lunedì 4 luglio 2016

Ma sono i grillini o la brutta copia della Dc di Sbardella?

M5S
ANSA/ANGELO CARCONI
Una sindaca sottoposta all’umiliante obbedienza al Capo, le regole democratiche stracciate, un movimento diviso in correnti impegnato in una feroce faida interna di tradizione sbardelliana
 
Una sindaca sottoposta all’umiliante obbedienza al Capo, le regole democratiche stracciate, un movimento diviso in correnti impegnato in una feroce faida interna che fa tornare in mente la Dc di Sbardella, compreso il sottobosco di destra che ne era parte integrante. Ecco l’avanspettacolo romano in tre quadri.
Primo Quadro. “S’è svejatoooo”: così, in una famosa scena del film con Alberto Sordi nell’indimenticabile doppia parte del Marchese del Grillo e del sosia Gasperino Er Carbonaro, il servitore annuncia il risveglio del padrone al popolo di stanza nel cortile del Palazzo, che s’era fermato per non disturbarne il riposo e che ora può tornare alle proprie rumorose attività. Durante la maratona elettorale delle ultime amministrative mi si è impressa questa immagine: sono circa le 12 del mattino, davanti all’Hotel Forum dove alloggia Il (Marchese del) Grillo dei giorni nostri (era molto meglio l’originale) il cronista invitato a dare quale notizia temerariamente annuncia lo scoop: “S’è svejato”. Forse si era svegliato di cattivo umore e così la povera Virginia ne ha fatto le spese. Per la neo-sindaca di Roma è infatti scattata la regola numero uno del Movimento (l’ultima parola spetta al supremo garante) che in buona sostanza era già stata annunciata dal famoso Marchese: “Io so’ io e voi nun siete un cazzo”. Sicché, con una telefonata e un sms, il Supremo Grillo ha revocato le uniche due nomine finora fatte dalla Raggi. Al netto dei possibili ricorsi, l’ha praticamente annunciato l’alemanniano Marra, nominato vicecapo di gabinetto ed ora “revocato”, e del mal di pancia del capo di gabinetto Daniele Frongia che sarà però ricompensato con la carica di vicesindaco, emerge un quadro che vale la pena di esaminare perché annuncia, insieme a altri piccoli episodi, quale sarà lo stile di governo(?) pentastellato. È ovvio che vadano messi alla prova, ma solo i ciechi possono non vedere la cultura autoritaria e talebana che emerge da comportamenti e dichiarazioni dei vari leader a 5 Stelle.
Secondo Quadro. Qui emerge il carattere improprio e anticostituzionale del famoso contratto firmato da Virginia Raggi e tutti i consiglieri comunali, il cui punto più grave non è tanto la famosa multa che qualsiasi tribunale civile invaliderebbe, bensì la messa in discussione dei poteri e dell’autonomia della sindaca e del Consiglio Comunale. Neppure ai tempi della tanto vituperata prima repubblica, quando i partiti erano ancora potenti, era mai accaduto che un Sindaco eletto dal popolo venisse costretto dal suo capopartito a revocare due ordinanze già emanate.
Ma non c’è solo questo: tutti gli atti più importanti della giunta, in virtù del contratto capestro, dovranno essere sottoposti al parere preventivo dello Staff, di Casaleggio jr e del Supremo. A parte il piccolo problema che spesso l’amministrazione richiede decisioni rapide e solitarie, sottoporre il sindaco a un controllo esterno al Consiglio equivale a svuotare la legge che fa del primo cittadino il motore della democrazia municipale. Ciò che dovrebbe aprire ben gli occhi su chi difende veramente la nostra Costituzione.
Terzo Quadro. Lo spettacolo però non si esaurisce in questa pratica antidemocratica, in questa forma di populismo autoritario nel quale gli eletti non hanno alcun potere. In fatto di lotta per il potere, il M5S ha dimostrato di essere a Roma il vero erede della Dc romana, nella forma e nella sostanza. Roberta Lombardi con il suo linguaggio borgataro, ne interpreta le sguaiatezza, una sorta di Vittorio Sbardella (detto lo Squalo) 2.0 al femminile e Virginia Raggi il volto tranquillizzante, una specie di Arnaldo Forlani (detto il Coniglio Mannaro) donna. Mentre emergono le feroci lotte a colpi di dossier tra i sostenitori della Lombardi e quelli della Sindaca, quest’ultima in pure stile forlaniano (il quale si vantò una volta di potere parlare per delle ore senza dire nulla) dichiara infatti: “Quali tensioni?”.
Dalla miglior tradizione sbardelliana viene invece il rapporto con quel sottobosco della destra romana che, dallo Studio Sanmarco Previti alla nomina di Marra, sembra essere il principale bacino di personale burocratico cui attinge l’M5S romano. Il tutto risulta così imbarazzante per l’immagine nazionale che i vertici convocano riunioni e summit (naturalmente segreti).
In attesa dell’esito della lotta in corso nelle stanze dei Nuovi Potenti di Roma tra i seguaci della Squala e quelli della Coniglia Mannara, in città, annusata l’aria, scaduta l’ordinanza del prefetto Tronca, davanti al Colosseo rimesso a nuovo c’è di nuovo l’invasione degli abusivi. E già si annuncia una nuova emergenza rifiuti. Effettivamente, una vera luna di fiele.

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