"Siamo la maglia nera in Europa con una pressione fiscale del 43,5 che arriverà l'anno prossimo, con le spese già previste, al 45%". (MIn. 21:20)
| economia | Pubblicato:28.05.2015 | Origine:24.05.2015 | Fonte dichiarazione
Berlusconi è tornato al centro della scena, galvanizzato dalla campagna elettorale per le elezioni regionali, dove gli ultimi sondaggi davano i candidati del centrodestra in Liguria e Campania ad un passo dai candidati del Pd.
La pressione fiscale durante i governi Berlusconi
Il leader di Forza Italia si è sempre fatto vanto di "non avere mai messo le mani nelle tasche degli italiani". Effettivamente, a vedere l'andamento della pressione fiscale* (il rapporto tra il totale raccolto dall'erario e il Pil) possiamo osservare come i governi Berlusconi siano stati caratterizzati dai picchi più bassi di questo indicatore (a fronte però di forti squilibri dei conti pubblici), salendo negli ultimi anni fino ad arrivare al livello previsto (dal DEF) di 43,5% nel 2015 e ad un massimo di 44,1% nel biennio 2016-2017 (non quindi 45 come dice Berlusconi).
Italia maglia nera d'Europa?
La pressione fiscale è quindi salita, ma al momento però l'Italia non sembra essere in cima alla classifica dei Paesi europei. I dati più affidabili che abbiamo sono forniti da Eurostat**: sebbene siano un po' datati (2012), forniscono una panoramica precisa del dato sullo scenario europeo.
Secondo l'ultimo aggiornamento l'Italia si trovava infatti tra i Paesi con la pressione fiscale più alta, ma non era sicuramente il primo Paese, né tra i primi tre - prima di noi venivano alcuni Stati dalla spesa pubblica caratteristicamente molto alta, come Danimarca, Belgio, Francia, Austria e Svezia. L'Italia, in sesta posizione per mero motivo alfabetico, si trovava allo stesso livello della Finlandia ed immediatamente prima della Germania. I dati Ocse aggiornati al 2013 collocano anch'essi l'Italia al sesto posto tra i Paesi europei inclusi nella banca dati.
Il verdetto
Berlusconi azzecca il dato sulla pressione fiscale nel 2015, ma esagera di un punto l'incremento atteso per l'anno successivo. Esaspera i toni, inoltre, affibbiandoci il titolo di "maglia nera" d'Europa, qualifica che - almeno nel 2012 - non era supportata dai fatti. "Nì".
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* Dati Istat, aprire il file Zip al link "Tavole" sulla destra - consultare tavola 8
** I dati Istat & Eurostat differiscono leggermente. Ciò dovrebbe essere dovuto all'adozione di diverse modalità di rilevazione statistica (ESA2010) che hanno cominciato ad essere messe in atto nel settembre del 2014. Abbiamo mandato una email a Eurostat per chiedere ulteriori spiegazioni e siamo in attesa di una risposta. In ogni caso la differenza non ha nessun impatto sul verdetto della dichiarazione.
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