Come mai i grillini non hanno avvertito Raggi e Grillo della storia delle polizze?
Fiorenza Sarzanini sul Corriere di oggi ribadisce quanto scritto ieri a proposito della storia delle polizze vita di Salvatore Romeo e di come la notizia sia arrivata a giudici e giornali. Roberta Lombardi ieri ha smentito e annunciato querele contro chi la tirava in ballo. Scrive il Corriere:
Almeno quattro giorni prima dell’interrogatorio di Virginia Raggi, esponenti dei Movimento 5 Stelle sapevano che Salvatore Romeo aveva aperto svariate polizze sulla vita intestandole ai grillini. Perché nessuno di loro ha informato la sindaca di Roma? Possibile che abbiano tenuto all’oscuro anche i leader nazionali del movimento? La guerra interna che si sta consumando in queste ore, prende nuova linfa da tutto quello che è accaduto nell’ultima settimana.
E spiega:
Ufficialmente nessuno tra i grillini interrogati dice di sapere nulla di queste operazioni finanziarie di Romeo, eppure qualche ora dopo la vicenda comincia a circolare in ambienti giornalistici. Giovedì, i pm chiedono chiarimenti a Raggi, visto che sei mesi dopo averla indicata come beneficiario in caso di morte lo ha nominato capo della sua segreteria. Lei giura di non averlo mai saputo, appare davvero sorpresa quando le mostrano la copia della polizza da 30 mila euro. Mentre l’interrogatorio è ancora in corso, la notizia viene pubblicata sui siti internet de L’Espresso e del Fatto quotidiano. Raggi appare di nuovo stretta in una trappola.Il suo entourage fa filtrare l’indiscrezione che l’informazione possa arrivare dai suoi avversari interni al Movimento. Si scopre che effettivamente tutti i testimoni dell’inchiesta sul dossieraggio sapevano dell’esistenza delle polizze. Lombardi nega di essere la «fonte» e annuncia querele, eppure è la ricostruzione di quanto accaduto in quei giorni a dimostrare che fu una delle prime a venire a conoscenza della vicenda.
In effetti però pretendere che si avvisassero la Raggi e Grillo di una cosa appresa durante gli interrogatori è strano, visto che ciò rappresenterebbe una violazione del segreto. come del resto segnalato nella lettera dell’avvocato della Lombardi Ervin Rupnik a Repubblica. Ironia della sorte: questa però sarebbe la stessa motivazione che Pizzarotti ha dato per spiegare perché non abbia avvertito i vertici del MoVimento dell’indagine su di lui per abuso d’ufficio. A lui non bastò per evitare la sospensione.
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