26/05/2015
Ferrovie lombarde, un feudo ciellino: c'è pure il fratello di Don Giussani
Dove si è insediato il leghista Gibelli regna da anni il movimento di Comunione e Liberazione, la spartizione nelle partecipate e le inchieste
I treni regionali lombardi viaggiano grazie allo spirito santo, a sentire le lamentele dei pendolari. Ma anche perché sono targati Comunione e Liberazione, il movimento cattolico fondato da Don Luigi Giussani. Può sembrare una battuta, ma in Ferrovie Nord Milano, la holding che controlla il trasporto su rotaia in Lombardia al centro di un inchiesta della magistratura sulle spese pazze dell’ex presidente Norberto Achille, non c’è angolo che non sia stato occupato in questi anni dal potere dell’ex governatore Roberto Formigoni. Il leghista Andrea Gibelli appena insediatosi, contro cui si è scagliato il leader del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo durante l'assemblea di lunedì 25 maggio, appare quasi come una novità. Basti pensare che in Sems, società del gruppo che si occupa di mobilità sostenibile, siede come presidente Gaetano Giussani, fratello del fondatore.
Del «giro» si è già occupata spesso la procura di Milano, persino per alcuni contatti con la 'Ndrangheta, in particolare con la famiglia dei Lampada. Non solo, due anni fa i pm milanesi indagarano sulla società Kaleidos di Massimo Vanzulli e sugli appalti in Fnm, un giro d’affari da diversi milioni di euro, con il rinvio a giudizio di esponenti della Compagnia delle Opere di Saronno, uno dei distretti del braccio economico di Cl: proprio Vanzulli ammise di fronte ai magistrati di ottenere commesse grazie alla sua appartenenza ciellina. Ora l’ultima inchiesta su Achille rischia di scoperchiare altri vasi di pandora, proprio sul fronte della lottizzazione politica, tra assunzioni, finanziamenti e appalti, metodo che in questi anni è stata usato in particolare dai formigoniani di ferro: basti pensare che Trenord è uno degli sponsor più importanti del Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione. Del resto, già molto prima che Le Nord e Trenitalia si fondessero, lo strapotere di Cl nelle imprese pubbliche e in articolare nelle imprese di trasporto è sempre molto solido e ramificato.
Durante i primi anni formigoniani era stata addirittura creata una società ad hoc nel gruppo Fnm: Vienord. Si trattava di una società del Gruppo Fnm che aveva l’obiettivo di fornire servizi di comunicazione e relazioni esterne a tutte le Società del Gruppo e che impiegava quasi solo persone vicine a Cl. Di stretta osservanza ciellina era appunto il capo di Vienord, Maurizia Rota, finita pure lei nell’inchiesta su Achille e accostata alla vicenda degli ormai famosi quadri regalati al Celeste. Sempre al servizio del potere ciellino era Enrico Bellavita, per anni numero due e braccio operativo dell'indimenticato Giuseppe Biesuz, ex amministratore delegato di Trenord (senza laurea) poi dimessosi per guai con la giustizia nell’inchiesta sul crac Urban Screen. Factotum e uomo di fiducia di Biesuz, Bellavita - che ha gestito per anni i conti della società e soprattutto gli acquisti -, è stato rimosso da un altro ex amministratore delegato, ovvero Luigi Legnani: ora Bellavita è amministratore delegato di Nord Cargo (sempre società del Gruppo Ferrovie Nord ora diventata DB Schenker Rail), dove dal 2006 al 2010 c'era un altro ciellino, Roberto Colombo.
Potere e comunità tanto ramificata quella ciellina in Fn e Trenord che addirittura fino a qualche anno fa il movimento di Giussani aveva ottenuto l’uso degli spazi aziendali per esercizi spirituali e momenti di preghiera, talvolta anche durante gli orari di lavoro. L’abitudine poi è terminata con l’arrivo del più “laico” Legnani. La stessa Sara Laquagni, più volte citata nell’inchiesta sulle spese pazze di Achille e dirigente del servizio gare e appalti di Fnm, appartiene in maniera consolidata al movimento di Don Giussani. Del giro ormai fa parte pure l’azzurro Armendo Vagliati, dirigente Fnm, che ha proposto il nome di Marco Achille (il figlio del presidente Norberto con auto, carta carburante e carta di credito pagata da contribuente) a revisore dei conti per la Fondazione Milano. Altro pezzo da novanta di Cl era il capo delle pulizie Paolo Ferrario che, guarda caso, gestiva un contratto di appalto milionario con la ditta di pulizie Team Service, anch’essa della galassia Compagnia delle Opere: Ferrario si dimise qualche mese dopo l’arreso di Biesuz e dopo l’uscita di scena di Team Service. Sempre esponente di Cl è Roberto Ceresoli, amministratore unico della società di ingegneria del Gruppo Nord ing.
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