L'annuncio sul Fatto del segretario della FIOM. Che parla di sfida democratica ma non dice in che modo intende attuarla
«È il momento di sfidare Renzi democraticamente»: il virgolettato è di Maurizio Landini, e si trova in un’intervista rilasciata a Salvatore Cannavò sul Fatto Quotidiano. Ma il senso dell’affermazione sembra piuttosto equivoco: sfidare Renzi democraticamente vuol dire scendere in politica? Oppure significa cercare consenso attorno a un referendum sul Jobs Act? Il significato è piuttosto oscuro, e le altre parole di Landini nell’intervista non aiutano a chiarirlo granché:
È cambiato tutto, siamo alla fine di un’epoca. È venuto il momento di sfidare democraticamente Renzi”. Le parole di Maurizio Landini, il giorno dopo il varo del Jobs Act, sono molto chiare. Qualcosa sta per avvenire a sinistra e soprattutto nel rapporto tra il sindacato e la rappresentanza politica. Perché il segretario della Fiom ritiene che un limite storico sia stato valicato e ora occorra costruire una risposta adeguata.Siamo dunque a un cambio d’epoca?
Non c’è dubbio. Non solo Renzi applica tutto quello che gli ha chiesto Confindustria,ma afferma il principio che pur di lavorare si debba accettare qualsiasi condizione. Non c’è più il concetto che il lavoro è un diritto e la persona deve avere tutti i diritti di cittadinanza. Inoltre, viene messo in discussione un diritto fondamentale: quello di potersi coalizzare e agire collettivamente per contrattare la prestazione lavorativa.
Nel resto dell’intervista infatti Landini continua a parlare di verifica democratica, più che di discesa in campo:
Sta dicendo che è pronto a una sfida politica?Il problema è che la maggior parte del Paese, quella che per vivere deve lavorare, non è rappresentata. C’è un fatto nuovo nel rapporto tra politic ae organizzazione sindacale.Sta quindi pensando a un partito?No, sarebbe una semplificazione.A cosa, allora?Occorre la rappresentanza di quegli interessi. Apriamo questa discussione esplicitamente. Per quello che riguarda la Fiom dobbiamo rivolgerci a tutto ciò che è rappresentanza sociale, non solo i lavoratori. C’è tutto un mondo che si deve porre il problema di come affrontare questo nuovo quadro.È l’idea della coalizione sociale?Sì. È un tema che come Fiom abbiamo già posto a settembre nella nostra assemblea de idelegati. Il sindacato si deve porre il problema di una coalizione sociale più larga ea prirsi a una rappresentanza anche politica. Quando un Parlamento cancella lo Statuto dei lavoratori con un colpo di spugna a essere rappresentato è solo l’interesse di uno, del più forte.La sfida democratica a Renzi passa anche da qui?Penso assolutamente di sì.
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