CITTA' DEL VATICANO - "La corruzione si allarga nel mondo ogni giorno di più". Lo ha denunciato Papa Francesco nell'omelia di Pentecoste. Il Pontefice ha ricordato infatti i "frutti" della "carne" affermando che "sono le opere dell'uomo egoistico, chiuso all'azione della grazia di Dio". Un "corteo di vizi", li ha definiti riferendosi alla Lettera ai Galati che li elenca: "Fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere". Invece, ha detto Francesco, "nell'uomo che con la fede lascia irrompere in sè lo Spirito di Dio, fioriscono i doni divini, le virtù gioiose che Paolo chiama 'frutto dello Spirito'".

Per questo, ha continuato il Papa,   bisogna diventare "capaci di lottare senza compromessi contro il peccato e la corruzione, e di dedicarci con paziente perseveranza alle opere della giustizia e della pace".

Papa Francesco: "La Chiesa non esclude nessuno, è aperta a tutti"


"Il mondo - ha proseguito Bergoglio - ha bisogno di uomini e donne non chiusi, ma ricolmi di Spirito Santo. La chiusura allo Spirito Santo è non soltanto mancanza di libertà, ma anche peccato". "Il mondo ha bisogno del coraggio, della speranza, della fede e della perseveranza dei discepoli di Cristo. Il mondo - ha ribadito il Pontefice - ha bisogno dei frutti dello Spirito Santo: 'amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé".

Francesco ha anche speso parole di tono ambientalista, invitando i fedeli a rispettare il pianeta: "Il rispetto del creato è un'esigenza della nostra fede: il 'giardino' in cui viviamo non ci è affidato perché lo sfruttiamo, ma perché lo coltiviamo e lo custodiamo con rispetto".

Nella preghiera del Regina Caeli, che oggi ha sostituito l'Angelus, il Papa ha ricordato: "A nessuno la madre Chiesa chiude la porta in faccia. A nessuno, neppure al più peccatore. Spalanca la porta a tutti perchè è madre".

"La Chiesa - ha scandito - nasce universale, una e cattolica, con una identità precisa ma aperta a tutti, non chiusa, che abbraccia il mondo intero, senza escludere nessuno". Secondo Bergoglio, la Pentecoste rappresenta dunque "l'evento che cambia il cuore e la vita degli Apostoli e degli altri discepoli" e "si ripercuote subito al di fuori del Cenacolo. Infatti, quella porta tenuta chiusa per cinquanta giorni finalmente viene spalancata e la prima comunità cristiana, non più ripiegata su sè stessa, inizia a parlare alle folle di diversa provenienza delle grandi cose che Dio ha fatto, cioè della Risurrezione di Gesù, che era stato crocifisso. Ed ognuno dei presenti li sente parlare nella propria lingua".

In serata arrivano le anticipazioni di un'intervista del Papa a un giornale argentino in cui parla anche di calcio violento:  "Anche in Italia ci sono stati problemi tra gli ultrà, che non necessariamente lottano per il club, la maggioranza sono mercenari", sono le dure parole di Francesco.