Agli atti del Riesame le chat tra Marra e Romeo: «Ricordale che non è nemmeno laureato». «Grande! Riferisco subito!»
Le chat depositate al tribunale del Riesame per la richiesta di scarcerazione di Raffaele Marra, che oggi Maria Elena Vincenti su Repubblica racconta, sono imbarazzanti non tanto perché raccontano l’ascesa di Salvatore Romeo, quanto perché spiegano con dovizia di particolari il ruolo dell’ex capo del personale nella campagna elettorale di Virginia Raggi e nella sua vittoria a Roma. Ad esempio c’è questo scambio proprio con Romeo in cui si disegnano le strategie mediatiche di risposta al candidato del Partito Democratico Roberto Giachetti:
A leggere gli atti viene il sospetto che Marra sia lo stratega della vittoria di Raggi. A metà marzo, più o meno, l’ex numero uno delle risorse umane scrive a Romeo : «Quanto alla polemica che Giachetti (candidato sindaco del Pd, ndr) ha fatto sul praticantato di Virginia, deve rispondere così. Giachetti non è nemmeno laureato. E se si contano gli anni passati con Rutelli, 8, e quelli da parlamentare, è sempre stato pagato dalla politica. Lei può vantare i titoli di studio. È vero che non ha grande esperienza politica, ma è la novità. Deve far leva su questo». L’uomo che ha stipulato due polizze a favore di Raggi risponde: «Grande! Riferisco subito». E Marra: «Ricordatevi che non deve uscire che dietro ci sono io». Poi, ancora, qualche giorno dopo: «Mi raccomando non cedete alla provocazioni. Non è ancora il nostro momento di parlare».
E poi ci sono altre chiacchiere che riguardano Marcello De Vito e le richieste di scavare nel passato del candidato sindaco concorrente:
La campagna elettorale è in corso. Romeo contatta l’amico per segnalargli la partecipazione di Giachetti a una trasmissione televisiva. E scrive: «Guardala. Dobbiamo trovare qualcosa per sputtanarlo. Scava anche nel suo passato». Marra, secondo voci che girano in Campidoglio, sarebbe colui che organizzò il dossieraggio ai danni dell’avversario di Raggi alle primarie del Movimento, Marcello De Vito, oggi presidente dell’assemblea capitolina. Ipotesi sulle quali ora indaga anche la procura di Roma. Questo messaggio sembra dare forza a quell’ipotesi. Peraltro non è l’unico. Qualche giorno dopo, Romeo contatta di nuovo l’ex capo del Personale: «Devi chiamare l’innominabile. Mi serve un controllo su di lei». Chi sia lei non si sa.
La questione delle nomine in Campidoglio è iniziata nello scorso ottobre, quando Raggi, sulla base di quanto prevedono le direttive anticorruzione, varò la rotazione di 40 dirigenti comunali: il 9 novembre, la sindaca firmò l’ordinanza di assegnazione dei singoli ruoli, e Raffele Marra rimase a capo del Personale. Renato, invece, venne promosso dalla Polizia locale alla direzione Turismo. La nomina di Renato Marra era poi finita al vaglio dell’Anac di Raffaele Cantone, che aveva rilevato un possibile “conflitto di interessi” e, dunque, inviato gli atti alla Procura. – “C’era una parte di persone che sicuramente ci sconsigliava Raffaele Marra. La nomina di Renato Marra, come tutte le altre nomine dei dirigenti che sono state fatte in un percorso di rotazione complessiva – aveva spiegato Raggi in un’intervista il 17 gennaio, prima di ricevere l’invito a comparire dai pm – tutti eravamo a conoscenza che era il fratello di Raffaele Marra. Comunque la sua nomina, come quella di tutti gli altri, è stata decisa dagli assessori e dai consiglieri: appena l’Anac ha sollevato la possibilita’ di un conflitto di interessi abbiamo sottoposto quella nomina per valutarne l’opportunità e poi l’abbiamo sospesa in autotutela”. Raggi aveva anche affermato che “Marra aveva un curriculum di tutto rispetto, veniva dalla Guardia di Finanza, una persona plurilaureata. Ho commesso un errore, alla luce di quello che la Procura sta scoprendo ho commesso un grave errore di valutazione”. La sindaca, poi, durante l’interrogatorio di giovedi’ scorso, e’ apparsa agli inquirenti seriamente risentita quando in una delle chat su Telegram acquisite dalla Procura (“Questa cosa dello stipendio mi mette in difficolta’, me lo dovevi dire”) si lamentava con Raffaele Marra sulla nomina – con aumento di stipendio – di Renato. Una presa di distanza che Raggi ha ribadito ai pm: la chat potrebbe alleggerire la sua posizione perche’, sfogandosi in quei termini con colui che all’epoca era il suo braccio destro, lei mostrava di non avere alcuna consapevolezza del vantaggio ingiusto nei confronti di Renato Marra.
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