Manifesti contro Papa Francesco mentre commissaria l'Ordine di Malta, avamposto dell'offensiva dei conservatori
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Quei manifesti abusivi contro Papa Francesco che hanno tappezzato il centro di Roma questa mattina sono una coincidenza? Oppure, com’è più probabile, non lo sono?
La nomina di monsignor Angelo Becciu, il sostituto (numero due) della Segreteria di Stato vaticana, come “delegato speciale“ del Papa presso il Sovrano Militare Ordine di Malta, quasi un suo commissario, era attesa per questa settimana. Si parlava di giovedì o venerdì (e infatti la lettera del Papa porta la data di giovedì 2 febbraio). Ed è stata comunicata pubblicamente dalla Sala Stampa oggi, sabato, tradizionalmente una giornata dedicata ad importanti annunci di Oltretevere. Ed ecco che sui muri di Roma anche il caso dell'Ordine di Malta compare tra quelli rinfacciati a Francesco sui manifesti dei “tradizionalisti anonimi”, che è difficile catalogare come semplici pasquinate, e che richiamano il volo di corvi.
Anche se il Papa, trapela dal Vaticano, ha appreso la notizia “con serenità e distacco”, alla domanda iniziale è più razionale, oltre che ragionevole, rispondere di no.
Fin dall’inizio, il caso dell’Ordine di Malta è apparso come l’avamposto di una nuova guerra vaticana mossa al Papa. E di questo Francesco stesso deve essere stato ben consapevole, se l’annuncio della commissione d’indagine sull’Ordine (seguita alla defenestrazione del Gran Cancelliere, ora di nuovo al suo posto, da parte del Gran Maestro, ora dimissionato) è stato dato il 22 dicembre in concomitanza con il discorso per gli auguri di Natale alla Curia. In quell’occasione, Francesco aveva parlato delle resistenze malevole alle riforme che “germogliano in menti distorte e si presentano quando il demonio ispira intenzioni cattive (spesso ‘in veste di agnelli’)“.
Il cardinale Patrono dell’Ordine di Malta – verosimilmente promotore della destituzione del Gran Cancelliere abusando della parola del Papa - è il cardinale americano conservatore Raymond Burke, uno dei quattro firmatari dei Dubia contro l’Esortazione apostolica Amoris Letitia. Un porporato che solo pochi giorni dopo l’inizio del caso Malta (il 10 novembre, il primo colloquio con il Papa) ha sfidato apertamente l’autorità papale e posto addirittura un ultimatum, annunciando che avrebbe proceduto ad una “correzione formale” di Francesco se, appena passate le feste natalizie, il Papa non avesse risposto ai Dubia.
Anche i cardinali inascoltati sono citati nei manifesti anonimi di ieri. Davanti alla Curia il Papa aveva ricordato che “la sua potestà singolare, ordinaria, piena, suprema, immediata ed universale” si esercita nei confronti di tutti i fedeli. Ed è questo quello che è avvenuto nei confronti del Gran Maestro dell’Ordine, Mattew Festin, cui il Pontefice ha chiesto le dimissioni il 25 gennaio, dopo aver ricevuto e letto quello che potremmo chiamare “il Rapporto Tomasi”. Cioè le risultanze di un mese di indagini su quanto che stava succedendo all'Ordine di Malta. Alcuni siti di informazione religiosa esteri hanno parlato a riguardo di problemi finanziari, ma anche sottovalutazioni di casi di pedofilia e affiliazione di alcuni membri ad associazioni che non sono compatibili con l’insegnamento cattolico (la massoneria?). A Natale il Papa aveva inoltre ricordato che compito della Curia è quello di sostenere il Pontefice nell’esercizio di questa sua potestà. Ecco perché tutta la vicenda di Malta è stata gestita dal segretario di Stato cardinale Pietro Parolin (a sua firma anche la lettera in cui sono state annullate tutte le decisioni prese da Festin), la cui azione proprio per questo è difficilmente configurabile come un’ingerenza nella sovranità di un altro ente sovrano.
L’Ordine infatti è a tutti gli effetti una parte della Chiesa cattolica, un ordine religioso composto da laici e professi e non un club di nobili, e la sua indipendenza non può essere invocata in sé (ha scritto papa Francesco al Sovrano Consiglio) ma deve essere funzionale al suo servizio di salvaguardare la fede cattolica e servire i poveri. Solo così si giustifica.
Adesso sarà il sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Becciu, a dover accompagnare l'Ordine di Malta durante un periodo di transizione “per il suo rinnovamento morale e spirituale”. Becciu avrà - come gli ha scritto Francesco - “tutti i poteri necessari” e sarà il suo unico portavoce nei confronti dell'Ordine di Malta. Fino all’elezione del nuovo Gran Maestro.
Quanto durerà questo affiancamento? La Costituzione attuale dell’Ordine prevede che una volta che venga a mancare il Gran Maestro (normalmente si tratta di un incarico a vita) il Consiglio compito di Stato chiamato a scegliere il successore debba essere convocato tra i 15 giorni e i tre mesi successivi. Ma durante una conferenza stampa tenuta giovedì scorso, a specifica domanda, il Gran Cancelliere Boeselager ha risposto che c’è anche la possibilità che “per un anno” possa governare un Luogotenente. Fino alla nomina del nuovo Gran Maestro, il delegato speciale Becciu agirà in ogni caso in stretta collaborazione con l’attuale luogotenente interinale Fra’ von Rumerstein. E insieme dovranno decidere anche come procedere perché venga compiuto uno studio “in vista dell’opportuno aggiornamento della Carta Costituzionale dell’Ordine e dello Statuto”.
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