venerdì 16 ottobre 2015

Incredibile ma vero.

All’Atac nove appalti su dieci affidati senza bando pubblico 

Ultimatum dell’Anticorruzione: chiarite entro 30 giorni E l’assessore Esposito consegna un dossier in procura 

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Dopo il Campidoglio ora l’Atac. Esplode anche nell’azienda capitolina dei trasporti il caso degli appalti in affidamento diretto. «Procedura negoziata», per la precisione, ovvero un sistema che permette all’azienda di dare in appalto forniture e servizio attraverso una contrattazione privata e al miglior offerente, ma non attraverso le buste chiuse. Lo ha rilevato l’Autorità Anticorruzione, che ieri attraverso il suo presidente, Raffaele Cantone, ha risposto a una lettera di alcuni giorni fa inviata dall’assessore ai Trasporti, Stefano Esposito. Secondo l’Anac, dal 2011 al 2015 la municipalizzata avrebbe fatto ampio uso della procedura, con e senza pubblicazione di bando, per un importo complessivo per forniture, servizi e lavori di oltre un miliardo di euro. Per quanto riguarda l’anno 2011, l’entità dell’utilizzo della procedura negoziata nella scelta del contraente ha fatto registrare valori pari al 99,94% del numero degli appalti di forniture (99,60 in termini di importo), al 92,98% del numero degli appalti di lavori (41,55% in termini di importo) e il 98,84% del numero degli appalti di servizi (69,76% in termini di importo). In media, oltre il 90% dei lavori e dei servizi sarebbe stato assegnato, negli ultimi 5 anni con questa modalità, e quindi usando come regola una procedura che invece dovrebbe essere un’eccezione. Un’anomalia che non poteva restare inosservata e che apre nuovi interrogativi sulla gestione dell’azienda capitolina. Cantone ha anche dichiarato di volere «entro 30 giorni» dagli uffici di via Prenestina una relazione dettagliata a riguardo.
Nella serata di ieri, l’Atac ha risposto che «le procedure negoziate senza pubblicazione di bando sono previste dal codice dei contratti pubblici e vengono di norma effettuate per importi al di sotto della soglia di rilievo comunitario, attraverso l’utilizzo dell’Albo Fornitori aziendale, periodicamente pubblicato con avviso nazionale, che presenta 1.800 categorie merceologiche con 2.930 operatori iscritti», e che «oltre il 90% del valore degli acquisti aziendali viene svolto tramite gare di appalto telematiche (pubblicazione dei bandi su internet, ndr)», con quest’ultime che garantirebbe una trasparenza superiore, ampliando il più possibile la platea e scongiurando i cartelli fra fornitori.
E potrebbe non finire qui. Ieri Stefano Esposito si è recato a piazzale Clodio ed ha consegnato al procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, un dossier di 100 pagine su Atac, dove sono contenuti «appunti» relativi agli ultimi 5 anni di gestione, dalle manutenzioni alle forniture, dalle operazioni finanziarie alla nomina dei dirigenti. La base è sempre la stessa: le segnalazioni dei Revisori dei Conti e i rilievi del Mef, ma potrebbe esserci dell’altro. Esposito ha anche annunciato che il dossier a giorni si trasformerà in un esposto vero e proprio.
Vincenzo Bisbiglia 

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