mercoledì 24 maggio 2017

E perché non facciamo un bel referendum on line a cura della Casaleggio?

No Zoo Torino: gli animalisti scendono in piazza contro Appendino

no zoo torino

I motivi della mobilitazione: «La sindaca ha tradito il programma elettorale» 

Il Coordinamento No Zoo di Torino, che raccoglie una quindicina di associazioni ambientaliste e animaliste, scende in piazza opponendosi all’apertura di uno spazio che il comune ha definito bioparco ma che, secondo i comitati, si tratta dell’ennesimo zoo. La storia dell’ex area Michelotti l’abbiamo raccontata qui. Ecco il comunicato di No Zoo Torino:
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Facciamo appello a tutte le persone che hanno a cuore il diritto alla libertà di ogni individuo, la difesa del patrimonio ambientale e la salvaguardia dei beni comuni a costruire con noi la mobilitazione nazionale che culminerà con la manifestazione “NO AGLI ZOO NO ALLA SVENDITA DEL PATRIMONIO PUBBLICO, A DIFESA DELL’AMBIENTE E DEI BENI COMUNI” che si terrà a Torino sabato 27 maggio 2017.
In qualità di cittadini, di ambientalisti, di animalisti, di libertari, di difensori della tutela dei beni comuni da qualunque forma di speculazione e di aggressione privatistica, non accettiamo e mai accetteremo che le logiche del mercato schiaccino i diritti fondamentali degli individui, indipendentemente dalla specie a cui appartengono!
Nel 1987 chiude lo zoo del parco Michelotti a Torino: grazie alle proteste della cittadinanza termina la sofferenza degli animali detenuti nella struttura. La chiusura dello zoo di Torino rappresenta il diritto di ogni animale a vivere libero nel proprio ambiente naturale, importante tappa nella storia del movimento animalista italiano.
Oggi, a trent’anni di distanza, la nuova giunta comunale di Torino guidata da Chiara Appendino, raccogliendo e facendo proprie le decisioni della giunta precedente, è intenzionata a portare avanti il progetto del nuovo zoo. Il sito prescelto è ancora quello del Parco Michelotti, un’area di grande pregio naturalistico situata sulle sponde del Po nel pieno centro della città, che da trent’anni attende di essere riaperta ai cittadini, e che rischia invece di essere privatizzata.

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PARCO MICHELOTTI: I MOTIVI DEL NO ZOO DI TORINO

Secondo quanto riporta il comitato il piano del Comune prevede infatti la «svendita del parco a Zoom – soggetto privato che già gestisce uno zoo in provincia di Torino – per un periodo di ben trent’anni (rinnovabili poi per ulteriori venti)». Il progetto – spiegano – tutt’ora piuttosto generico, prevede la realizzazione di una voliera, di una “fattoria didattica” con animali “domestici” provenienti da tutto il mondo, di una “biosfera” dedicata all’ambiente tropicale e di un “ecosistema del Rio delle Amazzoni” con animali esotici. «Tutto questo dovrebbe sorgere su un parco pubblico affiancato da un corso cittadino a grande scorrimento il cui traffico aumenterebbe notevolmente con gravi disagi per i residenti. Le strutture del nuovo zoo, sottrarrebbero per sempre un bene pubblico ai cittadini», spiegano.
Di fronte a tale scempio, denunciamo la grave mancanza della nuova amministrazione comunale, eletta sulla base di un programma che prevedeva un esplicito NO ad ogni forma di detenzione di animali e di privatizzazione degli spazi pubblici, ma che tuttavia si è schierata a favore del nuovo zoo, sotto la minaccia di fantomatiche multe plurimilionarie, che appaiono del tutto inverosimili da un punto di vista legale. La scelta di appoggiare il nuovo zoo rappresenta piuttosto la chiara smentita di quanto promesso in campagna elettorale, per l’assenza della reale volontà politica di contrastare il progetto
figlio dell’amministrazione precedente.

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