venerdì 8 luglio 2016

A Roma non abbiamo un sindaco, ma un album di famiglia

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RAGGI E IL FIGLIO
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E il piccolo Matteo sul suo scranno durante la votazione in assemblea capitolina, che stringe la mano al neo presidente De Vito, poi gioca con lo schermo touch della postazione. Carino, fa molto primo sindaco donna e madre, ci sta. 
E il padre e la madre emozionati in aula. "Quanto sono felice? in una scala da 1 a 100, direi 101", dichiara il padre. Carini, fa molto sindaco figlia, ci sta.
E il marito, quello della lettera nel giorno della vittoria. "Una giornata speciale per tutti. Se sono emozionato? Certo. Che cosa ha detto Virginia dopo la lettera aperta che le ho indirizzato all'indomani della vittoria? Ci siamo visti, abbracciati, era contenta, ma la lettera non è importante". Eppoi: "Se aiuterò Raggi? Ci mancherebbe, sono un attivista da tanto tempo". Opportuno, fa molto sindaco moglie, ci sta.
E i colleghi dello studio Sammarco, quello che difese Previti, dove la Raggi fece pratica, e che creò qualche problemino, ma neanche tanto grande, alla cavalcata trionfale di Virginia. "Come era in studio? Era bravissima... Sono molto contento per Virginia, sono sicuro che farà molto bene", dice Sammarco. Un po' al limite, fa un po' parenti lontani che tornano al momento meno opportuno, forse meglio evitare.
E i parlamentari Alessandro Di Battista, Carla Ruocco e Paola Taverna, non proprio il minidirettorio a 5 stelle che dovrebbe coordinarsi con il primo sindaco donna della capitale, ma una rappresentanza di peso. Istituzionale, ombrello politico, ci sta.
Infine Casaleggio-Grillo, con il blog, dove oltre alla diretta streaming della prima riunione del consiglio comunale, è stata pubblicata anche la lista della giunta con un breve curriculum di tutti i 9 assessori. "Nessuno di loro è un politico - si legge sul blog - ma sono tutti cittadini che hanno deciso di mettere la loro competenza al servizio di questa bellissima città e di noi tutti". Sguardo che arriva dall'alto, patriarcale, anzi, visto che siamo a Roma, da generoni. Garanzia di ultima istanza. Ci sta. 
Insomma, una pletora di figure intorno alla tosta Virginia. Va bene lo storytelling, la costruzione del personaggio, la persona prima della politica, ma qui un po' si esagera. Più che un insediamento di un primo cittadino, sembra la giornata della laurea. Nuovo stile? Vincente? Umano? Vedremo, ma per ora, più che un sindaco, di cui giudicheremo gli atti, a Roma abbiamo un mega album di famiglia.

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