sabato 28 febbraio 2015

Mi piacerebbe vedere un dialogo tra questo psicopatico assassino e il nostro più grande politico di tutti i tempi, l'immenso e ignorantissimo Di Battista.


Isis, Jihadi John: il volto del terrorista

Pubblicata la prima immagine del boia dello Stato islamico quando era uno studente universitario. FotoShare on twitteShare on google_plusone_shareShare on printShare on emailMore Sharing Services



Ecco il volto di Jihadi John, il boia dell'Isis ai tempi in cui frequentava l'università di Westminster. L'immagine è stata pubblicata in esclusiva da Sky News (foto).
CITTADINO INGLESE. Il suo vero nome è Mohammed Emwazi, cittadino britannico che nel 2012 ha abbandonato la sua casa di Londra per andare a combattere in Siria con i jihadisti. Si ritiene che abbia personalmente sorvegliato e torturato i prigionieri dello Stato islamico, fra loro giornalisti occidentali e operatori umanitari.
L'ACCENTO ALL'ORIGINE DEL SOPRANNOME. Nel 2014, nel primo video pubblicato dall'Isis con la decapitazione del fotoreporter James Foley, è lui l'uomo vestito con il barracano nero che brandisce il coltello e minaccia l'Occidente. A causa del suo riconoscibile accento inglese, è diventato noto sulla stampa col nome di Jihadi John, John il Jihadista.
NATO IN KUWAIT. La famiglia di Mohammed Emwazi è originaria del Kuwait, ma Jihadi John è cresciuto a West London e si è laureato in informatica all'università di Westminster. L'ateneo ha espresso in una nota la sua «condanna verso la promozione del terrorismo e della violenza», sottolineando di avere «una politica che promuove la tolleranza tra i 20 mila studenti da 150 Paesi che frequentano l'istituto». Il comunicato è uscito dopo che su alcuni organi di stampa l'università era stata definita un «covo di estremisti», frequentata da persone legate a gruppi di terroristi che cercano di fare proseliti tra gli studenti.
FERMATO AD AMSTERDAM NEL 2009. Secondo quanto riportato dal sito dell'organizzazione britannica Cage, che lavora a supporto delle comunità colpite dalla guerra al terrorismo, Mohamed Emwazi sarebbe stato fermato per la prima volta da agenti del Servizio segreto inglese nel 2009, ad Amsterdam, dopo essere stato espulso dalla Tanzania con l’accusa di volersi unire al gruppo terroristico somalo degli Shabaab.
Sarebbe stato rilasciato poco dopo, ma da quel momento, secondo quanto dichiarato dallo stesso Emwazi, gli 007 avrebbero cercato di convincerlo a lavorare per loro. Un comportamento che avrebbe contribuito alla sua radicalizzazione: nel 2010 Emwazi sarebbe stato arrestato dalla polizia anti-terrorismo britannica e inserito nella lista nera dell'intelligence. Nonostante questo, nel 2012, sarebbe riuscito a partire per la Siria.
DA LONDRA NESSUN COMMENTO. Da parte dei funzionari dell'intelligence britannica finora non è arrivato nessun commento ufficiale su queste affermazioni. Il Washington Post ha scritto però che alla fine del 2010, quando un tribunale statunitense condannò la qaedista Aafia Siddiqui, Emwazi avrebbe pubblicamente definito la notizia «sconvolgente», dicendosi addolorato per la sorte della «nostra sorella». Cage ha fatto notare come questa circostanza non provi nulla. Ma altri osservatori, tra i quali Max Fisher su Vox, hanno sostenuto invece come Siddiqui e la sua prigionia fossero diventati un simbolo per i jihadisti in tutto il mondo. Se Emwazi fosse stato veramente nient'altro che un giovane uomo dotato delle migliori intenzioni, spinto sulla via della guerra santa dalle molestie della polizia - come vorrebbe la storia raccontata dall'interessato - allora non si spiegherebbe il suo coinvolgimento nel caso Siddiqui.

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