"Beppe Grillo chiami i capigruppo e vada a confrontarsi con Matteo Renzi sulla legge elettorale ma soprattutto sulle riforme". Luis Orellana non molla di un millimetro la linea del dialogo che ha sposato già da qualche mese. Quella linea per la quale, quando il governo di Enrico Letta sembrava ad un passo dallo sprofondare per l'abbandono del Pdl, chiese di andare a vedere quello che i democratici avevano da proporre e per questo fu definito dal leader "un nuovo Scilipoti".
Allora alla guida di via del Nazareno sedeva Guglielmo Epifani, oggi è il turno del sindaco di Firenze: il risultato non cambia. Perché il già candidato a 5 stelle alla presidenza del Senato se da un lato non ha nessuna intenzione di passare armi e bagagli nella maggioranza di governo, dall'altro non si risparmia nell'invocare che i principi del Movimento trovino reale applicazione. Quelli che prevedevano un confronto sui singoli provvedimenti e un voto positivo per le proposte che si ritenevano in linea con le proposte dei 5 stelle. "Ma se non ti confronti mai come fai a valutare se qualcosa di buono può essere fatto con il tuo contributo? Come fai a incidere nel cambiare le cose?".
Domani Beppe Grillo sarà a Roma. Una conferenza stampa con i giornalisti stranieri, poi via, verso Genova. Questo è quanto trapela dallo staff, ma le insistenze di molti dei parlamentari che vorrebbero confrontarsi con lui potrebbero indurlo a cambiare i piani. "Ho saputo dei giornali che sarebbe stato a Roma - spiega il senatore M5s - e sempre dai giornali ho appreso che incontrerà la stampa estera".
Orellana sta pensando di chiedergli un supplemento del suo soggiorno romano. Un incontro, "perché al telefono non ci si può confrontare, bisogna guardarsi l'un l'altro". Con tutti quelli che, pur credendo nella bontà della presenza a 5 stelle in Parlamento, dissentono dalla linea della chiusura totale portata avanti da Grillo e Casaleggio. Un summit per avanzare una proposta: "Dovrebbe incontrarsi con il segretario del Pd. Coinvolgendo noi cittadini portavoce. Non tutti, per carità, basterebbero i capigruppo".
Sul tavolo non ci sarebbe tanto la legge elettorale: "L'Italicum è pessimo, e trovo un'ottima scelta il coinvolgimento degli attivisti per l'elaborazione di un nostro testo, non importa quanto tempo ci si metterà, l'importante è avere una buona legge". Quel che perplime Orellana è il rifiuto di un confronto sulla riforma della Costituzione. "Il termine in sé non mi piace. Non si tratta di riformare l'impianto, ma di revisionarlo, di emendarlo. Dico questo: il tema della riduzione dei parlamentari, della velocizzazione di meccanismi burocratici, del risparmio sui costi della politica non è anche quello su cui insistiamo noi? Lasciamo allora da parte la legge elettorale: sul resto, se sono proposte valide, discutiamone".
Difficile che il leader da quell'orecchio ci senta. Rimane il fatto che l'attivismo di Renzi ha saldato i vari malumori personali dei "ribelli" grillini in una vera e propria linea politica alternativa a quella dell'ex comico. Che, fiutando l'aria, ha subito messo in chiaro il suo punto di vista sugli interlocutori con i quali vorrebbero mettersi a sedere una parte dei parlamentari stellati: "Senza le televisioni che li dipingono come statisti, li intervistano, gli leccano il culo dalla mattina alla sera coloro che ci accusano di scappare sarebbero cancellati dalla memoria nel giro di una settimana".