Legge elettorale, i partiti più piccoli annunciano una battaglia parlamentare su preferenze e soglia di sbarramento
Carlo Renda, L'Huffington Post | Pubblicato: 25/01/2014 20:49 CET | Aggiornato: 25/01/2014 21:24 CET
Matteo Renzi e Silvio Berlusconi non devono solo guardarsi l’uno dall’altro, ma dovranno fare i conti con i partiti minori, decisi a dare battaglia in Parlamento per una legge elettorale che non abbia l’effetto di escluderli.
Per l’Italicum in discussione alla Camera, "la vedo molto male, fatti due conti non esce dalla Commissione, non ci sono i numeri" dice il leghista Roberto Calderoli, l'estensore del Porcellum, ma anche un espertissimo del Parlamento. "Il fatto che abbiano inserito nell'allegato b l'elenco dei collegi – spiega - vuol dire che volevano usare la legge elettorale già il 24 maggio e che non si fidano del ministro dell'Interno". Tuttavia, per Calderoli, non si arriverà a questo esito, perché contro la legge elettorale proposta "oltre ai partiti contrari ci sarà il partito del non voto: l'ipotesi più probabile è che si vada in Aula senza relatore col testo che c'è e col voto segreto ci sarà il Vietnam". E il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, non usa mezze parole per bocciare l’Italicum: “Ora non è una legge elettorale, è una schifezza. Sono disponibile a ragionare con tutti, ma non se ci sono le liste bloccate, i mega sbarramenti o i mega premi di maggioranza”.
A promettere battaglia in Parlamento è anche il Nuovo centrodestra, che spinge per eliminare le liste bloccate. Ieri il segretario Angelino Alfano aveva annunciato la presentazione di un emendamento per reintrodurre le preferenze, offrendo anche una mediazione sul modello tedesco, che prevede una parte di liste bloccate e una parte di preferenze. Oggi rincara la dose Renato Schifani, che promette una “battaglia senza sé e senza ma”, fino anche al ricorso a un referendum abrogativo.
Sull’altro fronte, a sinistra, si registra il malumore di Sel. I sonanti fischi rivolti a Stefano Bonaccini, intervenuto al Congresso in sostituzione dell’assente Matteo Renzi, sono diventati timidi applausi solo quando il democratico ha aperto alla possibilità di rivedere le soglie di sbarramento. “Se nelle prossime ore si troverà tra tutti o a larga maggioranza la possibilità di correzioni anche rispetto alla soglia di sbarramento, noi non abbiamo preclusioni” ha detto l’esponente della segreteria Pd, ma Nichi Vendola rincara la dose: “La mia polemica non nasce perchè mi sento minacciato dalla soglia di sbarramento, ma dal fatto che metà della popolazione italiana non va più a votare”.
Scelta Civica annuncia inoltre un’iniziativa per la parità uomo-donna. “Noi presenteremo i nostri emendamenti migliorativi soprattutto per contrastare la finta parità di genere che l'Italicum non garantisce" dice Stefania Giannini, secondo cui inoltre “la soglia del premio di maggioranza va assolutamente innalzata, almeno al 40%, perché il bipartitismo forzato non è la fotografia del paese".
Lunedì alle 13 scade il termine per la presentazione degli emendamenti e servirà il pallottoliere per contarli tutti. Da quel momento sull’Italicum potrebbe scattare l’operazione Vietnam.