martedì 20 settembre 2016


Il direttorio in frantumi veti incrociati per non salire insieme sul palco a Palermo

Il comico chiede unità, ma è guerra a Di Maio e Raggi
LAPRESSE
Beppe Grillo

20/09/2016
ROMA
Per la prima volta Beppe Grillo ha paura del palco. Non tanto per sé, guitto e attore navigato. Quanto per chi dovrà calcarlo a Palermo, chi si troverà al suo fianco abbozzando un sorriso di circostanza che nasconderà invece un rancore insanabile.  

Nella tormentata storia pentastellata ci sono stati altri momenti segnati da traumi e difficili ricomposizioni. Questa volta però la kermesse di Italia a 5 Stelle, nel capoluogo siciliano il prossimo week-end, sarà più complicata da gestire. Perché i veleni sono arrivati al cuore del M5S e lo hanno intossicato. Il direttorio salirà diviso sul palco e a nulla sembrano valere le preghiere di Grillo che continua a chiedere unità.  


I veti incrociati, i capricci personali, a oggi ancora, rendono impraticabile pensare a una fotografia di tutti i big del M5S accanto al comico e magari a Virginia Raggi, ospite sgradita soprattutto per le donne della fronda più ortodossa. Carla Ruocco non vuole salire sul palco accanto a Luigi Di Maio (e Alessandro Di Battista, ormai considerato un tutt’uno), e non vuole vedere la sindaca nemmeno a centinaia di metri di distanza. Anche Roberta Lombardi, che coordina l’organizzazione di Italia a 5 Stelle, prima di cadere sotto la falce verbale di Grillo che ha frenato il suo j’accuse contro Raggi, aveva preteso che lei non fosse celebrata sul palco. Le hanno detto di accomodarsi in platea. Se Raggi, come Grillo si aspetta, formalizzerà il suo no alle Olimpiadi, sarà accanto a Chiara Appendino e agli altri sindaci. Tant’è che ieri il fondatore ha nuovamente postato un altro video di incoraggiamento della sindaca (solito messaggio: «Siamo sotto attacco, facciamo vedere chi siamo»), affidando a lei il lancio della due giorni siciliana.  

Grillo, scontento per la scaletta dell’anno scorso a Imola, si sta occupando in prima persona degli ospiti internazionali. Il programma definitivo ancora non c’è, anche perché, confermano fonti dello staff, le divisioni rendono difficile incastrare le apparizioni delle star grilline. A Palermo, così, ci sarà la plastica rappresentazione delle ferite nel direttorio, ormai svuotato di senso e destinato a cambiare forma.  

La scena in fondo ne ripete un’altra di qualche giorno fa, quando a Nettuno, nelle ore terribili delle verità nascoste da Di Maio, Grillo volle il direttorio con sé sul palco dell’ultima tappa del «Dibba-tour» per dare l’ìimmagine di un M5S unito. Fu una finzione. Carlo Sibilia e Roberto Fico, a malapena sorridenti, faticarono ad abbracciare i compagni. Ruocco lasciò furiosa la compagnia mentre ancora parlava Fico. E ora certo non aiutano le rivelazioni del libro Supernova , scritto da due ex 5 Stelle, in cui si racconta di una Ruocco intollerante contro i «ragazzetti incattiviti» (Di Maio e Di Battista) intenzionati a scalare il Movimento dopo la morte di Gianroberto Casaleggio. Rivelazioni che hanno scatenato la macchina del silenzio del M5S che ha obbligato tutti a tacere e a lasciar trapelare che si tratta solo di «squallidi pettegolezzi». In attesa delle prossime puntate del libro, la Casaleggio ha fatto sapere che a breve sarà annunciato il voto online per il nuovo regolamento che normerà le espulsioni. Mentre il caos fratricida ha reso più opportuno allungare i tempi sul Non-Statuto e sulla delicatissima questione della proprietà del simbolo. Con il direttorio a pezzi, Grillo non è più così convinto di lasciarla ai parlamentari.  

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