Tosi sfida Salvini e vuole costruire un centrodestra diverso da quello immaginato dal leader del Carroccio. Berlusconi e Alfano sono con lui. Ma potrebbe finire fuori dalla Lega
Il Veneto scompagina i piani di Matteo Salvini. Là dove la Lega sembrava essere nel suo regno, e il governatore Luca Zaia andava verso una tranquilla riconferma forte del consenso dei cittadini, Flavio Tosi, sindaco di Verona e a sua volta molto popolare potrebbe far saltare tutto e mettere a rischio l’unità del Carroccio. Tosi, che è anche segretario della Liga Veneta, vorrebbe affiancare alla Lega e alla lista civica con il nome di Zaia anche altre liste civiche che possano pescare nell’elettorato moderato. Il governatore non è d’accordo. Il segretario della Lega Matteo Salvini ha cercato di intervenire incontrando i due contendenti il 16 febbraio scorso. Ma il vertice non ha dato risultati e la tensione è rimasta alta. Il clima interno al Carroccio si è guastato. Da un lato, c’è chi ha fatto filtrare l’ipotesi di un commissariamento della Liga Veneta per togliere a Tosi la possibilità di scegliere i candidati alle elezioni regionali. Il sindaco di Verona, dall’altro, ha lasciato circolare l’ipotesi di una sua candidatura in contrapposizione a Zaia. Ultimo oggetto di scontro la manifestazione indetta dalla Lega a Roma per sabato. In un primo momento Tosi aveva declinato l’invito per altri impegni ma ieri ha chiarito che ci sarà.
TOSI CONTRO SALVINI: LA SECESSIONE DELLA LEGA
Ma il punto è politico, e prima di tutto procedurale. «Rivendico il rispetto delle regole», ricorda Tosi che spiega che l’atto fondativo del Carroccio, che poggia sull’autonomia della Liga Veneta di cui il sindaco di Verona è segretario e in cui ha una tranquilla maggioranza rispetto a Zaia. In più Tosi torna a rimettere sul piatto la promessa tradita della sua candidatura a premier che gli sarebbe stata promessa all’epoca dell’elezione di Salvini a segretario del Carroccio. Una promessa che disegnava il futuro del centrodestra ma che è stata di fatto superata dalla svolta lepenista di Salvini, con il no all’euro e agli immigrati che gli ha permesso di conseguire l’ottimo risultato alle Europee e, come lui stesso dice spiegando cosa lo ha spinto a farla, a triplicare i voti. L’esito della disputa appare scontato, spiega Stefano Folli oggi su Repubblica:
Dietro le quinte si avverte qualcosa di più diuna contesa personale. Lo scontro per la candidatura nel Veneto è una tappa nella costruzione della nuova Lega secondo il «modello Salvini». Anzi, l’aver messo Tosi con le spalle al muro è una dimostrazione di potenza, un segnale ad altri potenziali «bastian contrari». Si dirà che il segretario rischia parecchio. Una campagna elettorale solitaria, senza alleati (a meno che Forza Italia non decida di accodarsi), magari dovendo sopportare una lista di disturbo, costituisce un azzardo.Ma è evidente che il gioco vale la candela. Una vittoria in Veneto senza accordi con il resto del centrodestra, anzi umiliando Berlusconi, proietterebbe in alto Salvini. Gli offrirebbe lo strumento e anche il coraggio per costruire una campagna nazionale nello stile di Marine Le Pen, il suo idolo. Che infatti corre da sola in Francia.
