M5s legge elettorale, i dissidenti contro Gianroberto Casaleggio: "Sbagliato non discuterne con Matteo Renzi"
Gabriella Cerami, L'Huffington Post | Pubblicato: 21/01/2014 18:31 CET | Aggiornato: 21/01/2014 18:31 CET
I dissidenti del Movimento 5 Stelle tornano sulle barricate e sono decisi a formalizzare nero su bianco un atto d’accusa contro Beppe Grillo e il guru Gianroberto Casaleggio. “Basta con l’atteggiamento da vittima. Sulla legge elettorale dovevamo discutere con Renzi e con le altre forze politiche”. Saranno questi i contenuti di una mail che Gianroberto Casaleggio riceverà a breve. Il mittente? Almeno una decina di parlamentari grillini che non hanno gradito l’isolamento nel quale si è rifugiato il Movimento. Nel documento è probabile che venga chiesta una seconda chance, fa sapere il senatore M5S Francesco Campanella: “Consultare la Rete affinché si possa avere un mandato per trattare con le altre forze politiche sulla legge elettorale”.
Si tratta di una presa di posizione che probabilmente sarà rispedita al mittente considerato che Federico D’Inca liquida la questione dicendo che “questa è la visione di singoli parlamentari e che i principi del Movimento sono altri. Per il resto ogni persona può fare la sua strada e il suo percorso…”. Il capogruppo pentastallato alla Camera sottolinea inoltre che dal segretario del Pd “non è arrivato alcun invito ufficiale e poi sarebbe stato inutile sederci a discutere dal momento che la partita era già stata giocata tra Renzi e Berlusconi. Di cosa avremmo dovuto parlare? La riforma della legge elettorale si fa nelle Aule, non nelle stanze. In tv – garantisce – andremo per fare battaglia sulle preferenze”. Nicola Morra dal canto suo si domanda se quello che il segretario del Pd ha rivolto al M5S fosse davvero un invito: "Abbiamo saputo tutto tramite tv e stampa, se si invitano così le forze parlamentari lascio giudicare agli altri...".
Tornando a chi in queste ore sta preparando la mail da inviare a Casaleggio (giovedì potrebbe anche esserci un incontro con Grillo), il nodo della questione per i parlamentari più critici del Movimento non è solo il dialogo con gli altri partiti, ma anche “il ritardo” con il quale è stato affrontato l’argomento: “La verità è che siamo in ritardo, una nostra proposta non c’è, non è stata definita, e avrà luce solo a febbraio quando si sarà espressa la base. Se ci fossimo seduti a un tavolo con Renzi non avremmo avuto le idee chiare”, ammette il senatore M5S Fabrizio Bocchino spesso in dissenso.
“Va bene ascoltare gli attivisti e consultare la Rete perché è il metodo del nostro Movimento – aggiunge Campanella - ma dobbiamo pensare all’efficacia della nostra azione. Isolandoci non riusciremo mai a porre con forza i nostri argomenti. Avremmo dovuto ascoltare cosa Renzi aveva da dirci per evitare questa posizione da vittima che abbiamo assunto. E forse avremmo potuto ottenere alcuni elementi, come le preferenze, che per noi sono fondamentali”.
I ‘ribelli’ M5S muovendo da questa premessa stanno per mettere per iscritto un malessere che si è manifestato da tempo e che adesso è venuto fuori in modo eclatante. Per dirla con il senatore Lorenzo Battista: “Partecipare alla riforma della legge elettorale era un’occasione da non perdere”. In fondo “a dialogare non ci abbiamo provato neanche. Non sarebbe stato un dato politico ma semplicemente un modo per essere influenti”, aggiunge Luis Alberto Orellana, un altro senatore critico nei confronti della ‘linea Casaleggio’, che in tweet sintetizza con ironia la sua idea: "Gli avversari politici sono come i parenti. Non li scegli ma li gestisci. Gli parli, magari solo ai battesimi o ai funerali, ma gli parli...".
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