pronuncia legge di fiducia e questa fiducia si traduce nell’impegno di realizzare un Paese più semplice e più giusto». 
«Tasse giù in modo sistematico»
Non è una manovra di stangate, ha assicurato Renzi, tutt’altro: «Le tasse andranno giù in modo sistematico». Non a caso il primo dei 25 tweet di buone notizie con cui il premier ha riassunto la legge è dedicato all’addio all’Imu-Tasi: «Via le tasse sulla prima casa», dopo gli 80 euro e l’Irap. Un intervento che sarà accompagnato da un «intervento straordinario sulle case popolari» (170 milioni di euro di efficientamento energetico)».
Ires, taglio al 24% dal 2017
Quanto alle imprese, «tagliamo l’Ires dal 2017 al 24 per cento», ha annunciato Renzi. Un anticipo già nel 2016 sarà possibile solo a una condizione: «Se la Commissione Ue riconoscerà lo 0,2% di spazio di patto in più, circa 3,3 miliardi, per l’evento migratorio eccezionale anticiperemo al 2016 misure previste per il 2017: l’Ires e i denari per ulteriori investimenti nell’edilizia scolastica. Ma non sappiamo se Bruxelles approverà». Renzi ha comunque ricordato la scelta del governo di rispettare le regole europee rivendicando al suo esecutivo il merito di essere riusciti a recuperare uno spazio di flessibilità «che vale circa 13 miliardi». 
La stabilità raccontata via Twitter
Il premier ha letto in conferenza stampa tutti i tweet di “buone notizie” con l’hashtag #italiacolsegnopiù: «La prima legge di stabilità spiegata via twitter nella storia». Tra loro i «superammortamenti al 140% per chi investe», che, ha precisato, scattano dal 15 ottobre. Ancora: «Un Paese più semplice», con le misure per il contante (confermato l’aumento del limite da mille a 3mila euro), per le partite Iva e per i lavoratori autonomi. Renzi ha respinto le critiche: «Noi l’evasione la combattiamo, soprattutto all’estero e poi anche in Italia. Abbiamo fatto accordi con Svizzera, Liechtenstein, Vaticano, abbiamo una stima di 3,4 miliardi che abbiamo ripreso dall’estero e riportato in Italia, ma credo che saranno di più. E la misura sarà accompagnata da incentivi all’uso della moneta elettronica». 
Fondo anti-povertà