giovedì 18 aprile 2013

Cosa ci dicono queste elezioni?

La votazione per eleggere il Presidente della Repubblica di oggi ha dimostrato due cose importanti.
La prima è che c'è ancora una speranza di cambiare questo paese. Non è possibile ritornare indietro per il PD rispetto alla scelta di istituire le primarie. Questo fattore ha modificato nella realtà la legge elettorale. Quelle preferenze che l'elettore poteva esprimere al momento delle elezioni oggi può, anche se parzialmente, renderle evidente nelle primarie. A differenza della buffonata messa in atto da Casaleggio e dai grillini  le primarie, con tutti i limiti e le difficoltà ancora esistenti, hanno rappresentato una modifica sostanziale del rapporto tra elettore ed eletto.
Su questo cammino occorre proseguire ancora con più coraggio aprendo all'esterno quello che deve essere un esempio di partito moderno.
La seconda considerazione importante è che il PD è un partito "democratico" sul serio. Se non esistesse un dibattito democratico all'interno di questo partito e una possibilità di espressione individuale libera non avremmo mai avuto questo risultato. La differenza di posizioni e la libertà di esprimerle, per quanto mi riguarda, non sono un limite bensì una risorsa verso la costruzione di un partito moderno e sinceramente democratico. Non si abbia paura di queste differenze. E la garanzia di poter votare "senza vincolo di mandato" ha reso possibile che si affermassero logiche di accordi non "riconosciuti" dalla maggioranza degli italiani. A dimostrazione che questo principio è il sale della democrazia.
Queste due considerazione vanno di pari passo con l'analisi più banale e semplice: Il M5S non è né democratico né libero.

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