Libero dà il via agli insulti sessisti contro la Raggi. Ma chi si credono di essere, Berdini?
Ma Vittorio Feltri chi si crede di essere, Paolo Berdini? Oggi su Libero si ricomincia con gli insulti sessisti nei confronti di Virginia Raggi, un po’ sulla falsariga di quanto detto dall’assessore all’urbanistica nel colloquio della Stampa. Il giochino per salvare le apparenze stavolta vuole che si faccia un titolo equivoco – “La vita agrodolce della Raggi – Patata bollente – La sindaca di Roma nell’occhio del ciclone per le sue vicende comunali e personali. La sua storia ricorda l’epopea di Berlusconi con le Olgettine, che finì malissimo – con un paragone che non c’entra niente (quello con le Olgettine), e poi si smorzi il tutto nell’articolo in modo da parare le accuse successive di sessismo:
Ci risiamo con le patate bollenti. Alcuni anni or sono fu la volta di Ruby Rubacuori, spacciata addirittura per nipote di Mubarak, che sollevò uno scandalo la cui eco ancora non si è spenta, dato che Berlusconi, assolto per averla trombata (scopare non è reato, per fortuna, altrimenti saremmo tutti in galera, tranne me poiché non ricordo come si faccia) è di nuovo sotto processo perché alimenta un certo numero di ragazze eleganti e diffamate dai media in quanto l’avrebbero data via. Adesso,per la legge del trapasso, tocca a Virginia Raggi assumere il ruolo increscioso di tubero incandescente.
Ora, a parte la legge del contrappasso (e non del trapasso, come dice Feltri), osservate come Libero parli di “un debole per un dipendente comunale” – ovvero Salvatore Romeo – e leghi questo “debole” all’aumento di stipendio ricevuto. Una ricostruzione smentita dalla sindaca ma avallata dal suo assessore Berdini, che ha fatto tali e tanti danni sparlando della Raggi con uno sconosciuto che i frutti avvelenati si gusteranno per tutto il mandato della prima cittadina.
D’altro canto va segnalato che è la sindaca stessa, lasciando al suo posto Berdini, ad avallare certe fregnacce nei suoi confronti. I danni che la Raggi sta facendo a sé stessa con le sue (non) scelte portano anche a subire insulti e diffamazioni che non merita.
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