Quando il MoVimento 5 Stelle proponeva il modello spagnolo
di Dario Ferri - 20/01/2014 - L'analisi della Stampa
La Stampa, in un articolo a firma di Jacopo Jacoboni, segnala oggi alcune vicinanze tra il modello spagnolo di legge elettorale proposto da Matteo Renzi e il disegno di legge depositato dal MoVimento 5 Stelle al Senato:
Alcune anticipazioni ipotizzano un sistema spagnolo con un premio di maggioranza collocato a una soglia abbastanza alta (il 36 per cento,non scontata per nessuno), e un meccanismo di ripartizione nazionale dei seggi che di fatto – dicono i tecnici della materia – assicurerebbe una «ri-proporzionalizzazione» della legge, anche per renderla del tutto conforme ai dettati della Consulta. Bene: volete sapere qual è l’unica proposta di legge elettorale depositata attualmente al Senato?
Proprio quello, dice La Stampa:
Una delM5S, firmata dal vicepresidente della Commissione Affari costituzionali, Danilo Toninelli. E volete sapere di che legge si tratta? Un sistema spagnolo, con circoscrizioni piccole, e preferenze. È vero, ilmodello di cui si sarebbe parlato nell’incontroRenzi- Berlusconi non ha preferenze; ma ha liste corte. E il premio di maggioranza avrebbe una soglia assai alta. In ogni caso l’effetto sarebbe di fotografare le tre grandi forze (con un di più a chi arriva primo, se supera il 36%,ma per non più del 15% dei seggi). Naturalmente la proposta ufficiale del M5s arriverà solo dopo un voto on line,ma insomma, traduciamo: uno spagnolo variato non è affatto estraneo ai gusti delmondo cinque stelle.
Ma il modello di Renzi, c’è da dire, non ha nulla a che vedere, per quanto se ne sa oggi, con quello spagnolo. Mentre quello del M5S aveva un metodo di funzionamento più vicino per ripartizioni di seggi a quello svizzero.
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