domenica 14 aprile 2013

Perché non fate quello che chiedete alla chiesa. Date i vostri soldi e i vostri privilegi agli operai. Potranno mangiare per almeno altri 10 anni.


Camusso: "Fondi in esaurimento.
Mezzo milione rischia di restare senza Cig"

"Al governo lo avevamo detto a dicembre: non riducete la spesa sulla Cig in deroga perché ne avremo bisogno", denuncia la leader Cgil a Skytg24. "In alcune regioni non è detto che si arrivi a giugno". "Cgil Cisl e Uil si mobilitino per riunificare tante disperazioni. La Fiom? E' un tempo in cui bisognerebbe ascoltarsi, Landini non lo ha fatto"

ROMA - Grido d'allarme di Susanna Camusso sulla cassa integrazione: "C'è il rischio" che mezzo milione di italiani possa restarne senza. Così il segretario generale della Cgil a SkyTg24 nel corso dell'intervista di Maria Latella: "In qualche regione siamo già arrivati all'esaurimento dei fondi della Cig. Non è neanche detto che in alcune regioni si arrivi fino a giugno".

"I numeri di oggi non sono quelli veri - aggiunge Camusso - perché sta moltiplicandosi la domanda di cassa integrazione in deroga. Purtroppo i primi mesi del 2013 hanno determinato un'ulteriore accelerazione della crisi e della difficoltà.  Ed è quello che avevamo tentato di dire al Governo a dicembre: non prevedete una riduzione della spesa sulla Cig in deroga perché ne avremo bisogno. In qualche Regione siamo già arrivati all'esaurimento dei fondi e non è neanche detto che in alcune regioni si arrivi a giugno".

"Quelle risorse - ha sottolineato la leader della Cgil - bisogna trovarle, non solo per proteggere il reddito di quei lavoratori, ma per evitare che ci sia un'ulteriore spirale di avvitamento sulla riduzione dei consumi e quindi un'ulteriore riduzione della base produttiva di questo paese che si è già ridotta consistentemente".

"Cgil, Cisl e Uil hanno il problema di mobilitarsi e di dare voce al lavoro, alle tante preoccupazioni, di riunificare le tante disperazioni. Bisogna lavorare per una grande iniziativa di Cgil, 
Cisl e Uil" prosegue la Camusso, che rivolge un richiamo anche alla leadership della Fiom che dice no al patto con Confindustria. "Penso che questa sia una stagione in cui bisognerebbe ascoltarsi. Molte delle cose che ho letto nell'intervista di Landini dimostrano che non ha ascoltato le cose che abbiamo detto in questi giorni, a partire dalla redistribuzione del lavoro. La storia di questi anni pesa molto, una storia di lacerazioni e di ferite ancora aperte. Ma proprio per questo andrebbe condiviso il fatto che bisogna ridefinire delle regole del gioco, sennò non si va mai avanti e il conto lo stanno già pagando i lavoratori. Avere una voce che ripropone il tema del lavoro non è più rinviabile".

"Bisogna ritornare a delle cose che sono state derubricate - propone Camusso -. Noi siamo un paese industriale. Se perdiamo la nostra capacità industriale non abbiamo un'altra economia possibile. Allora bisogna decidere come la si rinnova e come la si qualifica. Come si rende una attività industriale programmata e qualificata come ad esempio turismo e cultura su cui si è purtroppo tagliato. Noi abbiamo delle risorse naturali, che non sono quelle alle quali si pensa tradizionalmente, ma sono il nostro Paese".

Susanna Camusso va dritta al punto, rifilando una nuova stoccata all'operato del governo Monti: "Bisogna avere il coraggio di fare le cose che questo governo non ha fatto: avere il coraggio di dire che alte retribuzioni e pensioni d'oro si paghino con i titoli di Stato". Per Camusso,  è necessario spostare la tassazione sui "patrimoni e le rendite". "Non si può fare finta che continuare a tagliare spesa pubblica non voglia dire tagliare i servizi ai cittadini, la cassa integrazione, tagliare la sanità. In una crisi c'è bisogno di più protezione delle persone, non di meno". Siccome le risorse fiscali servono a fare funzionare servizi e welfare "non bisogna tagliare la spesa pubblica anzi è stata tagliata troppo".

Anche il decreto sui debiti della P.A., "giunto con molti mesi, se non anni di ritardi", "dimostra - secondo Camusso - una volontà di non risolvere i problemi, perché invece di fare una soluzione soluzione semplice e lineare che rimettesse liquidità nel sistema, si è costruito un farraginoso meccanismo che sa più di volontà di resa dei conti tra amministrazioni locali e Ragioneria dello Stato. Un meccanismo tutto contabile che non si misura con le esigenze del Paese".

Argomento del momento, l'elezione del nuovo capo dello Stato. "Una donna al Quirinale sarebbe una straordinaria novità - ammette subito la leader Cgil -. Le donne hanno una marcia in più, sono concrete e con i piedi per terra. Uno dei problemi dell'Italia è stata proprio la mancanza di donne nei ruoli dirigenziali e politici".
(14 aprile 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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