domenica 27 ottobre 2013

Il vero problema dell'Italia. Grillo ed i grillini non ne parlano. Meglio parlare di Napolitano. Anche perchè e meglio non parlare del reato di clandestinità. Nella comunicazione Grillo si comporta come Berlusconi. Ma Casaleggio, non essendo il grande genio che vuole far credere, è prevedibile. Almeno per chi non è analfabeta o talebano, come i grillini pavesi e vogheresi.


CRISI NERA

Lavoro, in Italia 3 milioni di persone sono inattive ma occupabili

Scoraggiati e disoccupati: 6 mln di persone non sanno che fare. E i più giovani scelgono l'alberghiero.

La crisi economica ha tolto il lavoro, e le speranze, a 6 milioni di persone. Che potrebbero - se solo si sapesse come - rientrare nel processo produttivo.
Ai circa 3 milioni di disoccupati si devono sommare infatti i 2,99 milioni di persone che non cercano un impiego, ma sono disponibili a lavorare: gli scoraggiati in primis.
I numeri sono quelli delle tabelle Istat serlative al secondo  trimestre 2013.
TRE VOLTE SUPERIORI ALLA MEDIA UE. Secondo la tabella sulle 'forze lavoro potenziali', tra marzo e giugno 2'13 in Italia c'erano 2 milioni 899 mila persone tra i 15 e i 74 anni che, pur non cercando attivamente lavoro, sarebbero state disponibili a lavorare (con una percentuale dell'11,4%, più che tripla rispetto alla media europea pari al 3,6% nel secondo trimestre 2013).
A queste vanno aggiunte circa 99 mila persone che, pur cercando, non erano disponibili immediatamente a lavorare.
'SCORAGGIATI' 1,3 MLN DI PERSONE. Nel primo gruppo, ovvero gli inattivi che non cercano pur essendo disponibili a lavorare, ci sono quasi 1,3 milioni di persone 'scoraggiate', ovvero che non si sono attivate nella ricerca di un lavoro pensando di non poter trovare impiego.
LAVORO, UNA CHIMERA AL SUD. Trovare un lavoro resta una chimera soprattutto al Sud e tra i giovani: su 3 milioni 75 mila disoccupati segnati nel secondo trimestre 2013, quasi la metà sono al Sud (1 milione 458 mila), mentre oltre la metà sono giovani (1 milione 538 mila tra i 15 e i 34 anni, 935 mila se si considera la fascia 25-34 anni).
NEL MEZZOGIORNO RECORD DI INATTIVI MA OCCUPABILI. Se si guarda alle forze lavoro potenziali il Sud fa la parte del leone con 1 milione 888 mila persone sui 2 milioni 998 mila inattivi potenzialmente occupabili. Se si guarda alla fascia dei più giovani sono inattivi, ma occupabili, nel complesso 538 mila persone tra i 15 e i 24 anni e 720 mila tra i 25 e i 34 anni, con una grandissima prevalenza di coloro che non cercano pur essendo disponibili a lavorare.
SOTTO-OCCUPATE 650 MILA PERSONE. L'Istat infine ha individuato nell'area della ''sotto-occupazione'' (lavori precari o saltuari e sottopagati) nel secondo trimestre 2013 circa 650 mila persone, mentre oltre 2,5 milioni di persone sono occupate con un 'part time involontario', in crescita di oltre 200 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2012.

E i ragazzi scelgono la scuola alberghiera

E tra chi ancora non si è scoraggiato e si accinge a scegliere la propria professione, non mancano le sorprese.
E la crisi del sistema industriale italiano si riflette anche nelle iscrizioni alle scuole superiori.
Nel 2013, secondo i dati della Coldiretti, si è avuta una crescita consistente delle richieste nelle scuole alberghiere di turismo e agraria con oltre 46 mila iscritti (quasi uno su 10 di chi ha inizato la scuola superiore) a fronte di appena 21.521 giovani che hanno scelto istituti professionali con indirizzo industriale: una vera e propria escalation, ha notato la Coldiretti, tanto che attualmente rappresentano oltre il 9% dei totale dei 515.807 giovani iscritti al primo anno delle scuole secondarie.
LA FABBRICA HA PERSO APPEAL. Le aspirazioni dei giovani sono cambiate e la fabbrica ha perso appeal rispetto alla possibilità di specializzarsi in settori dei servizi con maggiore possibilità di trovare e di cambiare lavoro.
Quest'anno, ha sottolineato la Coldiretti, si sono iscritti alle prime classi degli istituti professionali per le produzioni industriali, la manutenzione e l'assistenza tecnica appena 21.521 giovani, pari a meno della metà di quelli che hanno optato per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera, che sono stati 46.636, mentre sono salite a 13.378 quelle agli Istituti professionali e tecnici di agraria.
SETTORE INDUSTRIA, ISCRIZIONI IN CALO. Nel 2013, secondo i dati del ministero dell'istruzione, nel complesso gli iscritti alle scuole professionali settore industria e artigianato sono stati 32.047, meno di un terzo rispetto a quelli del settore servizi nel complesso (106.519).
Il boom delle scuole professionali nei servizi si evince anche dagli iscritti al quinto anno, sono 62.760 nei servizi e appena 23.932 nell'industria e nell'artigianato.
BOOM DI AGRARIA: +45% DAL 2008.  La tendenza a privilegiare l'alimentazione con sbocco lavorativo è confermata, ha sottolineato Coldiretti, anche dalle iscrizioni universitarie. Dal 2008 a ora le iscrizioni alle facoltà di scienze agrarie, forestali ed alimentari hanno infatti fatto registrare la crescita più alta, con un aumento del 45%, mentre l'ultimo gradino è occupato da ingegneria industriale (19%). Del resto, secondo un sondaggio Coldiretti/Ixe' il 54% dei giovani adesso preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21%) o fare l'impiegato in banca (13%). E il 50% degli italiani ritengono che cuoco e agricoltore siano le professioni con la maggiore possibilità di lavoro.
Sabato, 26 Ottobre 2013

1 commento:

Unknown ha detto...

I problemi veri chi li risolve?

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...