Il primo a lanciare l'allarme era stato Gian Luigi Placella, consigliere eletto con il Movimento cinque stelle al Comune di Venezia: "Beppe ripensaci fai l'accordo con il Pd" aveva scritto in una lettera. Un invito che in qualche modo sapeva anche un po' di monito. Placella raccontava lo sconcerto dei militanti di fronte alla scelta intransigente di Grillo e Casaleggio: "Mi dicono - racconta - vi ho votato per cambiare e voi state fermi ed aspettate che siano gli altri a sbagliare senza accorgervi o voler ammettere che l’inerzia è peggio dell’errore".
Era il 28 maggio, oggi a distanza di un mese da quell'intervento e a quasi due dal voto la situazione non sembra cambiata. Anzi questa volta l'allarme, come una folata di vento, si è spostato da nord a sud. Arrivando in quella Sicilia in cui il Movimento cinque stelle ha raccolto, tra elezioni regionali e nazionali, tanti consensi e moltissimi voti. Da Catania Lidia Adorno, docente precaria di 44 anni candidata sindaco per i cinque stelle scrive su Facebook: "L'atteggiamento della gente nei confronti del M5S è cambiato", ci sono in giro - continua - molta aggressività e molte lamentele riguardanti la richiesta sul perché non ci alleiamo col Pd e sul perché blocchiamo il Parlamento". Questa volta però il realismo fa il paio con le accuse, rivolte non alla linea politica di Grillo ma bensì a quella che la Adorno definisce:" la campagna mediatica denigratoria del Pd-Pdl nei nostri confronti sta producendo i suoi frutti"
A questo poi aggiunge un consiglio diretto al suo movimento: "A mio parere - aggiunge il candidato a sindaco di Catania - dovremmo preparare un comunicato in cui spieghiamo che per noi Pd e Pdl sono la stessa cosa (come peraltro sempre dichiarato), che il M5s vuole avviare i lavori nelle commissioni parlamentari e che solo l'alleanza Pd-Pdl ce lo sta impedendo, di fatto bloccando i lavori parlamentari".
Tra lettere, insulti, prese di posizioni e accuse interne e al sistema ci sono i sondaggi: in questo periodo certo non premiano il Movimento Cinque stelle. Secondo quasi tutti i sondaggisti il movimento di Grillo avrebbe già perso almeno un 2 per cento dal quel 25 che, dopo il voto di Febbraio, molti avevano definito come l'inizio di una rivoluzione.