giovedì 26 febbraio 2015

Il Fatto Quotidiano sta diventando peggio della Mafia. fango su fango senza alcun fondamento. E poi scopri che tutti quelli che lavorano per loro sono tutti amici degli amici. Come una vecchia Democrazia Cristiana.

A prima vista sembrerebbe di sì. Ma la procedura dice tutt'altro, e la Corte spiega che non è andata così
ALESSANDRO D'AMATO
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Un articolo del Fatto Quotidiano a firma di Thomas Mackinson, che ieri firmava un pezzo che ci raccontava le motivazioni in base a cui Matteo Renzi è stato assolto dalla Corte dei Conti per danno erariale, oggi faceva pensare piuttosto male riguardo Martino Colella, il magistrato che ha giudicato (e assolto, per “l’assenza dell’elemento psicologico sufficiente a incardinare la responsabilità amministrativa”) Matteo Renzi, promosso a capo della Corte dei conti dopo aver firmato la sentenza:
Si tratta di Martino Colella, classe 1945, magistrato napoletano di lungo corso a un passo dalla pensione. La sua promozione è arrivata neanche una settimana dopo il deposito della sentenza della I Sezione centrale d’appello di Roma, avvenuto il 4 febbraio, che sollevava il premier da ogni responsabilità sulla vicenda degli incarichi dirigenziali conferiti senza concorso né laurea al personale di staff della sua segreteria che era costata a Renzi due condanne per danno erariale. Non è un dettaglio.
Proprio Colella ha firmato, insieme a quattro magistrati, l’assoluzione che il 7 febbraio ha provocato l’esultanza del diretto interessato (“La verità è ristabilita”) e non poche perplessità nel mondo del diritto, giacché le motivazioni sono ricondotte al fatto che era un “non addetto ai lavori” e quindi poteva non percepire l’illegittimità degli atti che autorizzava. Singolare non è solo la pronuncia che, come rilevato da più parti, rischia di spalancare le porte a un sistema diffuso di elusione della responsabilità erariale, mandando assolti i tanti politici “non addetti ai lavori”.
martino colella matteo renzi

MARTINO COLELLA: IL GIUDICE CHE HA ASSOLTO RENZI PROMOSSO A CAPO DELLA CORTE DEI CONTI?
Nella requisitoria del Fatto si porta anche un’altra pistola fumante: la nomina, che sarebbe avvenuta “su proposta del presidente del Consiglio, Matteo Renzi”.
martino colella matteo renzi (2)
Ma c’è un problema. La nomina del presidente del Consiglio è la cosiddetta ratifica che arriva alla fine di una procedura concorsuale interna alla stessa Corte dei Conti. Lo spiegano i giudici stessi in un comunicato stampa che risponde all’articolo pubblicato sul Fatto. Nel comunicato si spiega che sette presidenti di sezione della Corte dei Conti hanno valutato i curricula dei candidati e a metà gennaio – ovvero, prima della pubblicazione della sentenza che ha assolto Renzi – e scelto Colella, che era comunque primo in base all’anzianità di servizio e alla professionalità specifica.
Relativamente a quanto riportato in un articolo di stampa nel quale sono contenute alcune illazioni particolarmente gravi e prive di ogni fondamento nei confronti della Corte dei conti, l’Ufficio stampa precisa quanto segue.
La nomina del Procuratore Generale della Corte dei conti è disposta dal Consiglio di presidenza – a seguito di un’apposita procedura concorsuale – e formalizzata con un Decreto del Presidente della Repubblica, controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
Nello specifico, alla procedura concorsuale bandita dal Consiglio di presidenza il 17 dicembre 2014, hanno partecipato sette Presidenti di Sezione della Corte dei conti. 
All’esito delle audizioni personali degli interessati e valutati i fascicoli e i curricula dei singoli candidati, il Consiglio di presidenza, nell’adunanza del 13-14 gennaio 2015, ha nominato, all’unanimità, Procuratore Generale della Corte dei conti il Presidente di Sezione dott. Martino Colella, peraltro già primo nella graduatoria parziale elaborata sulla base dell’anzianità di servizio e della professionalità specifica, in considerazione dell’elevatissimo spessore professionale e dell’indiscusso prestigio dello stesso.
Insomma, a pensar male si fa peccato ma raramente si sbaglia: questa è una delle volte in cui si sbaglia.
Edit: nell’articolo di Mackinson si dice che «il giudice che presiedeva il collegio che a metà dicembre, in camera di consiglio, ha deciso il proscioglimento dell’imputato Renzi». Aggiungo l’osservazione, senza riscontrarla, per ricordare che il punto è che la nomina a procuratore avviene in seguito a decisione della Corte dei conti.

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