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ROMA - Mancano solo due giorni alle elezioni regionali  e, mentre si chiude la penultima giornata di campagna elettorale, sempre più infuocata dalle polemiche legate all'ufficializzazione della lista degli impresentabili stilata dalla commissione parlamentare Antimafia presieduta da Rosy Bindi, attesa per domani,  il premier e segretario del Pd, Matteo Renzi, e il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, sono stati protagonisti di un duello a distanza negli studi di RaiDue, entrambi ospiti della trasmissione Virus.

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Ad aprire la trasmissione è stato Berlusconi, che ha incentrato in suo intervento su 'Italia' e 'tasse' e alla fine ha ribadito: "Durante il mio governo, non ho mai messo le mani nelle tasche degli italiani". "Non mi sarei mai aspettato di dover restare nel mondo della politica per così tanti anni. Quando lo feci nel 1994, lo feci per un senso del dovere. Ci fu un miracolo e arrivammo al governo in due mesi. La sinistra che c'è ora è una sinistra diversa, che non sa applicare le ricette per lo sviluppo di questo Paese", ha detto l'ex Cavaliere. Silvio Berlusconi? "È un biglietto scaduto, ha già avuto la possibilità di cambiare le cose. Grande rispetto, ma ora guardiamo al futuro", è stato il commento del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ancora una volta ha ribadito di non essere interessato a "vincere i numeri delle regionali se poi non vinciamo con i numeri della disoccupazione giovanile". Mai più seduti accanto? "Non lo so - ha risposto Berlusconi - perché Renzi, invece di guardare agli interessi del Paese, guarda al suo interesse. C'è poi una profonda differenza tra me e lui, lui ha la metà dei miei anni e questa è una fortuna ma io ho 40 in più di esperienza. Poi lui è un politico di mestiere".

Caso De Luca. In merito al caso De Luca in Campania, l'ex presidente del Consiglio ha detto di essere "un garantista e non ho detto una parola tra l'altro non lo conosco. Mi sono astenuto da ogni commento. Qualcuno prima bisogna conoscerlo, poi i processi fanno il loro corso e poi alla fine si può dire se è presentabile o no". Per Renzi, invece, De Luca è candidabile ed eleggibile:  "La legge Severino è stata applicata due volte e in entrambi i casi i politici sono stati rimessi in ruolo. È normale che De Luca dica 'se vinco avrò lo stesso trattamento'.  De Luca è candidabile e eleggibile dopo di che sono i campani a dover decidere. De Luca è stato un sindaco straordinario. Se il Sud fosse governato come Salerno ci sarebbe un pil tra lo 0,5 e 1%.". Poi, però, ha specificato sulla lista degli impresentabili: "La mia opinione è che nessuno di quelli entrerà in consiglio regionale. Non entrano".

Elezioni. In vista delle elezioni, Berlusconi si lancia anche in un pronostico sulla Lega: "Salvini ha parlato alla pancia degli italiani, ha detto ciò che la gente si voleva sentir dire e quindi conseguirà sicuramente un buon risultato", ha detto. Ma è anche possibile che dalle urne, in Liguria, esca vincitore Toti? "Io penso di si - ha detto Berlusconi -. Siccome i liguri sono persone avvedute andranno a votare non da masochisti, ma per il cambiamento", ha aggiunto il leader Fi. In Liguria, ha detto più tardi Renzi, la sinistra estremista o 'masochista' "ha deciso di correre contro il Pd solo per farlo perdere e far vincere Toti. Lella Paita è una 40enne che ha a cuore i problemi della Regione. Si sono fatte delle primarie, ha vinto Lella Paita e se poi non ha accettato la vittoria e sono andati via. Così fa la sinistra estremista. Ha fatto un grande regalo a Toti e Salvini", ha aggiunto Renzi, che però si dice certo che vincerà Paita.

Tasse. "La prima tassa che taglierei è quella sulle abitazioni. La seconda è quella sulla successione - ha detto il leader Fi, che ha scherzato sul fatto di continuare a ragionare in lire-. Le tasse che sono state messe sulla casa, che è una cosa che consideriamo sacra, che ammontano a 25 miliardi hanno portato due conseguenze gravi: la perdita di 550 mila posti di lavoro e una diminuzione di valore delle case di almeno il 30%", ha detto l'ex Cavaliere parlando di fisco. "Guardando la pressione fiscale di oggi e le spese che ci saranno, l'anno prossimo si rischia di arrivare al 45% di pressione. Guardando il mio 39%, ci sono cinque punti in più", ha spiegato. "La mia equazione liberale è: meno tasse - ha aggiunto - la sinistra nella sua tradizione ha la conquista e l'espansione del potere, quindi della spesa pubblica". Poi ha aggiunto: "Non è solo per colpa dell'Europa che Renzi non riduce le tasse, ma anche perché la sinistra ha nella sua cultura il mantenimento e l'espansione del potere che significa espandere la spesa pubblica e quindi aumentare le tasse". L'ex premier poi ha ricordato quando la pressione fiscale andò sotto il 40% durante il suo governo: "Per me fu una grande emozione quando scese al 39%". Per Renzi, "dobbiamo cambiare la testa a Equitalia, all'Agenzia delle Entrate: il fisco non deve essere il nemico del cittadino ma con un meccanismo di semplificazione l'agenzia delle Entrate deve diventare il grande consulente delle aziende", ha detto affermando che il governo sta lavorando perchè gli appuntamenti fiscali "arrivino sul telefonino".

