De Dominicis ancora in carica mentre la Raggi ne cerca altri due. Manca la revoca e l'ex magistrato andrà evidentemente pagato. Peccato che ieri non si sia presentato visto che ne aveva pieno diritto: l'effetto di comicità, anche involontaria, avrebbe raggiunto livelli difficilmente toccati durante gli spettacoli di Grillo
«Ragazzi, dobbiamo metterci a lavorare: basta con queste pagliacciate»: le parole di Maurizio Ferrara, capogruppo M5S in Consiglio comunale a Roma, ascoltate e riferite dal Messaggero disegnano perfettamente la situazione della Capitale sotto il governo (?) di Virginia Raggi. Che, a venti giorni dalle dimissioni di Marcello Minenna, non solo non ha trovato ancora nessuno per sostituirlo al Bilancio, ma ha anche annunciato che di assessori ne cerca due e che vuole spacchettare le deleghe tra Bilancio, Patrimonio e Partecipate. Di più: ieri è stato dichiarato “assente” Raffaele De Dominicis, che ancora quindi risulta in carica anche se è stato giubilato dalla Raggi dopo 24 ore dall’annuncio della sua nomina perché la sindaca non l’ha ancora revocato (anche se all’epoca non gli aveva assegnato le deleghe e quindi non può operare) ma andrà evidentemente pagato.
Il pasticcio di Roma: tre assessori per una sindaca
La sindaca, in nome della trasparenza quanno ce pare, non ha risposto ieri a chi le chiedeva di mostrare il provvedimento di revoca di De Dominicis: il motivo è uno. Quel provvedimento non è stato ancora preso mentre lei è alla ricerca di due nuove figure e “sta vagliando il curriculum”. De Dominicis, contattato al telefono, fa sapere che della storia non ne sa niente, ed è un vero peccato che l’ex procuratore generale della Corte dei Conti non si sia presentato ieri e non si sia seduto tra i pari grado della Giunta visto che ne aveva pieno diritto: l’effetto di comicità, anche involontaria, avrebbe raggiunto livelli difficilmente toccati durante gli spettacoli di Grillo. E così la Raggi ha potuto parlare «perché quando un assessore è assente il sindaco ne fa le veci». All’ordine del giorno della seduta più bizzarra degli ultimi tempi c’era la manovra di bilancio da18 milioni per salvare la moribonda Atac, ma anche la relazione della pentastellata sulla situazione politica in Campidoglio. Dove appunto sono passati un assessore dimissionario (MarcelloMinenna), un altro licenziato su Facebook( De Dominicis) e una lunga serie di addii a catena: in tutto la sindaca ci ha messo 73 indimenticabili secondi per spiegare (si fa per dire) la situazione e promettere che a breve troverà le figure necessarie per far lavorare la sua giunta. A breve per modo di dire, visto che tra i nomi che si sono fatti in questi giorni in molti hanno detto no proprio perché lo spacchettamento delle deleghe, che aveva fatto di Minenna un superassessore, rende più difficile trovare una figura adatta: visto che le due figure dovranno necessariamente coordinarsi, c’è bisogno di figure compatibili e capaci di farlo. Di più: i sussurri del Campidoglio fanno sapere che dietro il no di alcuni nomi eccellenti come quello di Mario Canzio ci sia anche la questione delle deleghe diversificate rispetto al passato.
Assessore a sua insaputa
Il problema, però, è che la sindaca — che ormai procede da sola, senza più l’aiuto del direttorio o del minidirettorio che le furono fondamentali per comporre la squadra a luglio — ha difficoltà a trovarne anche uno solo, di assessore. Anche perché le persone contattate (come l’ex Ragioniere generale dello Stato Mario Canzio o l’ex generale della Finanza Ugo Marchetti) hanno invece messo come condizione per accettare di avere proprio le Partecipate. Così, al momento, l’unico che sarebbe disponibile è il professore Nino Galloni, che piace a diversi attivisti. Si era parlato di un magistrato contabile in pensone, trovato da Andrea Mazzillo, caposegreteria della sindaca, ma a quanto pare anche lui ha rifiutato. Galloni però rappresenterebbe una sorpresa, visto che era stato in ballo all’epoca della prima formazione della giunta e più recentemente prima della nomina di De Dominicis: se in entrambe le occasioni era stato scartato sembra curioso che il M5S lo riproponga oggi; tanto più che il professor Galloni ha nel frattempo rilasciato molte interviste sul suo presunto incarico e di solito chi è in procinto di ricoprire una carica è molto più timido nel rilasciare dichiarazioni per ragioni di opportunità.
E c’è un altro punto da sottolineare. All’epoca delle polemiche sui costi dello staff la Raggi scrisse su Facebook un post in cui magnificava i risparmi degli assessorati grazie alle deleghe date a Minenna. Con i due assessori (al prezzo di due) anche quella rischia di diventare una bufala. E di quanto aumenterebbe l’aggravio di spesa? C’è chi ha fatto i conti:
Il Sindaco Raggi ha deciso di scorporare le deleghe. Chiediamo: con quale obiettivo? Quello di avere persone più competenti e con profili più adeguati oltre a voler realizzare un risparmio?Purtroppo no. Da un assessore ne avremo quindi 3. L’effetto sarà maggiori oneri per il Campidoglio pari a 150.000 euro annui.Poi è noto che ogni assessore può portarsi collaboratori per 300.000 euro. Minenna non aveva portato nessuno se non l’addetto stampa richiesto dallo stesso Movimento per 35.000 euro. Aveva infatti deciso di fare affidamento solo a dipendenti comunali per valorizzare le risorse interne. Ora se i nuovi 3 Assessori faranno uso di queste facoltà si aggiungeranno altri 900.000 euro a carico del Campidoglio.In sintesi la decisione muscolare della Raggi di costringere Minenna alle dimissioni costerà oltre 1 milione di euro l’anno (300.000 euro x 3 +
75.000 euro x 2 = 1.050.000 euro).
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