domenica 14 aprile 2013

Il generale Pound parla dell'Italia che affonda ma non è capace neanche di gestire un sito per fare elezioni on line. Che intelligente. Mandiamo lo a casa lui e le sue star grilline.


Beppe Grillo: le Quirinarie fallite

Pubblicato il 13 aprile 2013 11.34 | Ultimo aggiornamento: 13 aprile 2013 11.35
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di Antonio Del Giudice

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ROMA – Se ci fosse stato bisogno di conferme, adesso le abbiamo. La democrazia della Rete è un giochino facile facile, ma non funziona a comando. Le Quirinarie sono la dimostrazione più evidente. La Rete è uno strumento mostruoso e fantastico nel quale ognuno può entrare, basta che sappia pigiare quattro tasti su un computer. Ma è anche uno strumento fragile e aperto alle incursioni di “pirati” che conoscono l’aggeggio ben oltre i tasti del pc. Gli attacchi sono all’ordine del giorno in tutto il mondo, con danni talvolta pesanti e irreparabili. Non ci vuole un Assange per capirlo, basta leggere le cronache quotidiane da tutto il mondo.
Dunque, le Quirinarie sono state attaccate dagli hacker e si sono smontate come un lego nelle mani del duo Grillo-Casaleggio. Esclusa ogni interpretazione malevola -né furbata grillina né complotto dei Saggi di Sion- rimane la considerazione di buon senso. Forse è tempo che il comico genovese capisca che la politica non è un gioco, e che comunque il bel gioco dura poco. Gli è riuscita la sorpresa delle primarie on-line per scegliere deputati e senatori da ratificare col Porcellum. Alcuni dei fortunati vincitori sono arrivati al Parlamento con qualche centinaio di voti espressi dalla Rete. Ma la prova più significativa è fallita. La scelta del capo dello Stato – se ne è accorta anche la Rete – è una cosa seria, non un giochino per rivoluzionari in gita di Pasquetta.
Beppe Grillo ha accusato il colpo, ma non si arrende, e infatti le Quirinarie sono prontamente state rifatte. Ma Grillo trascura un particolare. Va bene consultare il popolo, va bene insistere nella democrazia diretta, ma i parlamentari non sono passacarte. Il Movimento M5S ha eletto i suoi rappresentanti a Camera e Senato. Questi, nel rispetto della Costituzione, sono chiamati a eleggere il Capo dello Stato. Non sono stati eletti per raccogliere continuamente i desiderata della Rete per portarli a buon fine. Non fanno i camerieri. A meno che il duo Grillo-Casaleggio non pensi di aver mandato alle Camere un gruppo di ubbidienti camerieri che passeranno la vita col taccuino in mano a prendere ordinazioni. Dalla Rete o da Grillo?

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