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La trascrizione dell’audione in Ecomafie dell’assessora Muraro è stata depositata lo scorso venerdì in procura. Ora il pubblico ministero Galanti ne prenderà visione e fisserà l’interrogatorio di Muraro, come persona indagata, non prima del prossimo lunedì.
Quanto detto in Commissione Ecomafie si aggiunge alla montagna di documenti sequestrati dal Noe in Ama che ricostruiscono un quadro preciso degli incarichi che, nei 12 anni di consulenza, avrebbe avuto l’attuale assessorato all’Ambiente.

I codici falsificati. Dalle carte al vaglio degli inquirenti, con un fascicolo che ha già un’ipotesi di reato — truffa — emerge un dato. Il materiale che usciva dai due impianti Tmb Ama (trattamento meccanico biologico) quello del Salario e quello di Rocca Cencia, aveva un codice che non corrispondeva a quello reale del prodotto trattato. Si dichiarava dunque che l’etichetta corrispondesse a un certo rifiuto ma in realtà si trattava di un altro. Chi doveva dare il via libera all’“etichettatura” dei prodotti dei Tmb era lei, Muraro.

L'arbitrato contro Cerroni. Appena eletta assessore in Campidoglio, il cavallo di battaglia di Muraro è stato il contenzioso con Cerroni che ha fatto risparmiare ad Ama 900 milioni. Ma c’è anche un’altra versione. "La Muraro diede un contributo pari al 5% rispetto a quell’arbitrato" dicono fonti interne ad Ama. E i compensi sembrano dimostrarlo. All’avvocato Pellegrino, nominato da Fortini per contrastare le richieste di Cerroni che avrebbero portato al commissariamento di Ama, furono dati 800 mila euro, all’economista Pizzolla 200mila e alla Muraro 120mila. Un contributo marginale rispetto a un arbitrato milionario.

Compensi lievitati. Nel 2004 erano 30mila euro, nel 2008 con Alemanno sindaco e Panzironi amministratore delegato arrivarono a 80 mila, nel 2010 a quasi 100mila e l’ultimo
 contratto, terminato il 30 giugno scorso, ne prevedeva 115 mila. In 12 anni: 1 milione e 136 mila euro. Ma a far lievitare i compensi di Muraro è la gestione Fiscon-Panzironi, entrambi a processo per Mafia Capitale, il primo per corruzione e turbativa d’asta il secondo in carcere per 416bis. A novembre, chiamata come testimone dai due ex manager di Ama, nel maxi processo che ha sconvolto la capitale, l’assessora deporrà a favore dei due imputati.