La genialità di Casaleggio (spiegata a Travaglio)
Il suo successo sta nell’aver esportato le pratiche del marketing dalla Rete alla politica, scommettendo sull’ingenuità credulona dei molti ignoranti digitali
Chi mente sulle menzogne? Matteo Renzi, che ieri ha citato Casaleggio per spiegare ai suoi compagni di partito come funziona il Movimento 5 stelle, o Marco Travaglio, che prontamente oggi lo smentisce scendendo tonitruante in campo a difesa del superguru che non c’è più? A naso, non ci sarebbe neanche bisogno di pensarci troppo: la sistematica falsificazione della realtà, l’odiosa manipolazione di dichiarazioni e frasi prive del loro contesto, l’occultamento militante dei fatti sgraditi e l’invenzione creativa di successi inesistenti sono, insieme all’uso spregiudicato di atti giudiziari tagliuzzati a piacere, la cifra e la ragion d’essere del Fatto, da quando Travaglio ne ha assunto la direzione affossandone le vendite.
“Ciò che è virale è reale” è l’aforisma di Casaleggio citato da Renzi. Il presidente del Consiglio, scrive Travaglio, “si riferisce ad un’intervista realizzata dal sottoscritto. Solo che la frase era l’esatto opposto di quella da lui riportata”. Ma davvero? Rileggiamo dunque l’autointervista di Casaleggio firmata Travaglio: “I nostri messaggi – diceva il superguru – sono virali di per sé, dunque veri, e si diffondono da soli. Quelli degli altri, palesemente falsi, hanno bisogno di un supporto di truppe àscare, pagate magari 5 euro al giorno”.
Sono parole di grande interesse, e assai più gravi della sintesi (corretta) che ne ha fatto Renzi in Direzione. Dicono infatti, le parole di Casaleggio, che il M5s ha il monopolio assoluto della verità, mentre tutti gli altri affermano “palesemente” il falso, sempre. E chi lo decide? La Rete, per l’appunto, con la sua viralità. Che però è massicciamente, sistematicamente, quotidianamente manipolabile: come sapeva benissimo proprio Casaleggio, che infatti prima di fondare un partito ha fondato un’azienda di marketing digitale e un blog non certificato da nessuna autorità indipendente.
Azienda e blog, al di fuori di ogni controllo e senza alcuna trasparenza, si occupano professionalmente di manipolare le notizie, diffonderle con l’ausilio di un software che consente ad un piccolo gruppo di smanettoni di controllare migliaia di account, rilanciarle o occultarle a piacere. E’ così che funziona il marketing in Rete, come tutti sanno: e la genialità di Casaleggio sta nell’aver esportato con successo queste pratiche nella politica, scommettendo sull’ingenuità credulona dei molti ignoranti digitali.
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