venerdì 24 giugno 2016

Vedo che gli inglesi non sono molto diversi dagli italiani

L’egoismo degli anziani ha distrutto il sogno dei loro nipoti

Brexit
leave anziani
Superati 65 anni la diffidenza nei confronti del Vecchio continente aumenta vertiginosamente: la quota ‘leave’ arriva quasi al 60%.
 
Da una prima analisi del voto sulla Brexit emerge una evidente frattura generazionale. Nel decidere le sorti della loro terra, i meno giovani, quei cittadini che avrebbero dovuto avere mostrare un grado maggiore di lungimiranza e più raziocinio, non hanno preso in considerazione le speranze dei loro nipoti, distruggendo di fatto quel sogno di condivisione europea incarnato dalla cosiddetta generazione erasmus.
Fra i 18 e i 25 anni la quota di chi ha voluto separarsi dal continente non è arrivata nemmeno al 25% (risulta leggermente più alta sotto gli ‘anta’). È chiaro che non si può ricondurre tutto a una questione generazionale ed è altrettanto evidente che a vincere sono stati soprattutto gli euroscettici che hanno cavalcato la paura (della migrazione, ad esempio).
voto anzianiTuttavia il flusso dei voti parla chiaro e in questo caso i numeri non mentono. Con il progredire dell’età la tendenza alla Brexit – lo certifica il sondaggio di YouGov – tende a crescere fino a sfondare la fatidica soglia del 50% subito dopo i 50. A partire da lì, la diffidenza verso la fuoriuscita del Vecchio continente aumenta vertiginosamente: superati i 65 anni la quota ‘leave’ arriva quasi al 60%.
E a 75 anni si rasenta il plebiscito: almeno il 70-72%% non vedeva l’ora di mollare l’Ue.
C’è poi un altro tipo di spaccatura, quella legata al titolo di studio. Fra i cittadini che hanno una laurea, infatti, il 71% ha votato contro la Brexit. Sempre secondo il sondaggio di YouGov, chi ha titoli di studio inferiori ha votato al 55% a favore della Brexit e al 45% per restare in Europa.

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