Impresentabili, Rosy Bindi: «L’indignata sono io. De Luca? Sapevano chi candidavano. Il Pd che partito è?»
"Il mio partito smarrisce il senso delle istituzioni", dice la presidentessa della Commissione Antimafia: "Cosa avrei dovuto fare, non inserire il candidato presidente della Campania?" Cronaca di una giornata nera per il Pd
Impresentabili, Rosy Bindi si definisce la vera indignata dopo il fuoco ad alzo zero che le ha riservato il suo partito, il Partito Democratico sopratutto dall’ala renziana – ma le difese della minoranza Pd sono parse più d’ufficio che altro – dopo che la presidentessa della commissione parlamentare Antimafia ha pubblicato i nomi dei candidati per le prossime elezioni regionali che risultano incompatibili con il codice di Autoregolamentazione proposto dall’Antimafia ai partiti: fra questi anche il sindaco di Salerno, e candidato governatore della Campania, Vincenzo de Luca.
IMPRESENTABILI, ROSY BINDI INDIGNATA: “CHE PARTITO E’ DIVENTATO IL PD?”
Su Repubblica Giovanna Casadio riporta le parole dell’”indignata” Bindi al termine di una giornata di fuoco per il centrosinistra italiano.
«Sono indignata io, certo, che qualcuno voglia con queste accuse senza fondamento delegittimare il lavoro di una istituzione. E la mia storia parla da sola. Non conosco l’uso a scopi personali o di parte delle istituzioni. Non mi appartiene e credo che lo sappiano tutti. Giudicheranno gli italiani chi usa le istituzioni per fini politici, ma certamente non sono io». Però lei ha tolto dal cilindro all’ultimo momento, e all’insaputa di tutti, il “caso” De Luca. Non poteva dirlo prima? Persino il capogruppo dem in commissione Antimafia ricostruisce la cosa così. Pronta la replica: «Tutti sanno e sapevano tutto su De Luca. Da quanti giorni? E la fonte non era certo la commissione. Mi sbaglio o è stato il tema principale di questa campagna? Forse non erano note le posizioni di alcune persone che sono nella lista, ma De Luca è stato candidato con la totale conoscenza e consapevolezza della sua situazione. Cosa cambia da ora?» Cambia in effetti che c’è il bollino dell’Antimafia, che De Luca viene coinvolto in una lista di impresentabili, alcuni con sospetti di 416bis. Ma Bindi insiste: «Dovevo usare due pesi e due misure? Io non intendo replicare e abbassarmi a interloquire ad accuse assurde».
Cosa avrebbe dovuto fare la Commissione Antimafia - continua la Bindi – Pubblicare la lista dei cosiddetti “impresentabili” – termine che “non uso”, ribadisce la presidentessa della Commissione – dopo il voto? «Complimenti per il ragionamento». Per ora però, dice la Bindi, non lascia il Partito Democratico: «Non si devono confondere il Partito e le istituzioni», anche se, aggiunge: «Lo hanno candidato loro De Luca e sapevano chi era…, sta succedendo una roba fuori dal mondo, ma che Pd è diventato questo?».
LEGGI ANCHE: Impresentabili, la nostra diretta
IMPRESENTABILI, RENZI E DE LUCA RISPONDONO ALLA BINDI
Ieri, il presidente del Consiglio dei Ministri e segretario del Partito Democratico Matteo Renzi da Ancona, dove si è recato per sostenere Luca Ceriscoli alla presidenza delle Marche, ha lanciato il suo attacco contro Rosy Bindi. Le cronache politiche descrivono la giornata di ieri per il segretario Renzi come una delle più furenti di sempre.
Mi fa molto male che si utilizzi la vicenda dell’antimafia per una discussione tutta interna, per regolare dei conti interni al Partito democratico. L’Antimafia è un valore per tutti, non può essere usata in modo strumentale
Il candidato presidente della Regione Campania Vincenzo de Luca è stato il primo a rispondere a Rosy Bindi, già ieri.
La posizione completa del candidato governatore alla Regione Campania è stata affidata al suo ufficio stampa.
Ho appreso, nell’ultima giornata di campagna elettorale che la signora Rosy Bindi segnala il mio nome tra gli ‘impresentabili’, in relazione ad una vicenda giudiziaria di 17 anni fa, relativa alla vertenza di lavoro degli operai dell’Ideal Standard. Ho dato mandato al mio legale di querelare per diffamazione la signora Bindi.
Premesso che:
-Tutti gli atti amministrativi in questione sono stati sollecitati dal
Prefetto dell’epoca e dalle organizzazioni sindacali, nell’ambito
della vertenza Ideal Standard.
- Ho rinunciato alla prescrizione.
- Sono orgoglioso di aver preso decisioni urbanistiche per salvare 250
lavoratori dell’Ideal Standard, e rifarei tutti gli atti esattamente
come 17 anni fa.
- Che l’ipotesi di ‘concussione’ che mi riguarda è relativa ad oneri
di urbanizzazione richiesti a vantaggio del Comune, e calcolati
dall’ufficio tecnico.
Io sfido la signora Bindi ad un dibattito pubblico, entro la mattinata di domani, per poterla sbugiardare.
Nessun commento:
Posta un commento