D’altro canto, la decisione di Tosi di cercare un’alleanza con soggetti oggi estranei alla linea politica della Lega, ovvero il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano e il partitino di Corrado Passera non è esattamente il massimo di popolarità tra vecchi e nuovi sostenitori della Lega. Ma potrebbe inaspettatamente trovare uno sponsor d’eccezione in Silvio Berlusconi. Il quale potrebbe avere interesse a indebolire la leadership di Salvini nell’ottica delle prossime elezioni:
Proprio il partito di Angelino Alfano è il primo alleato nazionale che il capo della Liga Veneta si ritrova al fianco, forte di quel che il ministro dell’Interno va ripetendo in questi giorni ai suoi: «Per noi la Lega di Tosi è ben altra cosa rispetto a quella di Salvini, non avremmo alcuna difficoltà a stringere un accordo». Anche perché il leader del Carroccio le porte all’Ncd di governo le ha chiuse da tempo e lo a ripetuto ieri, nessun margine per un’alleanza. Si tratta ora di trascinare Forza Italia nell’azzardo Tosi. «Di Silvio Berlusconi non mi fido fino in fondo», è la riserva confidata dal primo cittadino veronese. Il leader forzista, rientrato ieri a Roma, ordina ai fedelissimi di fermare i motori sul caso Veneto. Il veneziano Renato Brunetta continua a sussurrargli che la scommessa Tosi lui la giocherebbe.L’ex Cavaliere per ora resiste :«Non ci schieriamo, aspettiamo fino all’ultimo di capire le intenzioni di Salvini che, certo, in questa vicenda sta mostrando tutti i suoi limiti: bravo in tv, ma la leadership è un’altra cosa». Il rompicapo del voto a maggio occupa per intero la giornata a Palazzo Grazioli: l’incontro col governatore campano Stefano Caldoro e il coordinatore Domenico De Siano, poi col candidato nella polveriera Puglia Francesco Schittulli, col coordinatore veneto Marco Marin e ancora Giovanni Toti, Deborah Bergamini, Maria Rosaria Rossi, Paolo Romani. Caldoro pressa, ha fretta, vuole blindare con l’Ncd e lanciare la sua candidatura già la prossima settimana. Per Forza Italia e Berlusconi quell’asse è condizione vitale per confermare l’unica regione con la bandierina azzurra.
IL CASO ISOARDI
Nel frattempo irrompe il “caso Isoardi”, nello scontro tra il segretario e il sindaco di Verona Flavio Tosi. Elisa Isoardi, presentatrice di RaiUno e fidanzata presunta di Salvini, ha polemizzato l’altroieri nel suo programma “A conti fatti” con il capo ufficio stampa del Comune di Verona. E l’episodio non è sfuggito ad alcuni parlamentari di Partito democratico e Area popolare, che sollevano il sospetto di un “conflitto d’interessi” della Isoardi nello svolgere il suo lavoro sugli schermi della tv pubblica. Sono le 11 di lunedì quando Isoardi, ex Miss cinema e conduttrice di una trasmissione che si occupa di consumi, porta all’attenzione del pubblico di RaiUno la protesta di un gruppo di pensionati coltivatori di orti urbani a Verona, che lamentano una tassa da 15 euro introdotta dal sindaco Tosi. Poco dopo telefona il capo ufficio stampa del Comune, Roberto Bolis, con il quale, annota il senatore Ncd Salvatore Torrisi, Isoardi “polemizza pesantemente”. E il caso finisce in Parlamento. L’ex miss aveva infatti dichiarato di avere una frequentazione con Salvini.
E anche se il leader leghista, qualche giorno dopo la “rivelazione”, ha bollato come “voci giornalistiche” le notizie della relazione, tanto è bastato a sollevare il sospetto di alcuni parlamentari che la conduttrice sia intervenuta in aiuto di Salvini sfruttando il suo spazio nella tv pubblica. “E’ molto grave – denuncia Torrisi – Non vorremmo che trasmissioni possano essere utilizzate per regolare conti all’interno di partiti. La Rai chiarisca”. In un’interrogazione altri senatori di Ncd (Laura Bianconi, Federica Chiavaroli e Luigi Marino) chiedono alla Rai “quali misure intenda prendere”. E anche il Pd accende i fari sulla vicenda, con interrogazioni alla Camera e al Senato, di Ernesto Magorno e Laura Cantini. “La polemica – scrive Cantini – apparirebbe senza precedenti per la trasmissione e per la conduttrice, i cui toni normalmente sono ben diversi, alla vigilia della campagna elettorale in Veneto”. Insomma, nasce da un “conflitto d’interessi” affettivo la “virulenza” mostrata da Isoardi sulla vicenda degli orti urbani di Verona? Deputati e senatori della maggioranza chiedono una risposta in Parlamento.
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