Liberi cittadini contro il regime partitocratico, i privilegi della casta sindacale della triplice, la dittatura grillina e leghista, la casta dei giornalisti
martedì 24 febbraio 2015
Insopportabile casta sindacale. Caro Landini siete diventati come le Brigate Rosse. Continuando ad organizzare cortei nei quali ve la cantate e ve la suonate non vi rendete conto che siete una minoranza assoluta.
LANDINI "CHIAMA" LA SINISTRA E ATTACCA: "LA FIOM CONTA PIÙ DEL PD" Il leader sindacale torna a parlare dopo le voci di un suo ingresso in politica. Sul Jobs Act alta tensione con i democratici. Camusso: "Siamo stati sconfitti, ma reagiremo" Tweet Caso Landini, vertice con Camusso. Leader Fiom:"Nulla da spiegare. Mia posizione alla luce del sole" Renzi attacca Landini. Passo indietro del leader della Fiom: "Nessun impegno partitico o elettorale" Roma 23 febbraio 2015 Un asse fra sindacati e sinistra politica vasto e trasversale, che si opponga in maniera chiara al governo. Maurizio Landini, a 48 ore dalla sua "sortita" sul Fatto Quotidiano, scende di fatto in campo, non smettendo i panni del sindacalista ma alzando il livello dello scontro con Matteo Renzi. E, mentre il "caso" del segretario della Fiom già agita Cgil, sinistra e minoranza Dem, incassando l'investitura di Sel e il gelo dei bersaniani, è lo stesso Landini a tornare sulla sua potenziale discesa in campo, negando ogni aspirazione a fondare un partito ma parlando, nella sua replica all'attacco di Renzi, quasi da "padre" di un nuovo progetto politico: "Io sconfitto? La Fiom ha 350mila iscritti, più del partito di Renzi. E non facciamo cene da mille euro". Il leader Fiom nega la discesa in politica "Io voglio continuare a fare il sindacalista", chiarisce Landini in tv senza arretrare di un millimetro dall'idea di una "vasta coalizione sociale" che si opponga a un premier, che "pur non essendo stato eletto, sta cancellando lo Statuto dei lavoratori. E' a rischio la tenuta democratica del Paese". Parole, quelle del segretario Fiom, destinate ad aprire il dibattito in tutta la sinistra, nella quale, tra i Dem, solo Pippo Civati, finora, opta per spezzare chiaramente una lancia a favore del numero uno delle tute blu. "Con Landini parlerò ma di persona. E credo sia il momento che tutti quelli che si interrogano su un nuovo partito a sinistra facciano altrettanto", è la sua esortazione. In pochi, tuttavia, nel Pd al momento sarebbero d'accordo. I bersaniani restano perplessi Non lo sarebbero i bersaniani, che, con Miguel Gotor, tornano a ribadire come la battaglia vada fatta "dentro il partito", impedendo "una deriva neocentrista che è il cuore del disegno di Renzi". Tace Gianni Cuperlo mentre Stefano Fassina apre al senso della "coalizione sociale" indicata da Landini: "Pone un problema vero: il lavoro, nonostante lo sforzo di alcuni di noi e di Sel, non ha un'adeguata rappresentanza". E un chiaro plauso arriva da Nichi Vendola, leader di Sel e da mesi impegnato a creare un fronte comune che dentro e fuori il Parlamento si opponga al "renzismo". Certo, i rischi di una discesa nell'arena politica, per Landini già sembrano profilarsi all'orizzonte, complice la potenziale caduta in un "poco produttivo" dualismo mediatico con Renzi. Incontro con la Camusso E non mancano gli effetti anche sul fronte sindacale, dove fa rumore l'incontro tra il leader Fiom e il segretario della Cgil Susanna Camusso. Un vertice apparso, nonostante Landini precisi che fosse in agenda da settimane, quasi come una "convocazione a rapporto" dopo l'intervista di sabato del segretario delle tute blu. Una cosa, al momento, appare tuttavia chiara: il malcontento di tutte le anime dell'ipotetico fronte di chi è a sinistra di Renzi sul Jobs Act. Una riforma rispetto alla quale la Camusso, se da un lato ammette "la sconfitta" sull'articolo 18, dall'altro promette: "Reagiremo con gli strumenti necessari". E con Landini che si dice d'accordo con il segretario Cgil sull'idea di una legge di iniziativa popolare o di un referendum. Nel Pd di nuovo alta tensione E sempre sul Jobs Act e sul punto dei licenziamenti collettivi, tocca anche a Roberto Speranza alzare la voce contro il suo segretario e sottolineare come Renzi e il governo abbiano "sbagliato" a "non tener conto del parere delle Camere". Parole, quelle del capogruppo Pd, che fanno trapelare un ritorno all'alta tensione fra Renzi e la minoranza Pd, con possibili ripercussioni sul voto finale sulla riforma costituzionale atteso alla Camera. E non basteranno certo le parole del ministro del Lavoro Poletti a calmare le acque di una sinistra destinata a chiedersi se Landini possa rappresentare il tanto atteso "uomo in più" o semplicemente una meteora. - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Landini-chiama-la-sinistra-e-attacca-La-Fiom-conta-piu-del-Pd-64b68327-5285-4dd6-90da-57ec7a169e4b.html
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