Europa.  "L'Europa si è trasformata in un'entità burocratica che diffonde regole controproducenti", ha detto il leader Fi. Anche Matteo Renzi ritiene che "abbiamo a che fare con limiti europei molto stringenti, che noi abbiamo accettato, ma che sono particolarmente difficili in un paese come l'Italia". Nel nostro Paese, ha detto il premier, "il tasso di crescita è tornato positivo, ma certo non è una rondine che fa primavera. Si dice che la Francia cresca di più, ma chiedo quanto è in Francia il rapporti deficit/Pil? Se l'Italia avesse lo stesso tasso di crescita della Francia senza rispettare i parametri di Mastricht avrebbe uno spazio di crescita di 30 mld in più".

Libia. "Gheddafi l'avevo addomesticato, gli dissi: tu sei una bestia io ti devo addomesticare. Mi regalò tre cammelli, padre madre e figlio, devo ancora ritirarli dallo zoo di Tripoli. Gheddafi era strano, ma non cattivo. Aveva dato 20 mq di casa a ciascun cittadino. Mancava la democrazia, la televisione...", ha detto Berlusconi rispondendo a una domanda sulla Libia. "Io ho avuto tre capi dello Stato ostili uno di questi radunò le commissioni Difesa  del Senato e della Camera e decise di intervenire con la guerra in Libia insieme alla Francia. Io non mi potei opporre perché il premier non ha poteri, nella notte volevo dimettermi, ma la mattina dopo mi implorarono di non farlo e così feci, forse sbagliando".

Unioni civili. "Ho detto la mia posizione sulle unioni civili. Abbiamo creato un dipartimento delle Pari opportunità affidato a una delle nostre deputate più valide, Mara Carfagna, che ha già preparato un testo di legge", ha detto il leader di Forza Italia. "La famiglia, il matrimonio è fondamentale, non è in contrasto con quello che lo Stato deve riconoscere a chi si ama", ha aggiunto Berlusconi.

Magistratura. Non è mancata una frecciata dell'ex Cavaliere alla magistratura: "Io sono un nemico da abbattere: ho 65 processi, ho speso 565 milioni in avvocati e ho dato più di 500 milioni a De Bendetti quando la mia proprietà, la Mondadori, vale 120 milioni. Questo significa essere qualcuno che la magistratura di sinistra vuole far fuori". E ha proseguito: "È necessaria una profondissima riforma della magistratura che, unica nell'Unione europea, è assolutamente indipendente".

Fi in cerca di rinnovamento. Il partito di Berlusconi ha bisogno di rinnovamento, ha detto l'ex Cavaliere: "È una necessità. Intanto noi con queste liste abbiamo fatto un'innovazione profonda: in Veneto ad esempio abbiamo 51 candidati nuovi e quando penso a questo progetto di trasformare la maggioranza dei moderati in una maggiorana da numerica a politica organizzata, penso che non ci debba essere una prevalenza di politici di mestiere, ma persone che vengono dal mondo delle imprese". Quanto ai parlamentari di Fi ha aggiunto: "Molti ci sono dal 94, i più capaci resteranno, ma con la nuova legge elettorale che prevede le preferenze è opportuno andare a cercare tra i sindaci".

Sindacati. Il premier è tornato sul tema della rappresentanza sindacale:  "È inaccettabile che invece di preoccuparsi di difendere gli interessi dei lavoratori giocano a battaglia navale contro le altre sigle", ha detto, rilanciando sul sindacato unitario. "La legge sulla rappresentanza sindacale va fatta", aggiunge il premier evidenziando come "il sindacato unitario c'è in Germania e funziona". E sugli scioperi: "Fermo restando il rispetto per il diritto di sciopero, è impossibile che in un mese ci siano 4-5 scioperi. Ci deve essere una legge che li regolamenti. Ci vogliono dei limiti", ha detto.