sabato 24 settembre 2016

E pensare che tutta l'ammucchiata dei vecchi partiti e nuovi (sic!!!!) movimenti dicevano che Renzi prendeva ordini da Merkel. Complimenti per la raffinata analisi.

Ue, monito di Renzi: «Se pensano di intimorirmi sbagliano»

Va al contrattacco il premier Renzi all’indomani della convocazione del vertice Merkel-Hollande-Juncker mercoledì a Berlino, con l’esclusione invece dell' Italia. «Se pensano di intimorire me, hanno sbagliato persona e se pensano di intimorire l'Italia non sanno cosa sia l’Italia», ha sottolineato il presidente del Consiglio parlando a un'iniziativa a Prato in favore del Sì al referendum costituzionale, rimarcando che l’Italia «non accetta un disegno europeo al ribasso, con la Ue come solo un luogo di burocrazia». Il premier è tornato anche sul No della sindaca Raggi alla candidatura per Roma 2024, per dire che «non si fermano le grandi opere, ma i ladri, perché se vince la paura, hai sbagliato mestiere». E ha aggiunto che con il No è arrivata una «incredibile ammissione di incapacità». 
Renzi: se pensano di intimorirmi, sbagliano 
«Le regole le devono rispettare tutti anche chi come la Germania ha un surplus, che se investito avrebbe dato una mano. È finita l’epoca degli egoismi, tutti.
Se pensano di intimorire me, hanno sbagliato persona e se pensano di intimorire l'Italia non sanno cosa sia l'Italia» ha detto Renzi, ribadendo che «l’Italia non avrebbe mai accettato di essere compartecipe di un disegno al ribasso, di vivacchiare, l'Italia non potrà mai accettare che la Ue sia solo un luogo di burocrazia». 
Il 16 settembre a Bratislava si era già consumato un primo “strappo” quando Renzi non aveva partecipato (anche perché non invitato formalmente) alla conferenza stampa di Merkel e Hollande a conclusione del vertice dei 27 sulla Brexit. Ma la notizia diffusa ieri secondo la quale il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker parteciperà con la cancelliera tedesca, Angela Merkel e il presidente francese, Francois Hollande a una cena organizzata dallo European Round Table of Industrialists a Berlino mercoledì prossimo, è stato un colpo duro da digerire per il premier.
Renzi: no M5s a Olimpiadi per paura? Hanno sbagliato mestiere 
Renzi ha parlato anche di Olimpiadi, tornando a criticare il no della giunta Raggialla candidatura di Roma nel 2024. «Il fatto di dire che non si fanno
le Olimpiadi per timore della corruzione è una incredibile ammissione di incapacità da parte della dirigenza di quella città» ha detto il presidente del Consiglio, che ha aggiunto: «Se hai un minimo di credibilità e autorevolezza, tu i ladri li cacci. Non si fermano le grandi opere, si fermano i ladri. Se invece dici no e hai paura, hai sbagliato mestiere». 
«Spero in sussulto riflessione consiglieri comunali» 
Per Renzi l’Italia è divisa «tra chi sta alla finestra a guardare e chi sta nell'arena e se vede una cosa che non va la cambia. Questa è la differenza tra la politica e il bar dello Sport». Ecco perché la decisione della giunta Raggi sulle Olimpiadi «è la straordinaria metafora di cosa significa l'Italia del 'no'». E anche se nei giorni scorsi il premier ha parlato di «vicenda chiusa» dopo il veto della Raggi, Renzi è sembrato non aver perso completamente tutte le speranze, quando ha auspicato che i consiglieri comunali chiamati ad approvare (probabilmente martedì) la mozione che ratifica la rinuncia alla candidatura «abbiano un sussulto di riflessione». Tanto più che i fondi previsti dal Cio, andranno ora altrove, «nelle periferie di Parigi o Los Angeles». «Mi piange il cuore per i posti di lavoro persi a Roma e per le periferie della Capitale», ha aggiunto Renzi.
«Se vince 'No' al referendum non è rivoluzione proletaria» 
Quanto al referendum costituzionale (la cui data sarà decisa dal Cdm di lunedì 26 settembre), il presidente del Consiglio ha ribadito le ragioni del sì. E ha avvertito: se vince il 'No' al referendum costituzionale «torniamo a chi vuole il potere di veto piuttosto che di voto, a chi vuole un’altra Bicamerale magari con Brunetta e Grillo». Renzi ha poi sottolineato polemicamente che «l’alternativa al Sì è quella dei Salvini e di Grillo, non la rivoluzione proletaria».

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